Cultura e Società

Al Teatro d’aMare: “Spari e Dispari”

Si tratta di uno spettacolo che vale la pena di vedere, che riesce ad affrontare il problema della mafia con una comicità che non è mai leggerezza, ma piuttosto il riso consapevole necessario a non cedere al disfattismo. Il riso consapevole da cui ripartire per creare un mondo nuovo.
Su una realtà che riguarda ciascuno di noi, senza possibilità di fuga o evasione, si chiude, e non a caso, la rassegna Teatro d’aMare, un evento nato infatti dalla volontà di alcuni giovani del posto che hanno deciso di lottare per riportare in vita uno spazio a rischio di abbandono e con l’intento di creare qualcosa di nuovo e coinvolgente per la comunità cui appartengono.
Per chi ha seguito tutto il percorso dell’esperienza alla Marrana, per chi non ha perso uno spettacolo, ma anche e soprattutto per chi non ha ancora avuto l’occasione di calarsi nell’atmosfera suggestiva, divertente, impegnata offerta dal Teatro d’aMare: Paco Mauriello con “Spari e Dispari”, da non perdere.

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Tavola rotonda dell’importante ricorrenza storica

La ricorrenza, come detto, rappresenta un momento molto importante: Il 23 agosto 1615 giungeva in città la notizia del Reale Rescritto di Valladolid che sanciva l’annullamento dell’atto di vendita che vedeva Tropea, da città libera e demaniale insieme ai suoi 24 casali, infeudata al Principe di Scilla Vincenzo Ruffo. Il 28 settembre 1612, Il Viceré di Napoli, Don Pedro Fernandez de Castro, vendette Tropea e il suo territorio per 191.041 ducati al Ruffo. La reazione dei tropeani non si fece attendere.