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“Ci si occupi di cose più serie”

Botta e risposta tra Macrì e Porcelli

Il consigliere provinciale risponde al sindaco di Drapia

Giovanni Macrì
L'avv. Giovanni Macrì, consilgiere provinciale del Pdl - foto Libertino
Con riferimento all’ultima esternazione del sindaco Porcelli sono sinceramente felice di apprendere che nel territorio del Comune di Drapia, a giudizio dello stesso, non si consumano abusi edilizi. Evidentemente sono stato vittima di un abbaglio ovvero di un errore sugli esatti confini comunali o, molto più verosimilmente, seguo tragitti stradali differenti rispetto a quelli abitualmente percorsi dal Sindaco che, forse, anche a causa dei i vetri oscurati evidentemente montati al contrario sulla sua auto, non ha una visone a 360 gradi di quanto avviene nel suo Comune. Tengo a precisare che nella mia nota stampa del 21 u.s. ho semplicemente invitato il Sindaco ad occuparsi di cose più serie, tra tutte la guardia medica in via di soppressione e gli abusi edilizi che quotidianamente, oggi come ieri, si consumano nel suo – come in altri – territori e rispetto ai quali, se effettivamente commessi, quale Sindaco in carica, è certamente “responsabile”. Il mio invito ad una maggiore attenzione era ed è – non avrebbe potuto essere altrimenti – limitato al presente e non già a quanto accaduto nel passato.

Colgo l’occasione per intervenire su un altro punto trattato, peraltro, nell’ultima seduta del Consiglio comunale di Drapia.
Lo scorso 23 dicembre ho inoltrato un’interrogazione relativa alla realizzazione da parte dell’Amministrazione Provinciale di Vibo Valentia di concerto col Comune di Drapia, di una strada di collegamento tra la S.P. 18 e la strada comunale Brattirò – Caria. Tale importantissima opera, che avrebbe consentito di decongestionare il pieno centro abitato di Brattirò dal traffico proveniente da Caria, è stata bloccata dal ricorso al TAR (legittimo dal punto di vista formale) dell’attuale vice sindaco di Drapia che, unitamente ai suoi tre fratelli, dopo essersi espressi favorevolmente all’opera e manifestato la loro massima disponibilità (tanto è dato apprendere in Provincia) hanno adito l’autorità giudiziaria amministrativa lamentando la violazione del loro diritto a partecipare al procedimento.

Ebbene, quel che mi preme ulteriormente evidenziare rispetto alla succitata interrogazione, alla quale rimando, è quanto segue:

1) il ricorso al TAR che ha bloccato la realizzazione della strada, peraltro già appaltata, definito dal giornalista Mario Vallone come iniziativa “di alcuni privati”, è opera esclusiva dei soggetti sopra indicati;

2) l’Amministrazione Provinciale, se effettivamente vuole ancora realizzare l’importante opera, non ha motivo di attendere l’esito, peraltro scontato, del ricorso al TAR ben potendo – questo il mio invito – annullare in autotutela la procedura e riavviarla ex novo nel rispetto della legge.

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