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Pasquale OrfanòA Tropea servono regole e qualcuno che le faccia rispettare

«AA cercasi sindaco per Tropea»

Orfanò: «Per me la politica è una parentesi chiusa»


di Francesco Barritta

foto Salvatore Libertino

Mentre Vasinton invoca per Tropea una squadra forte e coesa, e Adilardi propone un sindaco esterno come soluzione all’attuale crisi, riponendo fiducia nei giovani impegnati nel settore turistico con l’aiuto della Consulta delle associazioni, il dottor Pasquale Orfanò, già consigliere comunale e assessore al Turismo della Provincia di Vibo Valentia, nonché avversario numero uno di Antonio Euticchio alle passate elezioni, ha tracciato un’analisi ben articolata della situazione. Orfanò parte dal recente passato, affermando «con tristezza che, purtroppo, è successo quello che avevo preventivato: l’amministrazione non ha retto perché non è nata su programmi veri espressi da gruppi politici ma su accordi preelettorali tra persone con il progetto di raggiungere il potere». Riferendosi al suo avversario politico degli ultimi due anni, Orfanò non ha usato mezze misure: «Euticchio si è dimostrato incapace di tenere ferma e coesa la sua amministrazione, che si è andata sgretolando lentamente a partire dal suo primo vice Macrì, seguito da Caracciolo e ancora dall’assessore Muscia, dalla stessa Ruffa e da Centro, che più volte ha preso le distanze dalle sue posizioni, fino a Cortese». Parlando invece del comportamento tenuto da Pasquale Vasinton, che sedeva al suo fianco tra le fila dell’opposizione, Orfanò l’ha definito «un fatto gravissimo, frutto di un accordo maturato forse molto tempo prima, magari addirittura in campagna elettorale». «Del resto – ha proseguito il dr. Orfanò – quell’episodio dimostra la spregiudicatezza di un sindaco, che non ha badato a meccanismi e criteri per mettere in atto il suo piano, della cui incapacità ho sempre parlato esplicitamente in Consiglio comunale, perché la cosa mi ha molto stupito sin da subito, in quanto lo stimo come persona seria, un ottimo professionista ma, ripeto, incapace a governare». Ed anche sull’epilogo dell’amministrazione uscente Orfanò punta il dito contro l’ex sindaco, «che è caduto perché sfiduciato dalla sua stessa maggioranza, ma, cosa ben più grave, senza conoscere l’esatta dimensione dell’emergenza e senza avere, sino all’ultimo, conoscenza della reale entità della sfiducia manifestata nei suoi confronti». Orfanò giudica quanto accaduto «un danno enorme per Tropea, per la sua immagine, per l’ordine, la sicurezza, insomma, un investimento negativo per il futuro», ma ha comunque proiettato il suo sguardo al presente, affermando «senza peli sulla lingua, che il commissario è una persona valida e preparata, che farà sicuramente molto meno danno di quanto ha fatto il sindaco Euticchio in questa città». «Io – ha proseguito Orfanò riferendosi al commissario – per ora lo vedo come la soluzione dei problemi che il sindaco ci ha lasciato, perché oggi in questo paese non valgono più le regole, che pur ci sono ma che nessuno fa rispettare». Riponendo infine le sue speranze «nella voglia di cambiare della popolazione», Orfanò prosegue dicendo che «Tropea dovrà eleggersi quanto prima una nuova amministrazione e non ci vuole la zingara per individuare quali siano le cose di cui c’è bisogno in città: ci servono persone serie, preparate, coscienziose e spinte dall’amore per Tropea, ma fin quando circoleranno lupi, lupetti, luponi e lupacci interessati solo ai propri progetti personali, non ci potremo aspettare niente di buono». Concludendo, l’ex capo della maggiore compagine di opposizione di palazzo Sant’Anna ha spiegato che «solo una rivoluzione culturale pacifica potrà risolvere il problema, ma per questo è necessario aspettare chissà quanto, anche se le forze oneste ci sono e non bisogna certo andarle a prendere fuori». Sul proprio ruolo futuro nella politica locale Orfanò, in linea con quanto già affermato da Adilardi, non lascia adito a dubbi: «La vecchia politica è meglio che si faccia da parte e spero che nasca qualcosa dai giovani, che devono essere il futuro della città e devono portare un ventata di novità etica, culturale, di comportamento, mentre per quanto mi riguarda ritengo la mia partecipazione alla vita politica una parentesi negativa che non intendo riaprire».

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