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Tropea, veduta aereaIl futuro è oggi, il cambiamento è adesso

“AA cercasi sindaco per Tropea"

Riflessioni di una giovane tropeana

 

di Dalila Nesci

foto Salvatore Libertino

 

Molti si sono abbandonati in considerazioni e proposte di ogni genere con riguardo all’attuale situazione della nostra Tropea. Una città che,improvvisamente, si è ritrovata senza un sindaco e con una nuova rotta da tracciare. Ebbene a questo punto,la domanda nasce spontanea. Forse sarebbe meglio dire le domande: quale la causa di così tanta incoscienza ad inizio della stagione estiva? Quale la causa di così tanta irresponsabilità? Da parte di chi? E soprattutto a che scopo?

 Se avessi una risposta a tutte queste domande avrei già capito il senso della vita e forse anche il segreto della felicità! Ma ahimé ignoro tutto ciò.

L’essere cittadina tropeana però mi da la possibilità di trarre le mie deduzioni o quanto meno- perchè non posso esimermi- esporre alcuni dei miei pensieri. I “giovani” sono stati chiamati in causa da quasi  tutti i politici tropeani i cui giudizi sono stati riportati nel giornale web www.tropeaedintorni.it con il titolo “AA cercasi sindaco per Tropea”.  In quanto “giovane” decido di esporre quanto segue.

Ho la sensazione che a furia di attendere che qualcuno decida di passarci il testimone, per dare davvero la possibilità di mettere a disposizione le nostre energie per la città, saremo già vecchi e già così stanchi da sperare in altri giovani. I giovani? Chi sono questi giovani? Questi ragazzi che sono sulla bocca di ogni politico o politicante che a dir si voglia? Tutti dicono che siamo il futuro. Io dico che siamo il presente. Un presente che presto ci sfuggirà di mano se non vigiliamo su quanto sta accadendo.

Dico ancora che i giovani, cari politici e uomini impegnati, sono quelli a cui voi state negando una prospettiva migliore di vita, state negando la possibilità di poter decidere liberamente se pensare ad un futuro nella propria città. Perché è una città che da troppo tempo non si evolve e rimane schiava di chissà quale potere forte. Da troppi anni si perpetua un rito becero per le modalità e deludente per il risultato che ne consegue. Mi riferisco al fatto che da troppi anni, con una cadenza quasi programmata oserei dire, misteriosamente ogni Amministrazione comunale (qualsiasi essa sia) cade nel baratro e va a fondo con tutto l’equipaggio. Certo sono troppo giovane per conoscerne le cause intrinseche, ma sono abbastanza grande per dire no a tutto questo. No a chi si porge come finto paladino della giustizia, a chi per “interessi di bottega”  è capace di vanificare tutto, no a chi è senza ideali e per questo è sempre pronto  a cambiare “padrone”. Vi sembrano frasi troppo propagandistiche? Eppure sono situazioni che facilmente sono riscontrabili nella realtà più prossima.

Tutto questo per dire che trovo ripugnante il fatto che i consiglieri sia di minoranza ma soprattutto quelli della maggioranza abbiano deciso di sfiduciare un sindaco che nel bene o nel male era stato eletto. Ebbene se il popolo tropeano aveva eletto Antonio Euticchio alla carica di sindaco, l’art.1 della nostra costituzione recita: “L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro e la sovranità appartiene al popolo”. Dunque è demandato  alla volontà popolare il governo della cosa pubblica. Un popolo (anche quello tropeano) che eleggendo i suoi rappresentanti esercitando il diritto-dovere di voto sceglie di delegare il “potere di governare”. Non sono così illusa da credere che ogni sindaco eletto sia la persona adatta a porsi a capo di una città, e né tanto meno penso alla politica come qualcosa di immutabile! Credo però che un minimo di onestà intellettuale e di coerenza da voi adulti bisogna pretenderla.

 I giochi della politica e forse qualche interesse personale contrastante con essa non possono trovare spazio fino a soffocare i reali bisogni di una città in un momento come questo.

Ci troviamo in un momento storico di forte incertezza anche a livello nazionale e mondiale. Pensiamo alla crisi globale e alle problematiche sull’ambiente. Argomenti di tale livello hanno bisogno di slanci di più ampio respiro. Una presa di coscienza della necessità di cambiamento è perciò auspicabile e quanto mai necessaria. Certo Tropea non è il mondo, ne tanto meno il centro del mondo. Però è la nostra città. Ognuno di noi è responsabile di quanto accade e credo che nessuno intenda assistere da spettatore passivo ad una farsa in cui vede la propria città in balia di ogni capriccio della maggioranza di turno o dello “scontento” di turno.

Chiedo solo più chiarezza e soprattutto vorrei che ci fossero risparmiate le lagnanze sull’attuale commissario. Prima di lamentarsi sull’agire più o meno opportuno di un commissario, dovremmo chiederci del perché adesso sia lui a governare Tropea. Molti hanno avuto la possibilità di darsi da fare per la città nel momento in cui sono stati eletti e pochi, pochissimi lo hanno fatto.

Ciò che conta in tali situazioni come la nostra è capire che a scegliere saremo noi in quanto cittadini onesti. L’importanza di una scelta che ad ogni costo dovrà essere ponderata e non dettata necessariamente dal clientelismo, quello spinto dalla più spicciola demagogia.

Credo che almeno un ideale dovrebbe accomunare tutti coloro i quali decidano di spendersi in politica, al di là del colore di partito: il dovere civico di  portare avanti interessi per la collettività e l’ amore per la propria città. Non si tratta di avere una visione romantica della politica ma piuttosto vi è l’intenzione di riportare l’attenzione sull’obiettivo principe di ogni amministratore: il bene comune.

Sono troppi i rischi a cui state esponendo noi giovani, quelli che voi dite essere il futuro e avere tanto a cuore.

Il futuro è oggi, il cambiamento è adesso.

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