I tropeani in cattedrale rendono omaggio alle
eccezionali doti umane ed allo spirito francescano del loro Pastore
Domenico Tarcisio Cortese, domenica ha celebrato la sua
ultima messa da Vescovo a Tropea
Nell'omelia ha confessato la sua amarezza di non essere riuscito a far
riconoscere a don Francesco Mottola la sua eroicità
di Caterina Pandullo
foto Salvatore Libertino
Tropea
2 settembre 2007 - Affollata anche nel sagrato la cattedrale di Tropea
per il commiato a monsignor Domenico Tarcisio Cortese che domenica ha celebrato
la sua ultima messa da Vescovo. Una comunità partecipe e commossa ha ascoltato
l’omelia incentrata nel ricordo della sua lunga esperienza episcopale in una
cittadina che l’ha accolto molto prima di ricevere l’investitura di capo della
diocesi di Mileto-Tropea-Nicotera, nel lontano 1947, quando svolse la sua
missione di giovane seguace dei Frati Minori Francescani nel convento
dell’antica chiesa della Sanità (oggi chiesa del Convento). E lo spirito
francescano, improntato ai sentimenti di solidarietà, accoglienza , rispetto
della dignità, vicinanza spirituale e materiale verso i più
umili,
poveri, emarginati ha caratterizzato la sua attività pastorale durata ben 28
anni , iniziata il 9 settembre 1979, ricorrenza del giorno dell’incoronazione
della Madonna di Romania, da lui profondamente amata e venerata. Il sentimento
intenso e vivissimo che lo lega ai tropeani che di lui hanno sempre apprezzato ,
oltre alle eccezionali doti umane, testimoniate dalle sue opere e dai numerosi
beneficati all’interno della diocesi, anche la grande abilità oratoria con cui
spesso , da concreto e forbito predicatore, ha fustigato costumi, tendenze,
mode, comportamenti non solo di chi vive fuori della chiesa ma anche degli
stessi membri e di coloro che si professano cristiani ma del messaggio
evangelico vivono solo gli aspetti formali ed esteriori. “Il mio discorso, ha
puntualizzato durante la predica, non vuole essere né un addio, né un resoconto
della mia gestione perchè la Chiesa non è un’azienda o una famiglia, ma vuole
esprimere la mia gratitudine e riconoscenza per l’accoglienza e l’amicizia che
mi avete sempre dimostrato”. Un pensiero particolare l’ha rivolto alla famiglia
oblata “che tiene vivo lo spirito di donazione del suo fondatore don Francesco
Mottola” per il quale è in corso la causa di beatificazione. A riguardo ha
confessato la sua “amarezza perchè durante il mio episcopato non siamo riusciti
a far riconoscere la sua eroicità ma il mio augurio è che l’ottenga il nuovo
vescovo all’inizio del suo”. I due passi del Vangelo letti durante la
celebrazione, che esaltano l’umiltà ed il rispetto della dignità dei più
poveri, gli hanno offerto lo spunto per suggellare quell’insegnamento che con
la parola e l’esempio ha testimoniato durante la sua lunga e fruttuosa
attività pastorale. Presenti alla cerimonia l’amministrazione
comunale con a capo il sindaco Antonio Euticchio, gli ex sindaci di Tropea
Mimma Cortese, Domenico Carratelli, Egidio Repice, tutti legati a don Cortese da
profondi legami di stima e di amicizia e, tra i numerosi prelati che hanno
concelebrato, anche una delegazione di preti ortodossi guidata
dall’archimandrita della diocesi greca di Melicuccà di Seminara che, poi in
privato, gli ha offerto in dono una catena con una croce. Lo stesso ha
esternato nei suoi confronti a noi di C.O sentimenti di profondo affetto e
riconoscenza perché “ ha accolto personalmente il patriarca di Costantinopoli
durante la sua visita a Vibo dimostrando eccezionale spirito cristiano di
condivisione, ospitalità ed accoglienza , doti a lui riconosciute anche da
tutti gli immigrati poveri, senza lavoro ed emarginati che ha incontrato nel suo
cammino”. Il parroco della cattedrale don Ignazio Toraldo a conclusione della
messa, nell’evidenziare che il “nuovo vescovo troverà un terreno già
dissodato”, ha voluto ricordare di monsignor Cortese il metodo con cui “ci ha
insegnato ad essere realistici e a non scandalizzarci di fronte alla sofferenza
del male e l’invito all’unità”. E per fargli sentire acusticamente la presenza
di Tropea gli ha regalato una bella conchiglia del suo mare che fa risuonare
il rumore delle onde a lui così familiare, perchè quotidianamente ascoltato nei
tanti anni vissuti al Convento che si affaccia sull’omonima marina.
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www.tropeaedintorni.it 2 settembre 2007 |