“Un ponte per un sogno”

Teresa Grimaldi, presidente dell’associazione Kuore ha incontrato il Patriarca Metropolita Ficaret della Bilorussia

Donata un’icona della Madonna di Romania costruita dai ragazzi del Centro tropeano diretto da don Ignazio Toraldo

 

di Vittoria Saccà

foto archivio tropeaedintorni.it

 

Tropea - Teresa Grimaldi, presidente dell’associazione Kuore, è ritornata da qualche giorno dal suo viaggio in Bielorussia. Poiché, il governo bielorusso ha irrigidito la sua posizione in materia di affido dei minori anche nei confronti dell’Italia, a causa della nota vicenda della piccola Maria ospitata da una coppia di Genova,  per Natale tutti i bambini sono rimasti nei loro Istituti. Grimaldi ha quindi voluto raggiungerli nella loro terra per portare i saluti delle famiglie tropeane e qualche piccolo dono.

In Bielorussia, ci spiega la presidente, il 13 gennaio è la giornata in cui si festeggia la fine dell’anno e l’arrivo del nuovo. Ella avrebbe voluto festeggiarlo insieme ai bambini legati all’associazione Kuore, facendoli stare tutti insieme in un momento di festa comune. Purtroppo sono alloggiati in diversi Istituti molto distanti tra loro. “Le autorità – dice – ci hanno creato problemi. Perché per fare arrivare i bambini a Minsk, sarei dovuta andare io Istituto per Istituto, lasciare il mio passaporto quale pegno, per poi riportarli personalmente. Cosa impossibile! Ma la festa è solo rimandata!” Comunque, una parte dei fondi raccolti nel periodo natalizio è stata impegnata per portare un po’ di gioia a 280 bambini ricoverati presso l’ospedale oncologico  Baravlana a Minsk, là dove sono curati i bambini che vengono a Tropea grazie al progetto “Un ponte per un sogno”.

Per loro ci sono stati chili di frutta e tanti giocattoli. “Prima di fare il giro per tutti i sei piani dell’ospedale – racconta Grimaldi – mentre mi vestivo e truccavo da Babbo Natale, la psicologa mi ha chiesto se ero pronta ad affrontare i bambini. Ti consegneranno delle letterine, mi disse, ti chiederanno la salute, ti diranno che non vogliono più continuare la chemioterapia. Mi raccomando, non piangere, mi consigliava la dottoressa, perché Babbo Natale non piange, rassicura, dà forza alle mamme, promette; non falliamo in questa cosa!”

Le emozioni che la presidente ha provato, mentre si accostava ai bambini, sono stati tantissimi. Ha cercato di tenere presente i consigli della psicologa, non trattenendo più le lacrime di fronte ad un bimbo operato da due giorni che ha voluto suonare per lei. Emozioni indescrivibili, ci racconta, che hanno ripagato le tante fatiche affrontate.

“Mi appello – aggiunge - a quelle famiglie della mia stessa associazione e che hanno risposto di no alle mie richieste di aiuto per raccogliere fondi. Non hanno voluto aiutarmi perché i nostri bambini non sarebbero venuti. Ancora mi pesa la risposta di qualche mamma per la quale i bambini dovrebbero rimanere là a morire di fame! Quando intraprendo qualche iniziativa – prosegue Grimaldi – non è mai per i bambini ospiti nelle nostre famiglie, ma sempre per gli altri, per quelli che forse sono abbandonati e che hanno bisogno del nostro amore.”

Nel suo viaggio in Bielorussia ha chiesto e ottenuto un incontro con il Patriarca Metropolita Ficaret con il preciso intento di chiedere un suo intervento presso il Governo a favore dei bambini affinché possano ritornare ad essere ospitati  nelle famiglie. A lui, in regalo, è stata donata un’icona della Madonna di Romania costruita dai ragazzi del Centro tropeano diretto da don Ignazio Toraldo.

“Portate il mio saluto a tutte le famiglie italiane che fanno questo tipo di esperienza. Ringraziatele da parte mia. Un saluto a padre Nilo. – Ha detto il Patriarca ed ha aggiunto – sono sicuro che tutto tornerà come prima”.

Anche Teresa Grimaldi è fiduciosa nel ritorno alla normalità perché tutte le autorità preposte si stanno adoperando verso il governo Bielorusso. Nel frattempo, dice, bisogna continuare a stare vicino ai bambini e per questo ringrazia tutti coloro che continuano a darle una mano, in particolare le famiglie Rocca e Romano di Serra San Bruno, i sacerdoti della diocesi. Resta come punto fermo, conclude Grimaldi, che i bambini, sia che si trovino negli Istituti, sia ricoverati negli ospedali, hanno bisogno di sentire il calore del nostro affetto, e questo non lo possono avvertire se noi ci dimentichiamo di loro.

 

Redazione gazzettino 
    di Tropea e dintorni

 

 

    www.tropeaedintorni.it        febbraio 2007