L'addio a Felice D'Agostino
Tante sono state le personalità del mondo politico
presenti alla messa
Un grande socialista che lascia un’impronta che resterà ad esempio
indelebile per tutti
di Vittoria Saccà
foto Salvatore Libertino
Tropea
- Accompagnato dall’inno nazionale suonato dalla banda di Zungri, diretta da
Antonio La Torre, Felice D’Agostino, a termine della messa officiata da don
Ignazio Toraldo Di Francia, ha lasciato il duomo tra due ali di folla
visibilmente commossa ed ha attraversato il corso principale, passando tra quei
turisti che lui già immaginava, negli anni 70, nella città tanto amata da
sempre. A lui, tante personalità del mondo politico hanno reso omaggio con la
loro presenza. Evidenziamo quelle di Gaetano Bruni, presidente della provincia
di Vibo Valentia e degli assessori Paolo Barbieri e Lidio Vallone; di Rosario
Olivo, sindaco di Catanzaro, di Mario Magno vice presidente della provincia di
Catanzaro, di Guido Rhodio già presidente della Regione Calabria, di Leopoldo
Chieffallo già presidente della provincia di Catanzaro; presenti anche il
senatore Antonino Murmura e l’onorevole Domenico Caratelli; i sindaci di Tropea
Antonio Euticchio con tutti gli assessori e i consiglieri, di Drapia Aurelio
Robolà, di Ricadi Mimmo Laria, di Ioppolo Salvatore Vecchio, di Briatico Andrea
Niglia; gli ex sindaci Gaetano Vallone e Giuseppe Maria Romano. Erano presenti i
dirigenti delle scuole di ogni ordine e grado e c’era anche la gente del popolo
a cui Felice D’Agostino non ha mai negato la sua attenzione e il suo aiuto.
Dall’altare, dove erano situati i gonfaloni della provincia di Vibo e di tante
città, l’assessore Pasquale Vasinton ha dato l’ultimo saluto a D’Agostino a nome
suo personale e a nome del sindaco Euticchio, della giunta e del consiglio
comunale, del partito socialista provinciale e locale. “Caro prof. D’Agostino –
ha detto tra l’altro l’assessore trattenendo la commozione - siete stato una
persona onesta, colta, di grande spessore umano, sempre a disposizione della
gente, in particolare di quelli che avevano bisogno, non avete mai negato a
nessuno un aiuto, una buona parola, in nome di un’idea della vita e della
politica che nessuno meglio di voi ha saputo mettere in pratica. Avete dato
dignità, possibilità di futuro, libertà a molti uomini e donne di questa città,
in particolare, e non solo, quella libertà che proviene dall’affrancarsi dal
bisogno economico e permette di essere cittadini liberi. Avete fatto questo – ha
proseguito Vasinton – in momenti storici non certamente facili, quando le
condizioni storiche, sociali, economiche erano difficili. Tutto questo vi ha
fatto grande, vi nobilita e senza dubbio o retorica di sorta, vi consente di
essere annoverato tra gli uomini illustri di questa città e della Regione
Calabria. Siete stato nei fatti, un vero, grande socialista”. Professore,
sindaco, presidente o semplicemente Felice per gli amici, ha inoltre detto
Vasinton, Felice D’Agostino lascia un’impronta che resterà ad esempio indelebile
per tutti perché “uomo di cultura, politico illuminato, uomo onesto e di
indubbia integrità morale che si è speso per far crescere la nostra gente ed i
nostri territori.”
E’ seguito il saluto di Chieffallo che ha ricordato i tempi in cui gli è
succeduto alla provincia di Catanzaro e quanto D’Agostino ha dato a tutta la
provincia con il suo impegno. Amante della poesia, egli è stato un socialista
illuminato sempre coerente e pronto a difendere le sue idee, anche di fronte
allo tsunami che si è abbattuto nel partito socialista italiano, perché egli
diceva che gli uomini passano ma le idee rimangono. Chieffallo ha altresì
ricordato con quanta tenacia e determinazione si è speso per la città di Tropea
andando su e giù da Catanzaro rischiando anche la vita sulle strade. Per la sua
Tropea si è preoccupato perché avesse un ospedale, le strade, il porto e in
tante altre situazioni ha lottato senza posa. D’Agostino era un uomo colto,
umanista di grande qualità. E’ a lui che si deve la nascita della rivista La
Provincia di Catanzaro con cui si magnificarono i poeti calabresi; si spese
anche per il premio Berto. Fu un amministrare forte e tenace, legato al
socialismo della libertà. Chieffallo ha concluso paragonando Felice D’Agostino
ad una meteora che ha lasciato, con la sua vita spesa per gli altri, una scia
luminosa.
L’ultimo atto di altruismo del grande professore D’Agostino è racchiuso nel suo
amorevole desiderio, quello di devolvere le offerte raccolte durante le sue
esequie, ai bambini del Sudan.
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