Grande partecipazione di pubblico

La festa du  tri da Cruci 2007

Note e considerazioni di un membro del Comitato organizzatore

 

di Enzo Taccone

foto Salvatore Libertino

 

Tropea -  Nell'antico borgo (via Umberto Primo) vi era una Chiesa dove veniva praticato il culto delle tre Croci Successivamente venne lesionata dal terremoto del 1783 e completamente rasa al suolo da un violenta tempesta nel 1875. Dalle macerie furono recuperate le tre Croci, portate nella Chiesa di San Michele Arcangelo (Purgatorio),  e col tempo si sono perse le tracce. Attualmente esiste una edicola che raffigura la deposizione e della festa religiosa rimane solo la devozione della gente e la novena recitata dalle signore del borgo; continua, molto sentita dai tropeani, quella popolare e tradizionale.

Questa  Festa du Tri da Cruci ha origini che si perdono in tempi lontani. Il ballo del camiuzzu è una forma di derisione ai saraceni che costringevano i tropeani a pagare le tasse su un cammello mentre l’incendio delle barche ricorda la vittoria alla battaglia di Lepanto dove un equipaggio tropeano vi prese parte. Gli storici attribuiscono una seconda versione, seconda la quale rappresentano la nostra vittoria sui turchi e da questo episodio alcuni scogli vennero chiamati  appunto “gabbaturchi”. 

Non si può certo dire che la Pro Loco di Tropea ed il Comitato organizzatore della festa du Tri da Cruci non siano rimasti soddisfatti di come si è svolto l’evento tanto atteso.

Per 9 giorni i giganti e il caratteristico suono della caricatumbula hanno preannunciato la festa tradizionale e popolare. I bambini hanno seguito i giganti come ai vecchi tempi ed i turisti con le macchine digitali o con i cellulari immortalavano  il loro passaggio.

Siamo andati alla marina e mi ha colpito il sorriso di una ragazza sopra un balcone che batteva le mani. Nelle scuole poi elementari, medie e all’asilo siamo stati letteralmente travolti dall’entusiasmo dei ragazzi che volevano toccare i giganti facendoci capire quanto sia facile coinvolgerli e tornare alla semplicità di una festa che ha radici profonde nel nostro passato. Il “tamburinaru” era veramente bravo ed ha ricevuto numerosi consensi ed applausi.

I giochi fanno parte di una tradizione dove la maggior parte,  fa a gara per vincere e primeggiare sull’altro. Ma la partecipazione di alcuni ragazzi e delle donne ci ha portati a gustare una gioia diversa alla quale non eravamo abituati. Lo stile e la signorilità poi di un partecipante che si è iscritto a tutti i giochi lasciando all’organizzazione tutte le vincite – e non è la prima volta - direi che sono stati notevoli.

Il gruppo musicale “Quarta aumentata” era veramente bravo preceduto inaspettatamente da alcune giovani cantanti al posto del gruppo Doctor's Soul come da programma. La musica pop etnico popolare è una evoluzione della musica tradizionale folcloristica. I numerosi turisti hanno gradito e si sono fatti coinvolgere.

I camiuzzi di focu hanno fatto il loro dovere anche se le sembianze da asinelli tolgono il fascino a quelli tradizionali fatti di canne. Le barche sono state incendiate, meglio dell’anno scorso. La colombina che secondo i racconti popolari annunciava il ritorno dei superstiti vittoriosi,   stavolta è partita e si è fermata a metà strada. Andrà meglio il prossimo anno?

Le modeste girandole hanno preannunciato i fuochi pirotecnici che posizionati su due zattere a cento metri dalla riva, sotto l’Isola, hanno acceso di sogni la notte tropeana. Sono piaciuti a tutti! La trasparenza del mare e le varie coreografie ci hanno regalato un finale veramente degno.     

 I ringraziamenti sono rivolti a tutti i cittadini che hanno contribuito, al Comune, all’Associazione Commercianti, a Meeting Point e direi anche a due ragazzini Pietro e Franco che con molta umiltà ci hanno aiutati a realizzare “la grande festa”.  L’appuntamento è al prossimo anno.

 

 

Redazione gazzettino 
    di Tropea e dintorni

 

    www.tropeaedintorni.it        3 maggio 2007