La rabbia ed il dolore di parenti e amici

Federica ha scelto di volare tra gli angeli

Il sogno di diventare giornalista non lo potrà più realizzare, il consiglio dell'Ordine dei Giornalisti  promuoverà un premio in ricordo di Federica Monteleone

 

di Vittoria Saccà

foto archivio tropeaedintorni.it

 

Federica non risponderà più all’appello in classe. Al numero 19 dell’elenco resterà un vuoto incolmabile. In quella classe seconda F del liceo scientifico “G. Berto” di Vibo Valentia dove i suoi 26 compagni non avevano più pace da quando, il 19 gennaio la loro “Fede” era entrata in coma.

Per mattina di venerdì, tutto era stato preparato dal preside Fiorenzo Restuccia, per far partire la classe alla volta di Cosenza che non resisteva più a stare lontana dalla loro compagna e amica.  Si preannunciava una giornata diversa perché finalmente avrebbero potuto vederla e starle un po’ vicino. Sul pullman avevano portato tanti cartelloni con frasi di speranza, regalini incartati e infiocchettati. Pensieri, poesie! “Non arrenderti, non puoi, non devi. Vinci questa dura battaglia – le scriveva la compagna Maria - esci  da quella gabbia dorata, da quel mondo ovattato, ritorna a noi, ritorna alla vita, ai suoi rumori, alla sua frenesia, ai giorni pieni di mille emozioni, di mille interessi, ai giorni grigi, cupi, al sole che splende, a un cuore che palpita d’amore. Coraggio Federica, apri gli occhi, ti attende il sorriso della tua mamma, di tutti coloro che ti vogliono bene, forza, spiega le ali,  ricomincia a volare”.  A Cosenza, invece, un epilogo amaro. I ragazzi neanche sono entrati in ospedale perché la vigilanza li ha bloccati alla porta. Li stavano aspettando, infatti, perché si sapeva del loro arrivo. Avevano parlato con la mamma di Federica mentre erano sul pullman per dare la certezza del loro arrivo. E la signora Maria si era dimostrata felice di questa visita dei compagni, della docente di lettere, del preside Restuccia, della docente Franca Falduto che accompagnava una delegazione della Consulta studentesca. Tutta la scuola di Vibo sarebbe stata lì, ad esprimere affetto a Federica e ai genitori.

Ma al telefono, quando si aspettava fuori dalla porta del reparto di rianimazione, la signora Maria, che nella telefonata precedente era felice per l’arrivo dei ragazzi, ora piangeva e tra le lacrime diceva  “Federica ha fatto la sua scelta. E’ andata via, per sempre”.

L’irreparabile era successo. Federica aveva scelto di andare via, di spiegare le sue ali e volare in alto come una leggiadra farfalla. E aveva aspettato proprio l’arrivo dei suoi compagni per dire a tutti addio. Ha voluto la sua classe vicina, anche la sua prof. di lettere e il preside della scuola dove lei andava con tanta voglia d’imparare.

E quante cose imparava! Studentessa modello. Una di quelle ragazze che sono la gioia di ogni insegnante perché si poteva parlare di tutto e camminare spediti sulla via del sapere.

Non sembra vero che ora si debba passare ai ricordi.

Federica, ha detto la sua mamma tra le lacrime e la più profonda disperazione, ha bruciato le tappe, in neanche sedici anni, ha realizzato ciò che si fa in tanti anni di vita.

Era troppo perfetta per restare con noi. Lei amava scrivere e andava alla ricerca di argomenti, senza che nessuno glieli suggerisse. Preferiva calarsi nella storia dei grandi uomini. Chissà, forse sognava di diventare qualcuno, un domani, e lasciare il suo nome scritto indelebilmente da qualche parte. E c’è riuscita prima ancora del tempo! Il suo nome risuonerà per tanto tempo e per tutta la nazione!

Ragazza forte e tenace. Dalla scuola non si assentava quasi mai. La febbre fino a 37 non la faceva restare a casa. Non voleva perdere mai le lezioni. Neanche quando fu costretta a portare il gesso alla gamba si assentò, perché si accompagnava con  le stampelle che poggiava al muro. Mai un lamento, mai una giustificazione, mai un impreparato. Sempre a posto!

Quanti ricordi di questa giovane fanciulla! Dal suo sempre pronto sorriso, ai suoi lunghi capelli neri, ai suoi occhi profondi, alla sua passione per la danza. E la copertina del suo quaderno di latino, portava l’immagine di una ballerina che danzava in un teatro. Sta danzando Federica, ora, flessuosa, leggera come una farfalla in quella dimensione senza spazio e senza tempo dove solo i prescelti possono entrare.

Ai suoi compagni, a tutte le persone che l’hanno conosciuta, rimane la consapevolezza del privilegio d’aver conosciuto e amato un Angelo. E gli Angeli devono tornare anzitempo alla casa del Padre! Addio piccola cara. Grazie per essere stata con noi.

 

Redazione gazzettino 
    di Tropea e dintorni

 

 

    www.tropeaedintorni.it        28 gennaio 2007