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Schede sintetiche dei protagonisti

dell'insediamento dei Redentoristi in Calabria nel 1790

di P. Salvatore Brugnano, redentorista

 

Padre Andrea Villani, Rettore Maggiore dei Redentoristi
di Domenico e Abbatessa Laura
- Nato l'  8 febbraio 1706 a Mercato San Severino (Curteri di Mercato San Severino - Salerno) - Ammesso tra i Redentoristi il 15 maggio 1737 - Professione dei Voti il 9 o 10 maggio 1743 Voto di Perseveranza; 21 luglio 1740 a Ciorani.
- Consultore Generale per molti anni, essendo Rettore Maggiore S. Alfonso - Vicario Generale dal 25 maggio 1762 al 26 giugno 1780, essendo Rettore Maggiore S. Alfonso, ma assente perché Vescovo a S. Agata dei Goti. - Coadiutore del Rettore Maggiore S. Alfonso, con diritto di successione, dal 16 agosto 1783 al 3 agosto 1787 - Rettore Maggiore dal 3 agosto 1787 al 11 aprile 1792 (per il Regno di Napoli) - Morì il 11 aprile 1792 a Pagani.

 


Ferdinando IV, Re delle Due Sicilie

Figlio terzogenito di Carlo III e di Amalia di Sassonia, nato a Napoli il 12 gennaio 1751. Divenne Re di Napoli sotto la tutela del Consiglio di Reggenza presieduto dal potente ministro Bernardo Tanucci.
Nel 1768 sposò Maria Carolina d'Asburgo dalla quale ebbe molti figli, di cui solo pochi raggiunsero l'età adulta: tra questi gli succederà il figlio Francesco col nome di Francesco I di Borbone.
- Il suo governo fu sconvolto da eventi drammatici e da cambiamenti politici e sociali eccezionali: il terremoto del 1783, la Rivoluzione Francese, la Repubblica Partenopea, le coalizioni antinapoleoniche e la restaurazione borbonica. - Apprezzava molto l'opera pastorale dei Redentoristi: non di rado se ne servì per promuovere religiosamente e umanamente zone depresse e a volte anche calmare situazioni preoccupanti. - Egli volle la fondazione delle case redentoriste in Calabria.


Mons. Giovanni Vincenzo Monforte, Vescovo di Tropea
Patrizio Napoletano e Canonico di quella Metropolitana, nacque a Sorrento nel dicembre del 1733. Si laureò in giurisprudenza e divenne canonico-diacono-cardinale sotto il titolo di Santa Maria ad Nives della Cattedrale di Napoli. Fu nominato Vescovo il 21 dicembre 1786 e consacrato il 4 giugno dell'anno seguente. Dedicò ogni premura alla ricostruzione della Cattedrale che patì non poche rovine da parte del terremoto del 1783 e nel luglio del 1789 la riconsacrò, così come si legge nell'epitaffio scolpito sulla piccola porta del tempio. Regalò alla sacrestia vari arredi sacri. Fece fondere la "gran campana". Costruì una grande baracca nel borgo della città per uso dell'episcopio, sulla cui porta d'ingresso esiste una specifica epigrafe. Ripopolò il seminario e lo dotò di scelti professori. Durante l'episcopato, nel 1790, si insediarono a Tropea i Padri Liguorini che aprirono il noto collegio. Nel 1795 restaurò l'episcopio caduto per il terremoto del 1783, come si può rilevare dalla lapide affissa in una sala dell'edificio.
Il 29 gennaio fu trasferito alla sede episcopale di Nola. Nella circostanza volle regalare alla Chiesa di Tropea un ostensorio di argento dorato. Lasciò alla suddetta Chiesa altre elargizioni per testamento, come due magnifiche e preziose mitre. Nel 1800 venne nominato gran cancelliere dell'ordine di S. Ferdinando e del Merito e poi Arcivescovo di Napoli. Il 15 giugno 1802 spirò. (fonte: Tropea Magazine)

 


Padre Corrado Bartolomeo Mattia
Nato il 24 febbraio 1733 a Montecorvino Rovella (Salerno) - Ammesso in Congregazione il 25 dicembre 1759 - Ha professato i voti il 12 novembre 1760 a Pagani - Era già sacerdote e canonico a Montecorvino quando divenne redentorista - Godette ampia fiducia da parte di S. Alfonso di cui fu Vicario Generale dal 26 giugno 1780 al 16 agosto 1783. S. Alfonso gli affidò il compito di risolvere con la Corte di Napoli la spinosa questione del Regolamento. Fu ancora Vicario generale dal 26 febbraio 1793 al 12 marzo 1793, dopo la morte del Vicario Generale Padre  Mazzini) -  Fu Consultore Generale dall' 8 agosto 1783 al 10 giugno 1785 -  Morì il 5 marzo 1797 a Portici per idropisia, mentre da Napoli si portava a Pagani, ove fu sepolto. - Si conservano ben 23 lettere indirizzate a lui da S. Alfonso.


Padre Angelo Gaudino (anche Gaudini)
Nato il 16 maggio 1738 a Solopaca (Benevento) - Vestì l'abito redentorista il 22 luglio 1781 e professò i voti il 13 giugno 1782 a Ciorani, ma era già sacerdote - Morì il  4 settembre 1806 a Solopaca, santamente, ivi trovandosi per infermità. - Avrà un nipote sacerdote redentorista, Salvatore (nato nel 1818) che per necessità di famiglia e infermità nel 1849 ritornerà anche lui al paese natale, Solopaca. - Qui sopravvive ancora il patrimonio della tradizione redentorista portato da questi due Redentoristi.

Morto S. Alfonso, il P. Gaudino si mise sulle tracce di testimoni delle virtù del S. Fondatore. Tannoia ne riporta alcune:
-  Libro 3, Cap. 15, p. 74 = D. Antonio Scottini guardaroba del Principe della Riccia in Airola anche attesta, che partendo Monsignore, tra le lenzuola ed il materasso, vi ritrovò nove pietre della grossezza d'una pallottola da giuoco. Altra persona attestò al nostro Padre Angelo Gaudino averlo osservato in tempo di visita tutto carico di cilizi. Per tanti anni prima di essere offeso da grave infermità, portò seco il suo saccone; ed ove arrivava facevalo empire di paglia, senza far uso del letto, che se gli preparava.
- Libro 3, Cap. 71, p. 380 = Avendo incontrato per strada il nostro P. D. Angelo Gaudino, andando in Arienzo, un  uomo di campagna, questi li disse cose mirabili di Monsignore. Tra l'altro, che, andando in  Visita, cavalcava un somaro; e che talvolta andava così lacero di camicia, che anche se li vedevano le catenette, che portava cinte al fianco.
- Libro 3, Cap. 76, p. 409 = Incontrandosi per strada il nostro Padre D. Angelo Gaudino con un povero villano, questi  non poteva darsi pace per la partenza di Monsignore. "Quando noi andavamo alla montagna, ei disse, lasciavamo i nostri figli nel palazzo di Monsignore, ed eravamo sicuri di esser alimentati: ora che ha rinunciato, e se ne parte, a chi dobbiamo ricorrere?"


Padre Criscuoli Adeodato
di Pantaleone e Sorrentino Serafina - Nato il 12 maggio 1738 a Scala (Pontone di Scala, Salerno). Fu battezzato il 12 maggio 1738 - Fu ammesso tra i redentoristi il 2 febbraio 1757 e professò i voti il  9 febbraio 1758 a Ciorani. - Consultore Generale dal 5 settembre 1787 al 13/16 marzo 1793 e dal 31 dicembre 1799 al 31 luglio 1804, quando fu rettore Maggiore il P. Blasucci. - Morì il  31 luglio 1804 a Pagani. - Il  P. Criscuoli ebbe la consolazione di poter assistere in morte S. Alfonso: gli presentò a baciare prima l’ immagine di S. Michele, e quindi gli mise dinanzi agli occhi il Crocifisso e lo aiutò a prenderlo e baciarlo. - Si conservano18 lettere indirizzate a lui da S. Alfonso, il quale gli raccomandava caldamente la prassi degli incontri di studio per approfondire la teologia morale:  «Dico a tutti quei Padri che hanno la pagella di Monsignor Arcivescovo, che io mi contento, che faccino uso delle facoltà per tutto il mese di Settembre; e ne principj di detto mese ella mi darà conto, assieme col Prefetto de' Casi di Coscienza, dell'applicazione de' Padri allo studio della Morale, e del come siansi portati nelle conferenze de' Casi, e nelle pratiche Confessioni». (Libro 4, Cap. 14, p. 67)

 


Padre De Bonopane Fabio, primo Rettore di Tropea
di Pasquale e Assanti Nicolina -
Nato il 1 agosto 1740 a Grottaminarda (Avellino) - Ammesso in Congregazione il 3 novembre 1757, ha professato i voti il 25 dicembre 1758 a Deliceto. 
- È  morto a Tropea  il 6 ottobre 1796. - S. Alfonso gli ha indirizzato qualche lettera.
- Egli ha potuto testimoniare di persona la fervida attività di S. Alfonso, anche quando si ritirò dalla diocesi di S. Agata. In Tannoia, Libro 3, Cap. 8, p. 35, troviamo la sua testimonianza: «Tale fu l'applicazione giornale di Monsignor Liguori. Il P. D. Fabbio Buonopane, che spesso era da lui, attestommi che ore sedici costantemente impiegava nelle cose spirituali, nelle applicazioni letterarie, e nel disbrigo degli affari della Diocesi».

 

 

 


Padre Praticelli Giovanni Battista
Nato il  24 giugno 1748 a Longone Sabino (Rieti)  - Ammesso in Congregazione l'  8 dicembre 1765 ed ha professato i voti l' 8 dicembre 1766 a Deliceto (Foggia) - Ordinato sacerdote nel 1772 - Fu destinato alla Comunità di Stilo (Reggio Calabria), dove morì di "febbre nervina"  il 1 novembre 1802.

 


Padre Corrado Michelangelo
Nato il 29 settembre 1758 a Montecorvino Rovella (Salerno) - Ha professato i voti il 26 giugno 1780 - Fu ammonitore del Rettore di Materdomini nel 1794. -  Fu espulso per gravissime mancanze  il 20 ottobre 1803 e morì in patria.

 


Padre Pappacena Giuseppe  

(nella LiguoriniTropea/FotoRedentoristi(Brugnano): immaginetta della Madonna diffusa dal P. Pappacena)


Nato il 6 giugno 1759 a Palma Campania (Napoli) - Ammesso in Congregazione il 17 gennaio 1778, ha professato i voti nel luglio 1779 a Scifelli. - Ordinato sacerdote nel 1786. Morì di podagra a Ciorani il 23 dicembre 1820.
Nella Vita del Santo scritta dal Tannoia, troviamo il Pappacena protagonista di alcuni episodi che riguardano il Santo Fondatore Alfonso:
1. (Libro 4, Cap. 16, pag 79) = Sentendo in Messina un Maestro Domenicano malmenare questa Morale da un Pretazzolo, rivolgendosi al nostro P. Pappacena, vi vuol pazienza, disse, con certe persone, che niente vogliono studiare, e tutto sapere. Io da giovane ho sempre difeso contro i nostri, e contro gli esteri la Morale di Monsignor Liguori. Questa ho proposto a i nostri giovani, se desideravano riuscire buoni Confessori. Ho tenuto sempre, che nella regola de' costumi Iddio non avrebbe lasciato a se stesso uno de' suoi più fedeli Ministri.
2. (Libro 4, Cap. 16, p.82) = Il Padre Foderari, degnissimo Soggetto tra Filippini di Montelione, disse al nostro Padre Pappacena: "Io adoro le sentenze di Monsignor Liguori, e marcio sicuro colla coscienza: uomo che ha scritto colle ginocchia a terra, e con un Crocefisso impiagato avanti gli occhi. Soggiunse, e disse: io studio questa Morale ginocchioni per il profondo rispetto, che ho al suo santo Autore".
3. (Libro 4, Cap. 30 p. 151) = Dimandando un giorno al Padre D. Giuseppe Pappacena, ove si ritrovassero i nostri, e dettosegli, che per ogni parte si avevano notizie di strepitose conversioni, tutto se ne consolò, e prorompendo in pianto, ed io, disse, che faccio? Sono inutile, e sono di peso alla Comunità. - "Faticano gli altri per voi, ripigliò il Padre, perché siete Fondatore, ci avete la vostra parte...
4. (Libro 4, Cap. 33, p. 172)  = Avendosi sposato colla santa povertà facevagli orrore qualunque proprietà. Girando colle sedia rotabile, fu introdotto nella libreria. Vedendo il cembalo, dimandò al Padre Pappacena ivi presente, che cosa è questa? "Questo è il vostro cembalo, se gli disse, che vi fu donato dal vostro Signor Fratello". Alfonso in sentir vostro cembalo, quasi sorpreso da sacro orrore, cembalo vostro, ripigliò! Io non ho cosa mia, questo fu donato non a me, ma alla Comunità.


Padre Pizzi Domenico
Nato il 27 aprile 1760 a Palma Campania (Napoli) - Ammesso in Congregazione nel 1778, ha professato i voti il 13 novembre 1779 ed è divenuto sacerdote nel 1786. - È morto a Materdomini nel marzo 1822.
- Quando fu ordinato sacerdote insieme al Pappacena, andò a chiedere la benedizione. Ecco come Tannoia riporta l'episodio: «Essendo ascesi al Sacerdozio i nostri giovani Pappacena, e Pizzo, e portandosi da Monsignore per ringraziarlo, e baciargli la mano, Monsignore, in ossequio del Sacerdozio ricevuto, volle baciarla ad essi, e baciandola esclamò: Oh la gran dignità, oh la gran dignità del Sacerdote: ora siete più voi, che qualunque Sovrano, Re, o Imperatore. » (Libro 4, cap. 35, p.183)

 

 


Padre Volpe Giuseppe, di Leonardo
Nato il 14 febbraio 1760 a Conversano (Bari). Era già sacerdote quando vestì l'abito redentorista il 22 maggio 1788 e professò i voti il 11 aprile 1789 a Pagani. Successivamente alla venuta in Calabria fu Consultore Generale dal 4 ottobre 1817 al 12 ottobre 1818 con il Rettore Maggiore P. Nicola Mansione).- Morì il  3 novembre 1838 a Catanzaro, per attacchi di trombosi, dopo una vita santa.
- Da una testimonianza del tempo: «Per quanto sembrava di aspetto severo, truce e grave era non pertanto la dolcezza personificata, la stessa mansuetudine, carità ed umiltà. Il suo nome veniva pronunziato come di un santo, tanto che nelle varie quistioni che sogliono accadere nel mondo, lo si citava: Qui ci vorrebbe il P. Volpe.
Per molti anni stette a capo duella Comunità di Catanzaro, spronando col suo esempio all’osservanza piena della regola professata. La sua morte venne accompagnata dalle lagrime di quanti era amato, essendosi tenuto a padre, amico, conforto e sollievo nelle circostanze che succedevano».


Padre De Paola Giuseppe
Nato il 12 agosto 1762 a Morra De Sanctis (Avellino), vestì l'abito redentorista il 7 novembre 1784 (era suddiacono) e professò i voti il 16 ottobre 1785 a Deliceto. Divenne sacerdote il 10 aprile 1787 a Cava dei Tirreni (Salerno).
- Successivamente alla sua venuta in Calabria, nel 1793 fu destinato Prefetto dei Teologi a Caposele. Fu uomo esemplare e tutto di Dio. Morì il 25 Marzo 1826, nel Coro di Pagani, per trombosi  mentre ascoltava  la Messa e le campane a gloria suonavano, terminando il Sabato Santo: per la sua morte vi fu un rimpianto generale.
Era devotissimo del SS. Cuore di Gesù.  - Fu Consultore Generale dal 20 giugno 1811 al 3 ottobre 1817 con il Rettore Maggiore P. Blasucci e poi dal 3 ottobre 1817 al 13 dicembre 1823 con il Rettore Maggiore P. Mansione.

 


Padre Franza Francesco Saverio,
di Oto
Nato il 26 giugno 1763 ad Accadia (Foggia), ha vestito l'abito redentorista il 5 febbraio 1788 e professato i voti il 22 ottobre 1788 a Pagani. Divenuto sacerdote il 22 settembre 1787 a Lacedonia (Avellino), De Amato Nicola, vesc. di Lacedonia. - Morì il 22 aprile 1836 a Deliceto.


Padre Santoro Muzio
Nato il 6 febbraio 1764 a Nola (Napoli) è stato ammesso tra i Redentoristi il 11 novembre 1781 ed ha professato i voti  il 21 novembre 1782 a Materdomini. Divenuto sacerdote il  22 marzo 1788 a Napoli . Morto il 26 luglio 1819 a Pagani, per emorragia da bocca (ulcera ?).

 


Padre Ferrante Luigi
Nato il 10 novembre 1765 a Lauro (Domicella di Nola – Avellino), è stato ammesso tra i Redentoristi l'  8 dicembre 1783 ed ha professato i voti l'  8 dicembre 1784 a Materdomini. - Fu rettore di Materdomini dopo il P. Pizzi dal 15 Luglio 1805. - Morì santamente nell’ ex Collegio redentorista di Caserta il di 19 Gennaio 1840; e diè sangue per 33 ore dopo la morte. Fu di vita esemplarissima e mortificatissima, e morì in concetto di santità pieno di meriti e di virtù. Fu seppellito nella Chiesa redentorista di Caserta per ordine del Re.

 


Padre Cassese Felice, di Aniello
Nato il 22 maggio 1765 a Palma Campania (Napoli), ha vestito l'abito redentorista il 25 dicembre 1781 e professato i voti il 17 ottobre 1782 a Ciorani. ordinato sacerdote il  30 maggio 1789 a Muro Lucano (Potenza), De Luca Luca  Niccolò, vesc. di Muro Lucano. È stato Consultore generale Ammonitore del Rettore maggiore P. Cocle dal 15 giugno 1824 al 1/3 giugno 1832. - Uomo veramente apostolico, dotato di profonda dottrina, e tutto impegno per la salvezza delle anime, per l’ osservanza regolare sino agli ultimi momenti di sua vita. Munito dei SS. Sacramenti, dopo otto mesi di malattia sofferta con rassegnazione, morì in Pagani il 25 Maggio 1836 di anni 71; mentre era rettore di Ciorani.


Studente Carbone Camillo
Nato il  25 ottobre 1766 a Vico di Palma (Napoli), ha vestito l'abito redentorista il 11 novembre 1781 e professato i voti il 17 ottobre 1782 a Ciorani.  Morì giovanissimo in famiglia il 6 marzo 1795 all’ età di 29 anni a Vico di Palma, ove si trovava per infermità.
 


Studente Marolda Luigi (fratello di Pietro Ignazio vescovo),
di Gerardo
Nato l'  8 giugno 1768 a Muro Lucano (Potenza), ha vestito l'abito redentorista il  29 marzo 17 83  e professato i voti il  29 maggio 1784 a Deliceto (Foggia). Uscito di Congregazione, fu riammesso, ma poi se ne uscì definitivamente.

 


Studente Marolda Pietro Ignazio, fratello di Luigi, in seguito Vescovo,

di Gerardo
Nato l' 11 aprile 1770 a Muro Lucano (Potenza),  ha vestito l'abito redentorista il 15 agosto 1784 e professato i voti il  il 15 agosto 1785 a Deliceto.
- Fu Cosultore Generale dal 3 ottobre 1817 al 19 aprile 1822 on il Rettore Maggiore P. Mansione.
 - Era Consultore Generale quando fu eletto Vescovo delle Diocesi Unite di Marsico e Potenza il 19 aprile 1822; ma non accettò che per formale precetto di ubbidienza del Rettore Maggiore per ordine del Re.
- Nel Maggio 1834 tenne in Potenza il Sinodo Diocesano. Fu trasferito alla diocesi di Pozzuoli dal 19 maggio 1837 al 15 marzo 1842 data in cui morì per infarto a Pozzuoli.

 

 


Fratello Fischetti Giuseppe
Nato il  3 maggio 1752 a Guardia Lombardi (Avellino), ha professato i voti il  27 maggio 1787 a Deliceto. Quale Fratello Coadiutore fu richiesto per servizi da mons. Leggio e da, all'insaputa dei Superiori, fu ordinato sacerdote. Uscì di congregazione il 18 luglio 1801, perché, essendo morto in tale data mons. Leggio, non gli fu permesso di rientrare in Congregazione.

 


Fratello Pollio Alessio
Nato nel  1742 a Napoli, a 20 anni fu cameriere al servizio di S. Alfonso vescovo e anche quando si ritirò a Pagani: per ben 25 anni; si sposò ed ebbe una figlia. Prima che S. Alfonso morisse, rimasto vedovo, divenne Fratello Coadiutore redentorista. - Morì il 23 gennaio 1813 a Pagani,per asma cardiaca: in quel tempo risiedeva a Napoli, in un Ospizio riservato alla Congregazione.

 


Fratello Russo Francese, Paolo
Nato il  28 febbraio 1762 a Corato (Bari), ha vestito l'abito redentorista il  6 gennaio 1783 e professato i voti il  27 maggio 1787 a Deliceto. Morì il 25 settembre 1838 a Deliceto (Foggia).

 


Fratello Michele Nardo = nessuna notizia su questo nome.
 


Tropea

 

 

Case dei Redentoristi in Calabria nel 1790

 

Tre anni dopo la morte di S. Alfonso, 1790, vennero fondate le Case di Tropea, di Catanzaro e di Stilo. Successivamente, nel 1820, si aprì la Casa di Corigliano Calabro e nel 1860 la Casa di Reggio Calabria, ma con la soppressione degli istituti religiosi (1860-66) furono tutte chiuse. Nel 1898 si aprì la casa di S. Andrea sul Ionio (CZ). - Oggi, 2009,  i Redentoristi sono presenti in Calabria a Tropea e a Schiavonea di Corigliano.
Il re Ferdinando IV dispose che alla Casa di Tropea fossero assegnati 1.500 ducati come rendita di beni stabili, per 12 sacerdoti e varii laici: Chiesa e Casa furono quelle appartenute ai ai Gesuiti.
La Chiesa era dedicata a Gesù Redentore, sorta per opera dei Padri Gesuiti nel secolo XVIII, nei primi tempi della loro istituzione, sull’area della vecchia Chiesa di S. Nicola della Cattolica, già antica sede del Vescovo fino al 1495, epoca in cui fu inaugurato il Duomo attuale. Alla rifazione dell’abbandonato locale occorsero molti denari; dopor questi restauri la Comunità si accrebbe di altri 10 sacerdoti.
Da alloraseguì un periodo din intensattività: molto bene spirituale fu prodigato alla popolazione, che con grande pena nel 1867 si vide privata di quella sorgente di elette virtù.
Poco tempo dopo, nel vasto edifizio del Convento furono allogati tutti gli ufficii pubblici della città, e indine nel gennaio furono Chiesa e locale di abitazione abbandonati al concessionario Comune di Tropea che subito vi estese i suoi ufficii nelle stanze e la Chiesa affidò alle cure di un Canonico della Cattedrale.
 

 

 


 

Catanzaro

 

 

Testimonianza del Padre Savastano Gaetano (1824-1902): «Io venni ivi assegnato nel 1850 e dico quello che ne ho saputo e ricordo. Esso è situato quasi proprio nel centro della città ed il locale per sé medesimo non offriva cosa di rimarchevole, essendo piccolo piuttosto ed irregolare in un braccio, come può ben osservarsi nel presupposto in forme disegno. In quella casa fin dal suo inizio vi risedettero vari Padri di eminente santità e dottrina, i quali attirarono ai Liguorini tutto il rispetto e la venerazione dei cittadini di Catanzaro sì nobili, civili, negozianti, artisti e plebei, non che forestieri. Essi erano come il rifugio di tutti gli sconfortati, i quali nelle loro disdette, che si potevano soffrire, andavano a depositare nei cuori ed ai piedi dei figli di S. Alfonso tutte le ambasce sì temporali che spirituali, e ne ricevevano in ricambio quanto era necessario a sollevare i cuori afflitti.
La Chiesa, dedicata alla Vergine Martire S. Caterina era ridente, però incompleta perché, senza crociera, ariosa, bella che rallegrava chiunque vi metteva il piede. Appartenne prima ai PP. Teatini ivi esistiti una volta, e non so perché lo abbandonarono. Aveva la sola navata di mezzo spaziosa e larga, contenente quattro fila di scanni di fronte coi loro intermedii fra essi, su quali potevano sedere comodamente otto persone, e fiancheggiata da otto cappelle sfondate coi loro altari, oltre il maggiore dedicato a S. Caterina.
Ora è un magazzino di abbigliamento da soldato, e quello che è peggio, vi hanno fatto un secondo piano, aprendovi dei finestroni ove erano situate le statue dei Santi che sono state trasportate e divise fra le diverse Chiese della Città. Quindi servì da caserma militare; passò in fine ad essere abitazione dei soldati».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

 

Stilo

 

 

Il Convento affidato ai Redentoristi è un antico Monistero dei Basiliani, situato circa 350 metri fuori di Stilo. La Chiesa, dedicata a S. Giovanni Teresti eremita, nato e morto in Stilo nel periodo delle incursioni saracene, ha nove Altari e possiede e possiede l’intero corpo dell’Abate dei Basiliani S. Giovanni di Teresti, che n’è il titolare e si festeggia il 24 giugno. Con Sovrano Dispaccio i Padri Liguorini presero possesso della Chiesa e Monistero il 16 Maggio 1790, ed ebbero a titolo di alimenti, pel Culto Divino, e Missioni tutti i beni del soppresso Monistero dei Basiliani, avuti nel 1075 dal Conte Ruggiero, dalla Contessa Adelasia e, dopo 47 anni, dal figlio loro il Re Ruggiero, come rilevasi dal libretto stampato nel 1645 «Privileggi e Cocessione».
Nella Chiesa vi si predicava in tutte le Domeniche, Festività e Sabati dell’anno, come pure in più Novene che vi si facevano, e si ascoltavano le Confessioni da tutti i Padri. I mezzi di mantenimento derivavano dalla Rendita dei beni dei Basiliani soppressi, dalle oblazioni dei Fedeli, dalle limosine delle Messe avventizie e dai lucri che si ricavavano dalla predicazione.
Ma la vita della Casa ebbe vita dura: Tutto il paese è in disgusto, l’Autorità contrarie, il Vescovo nemico, la Comunità scissa per le liti, e la Casa affastellatissima ed aggravatissima di debiti… Nel 1860 Chiesa e Convento furono soppressi dietro le spinte anticlericali che qui furono forti. Non risorse più. 

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