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ANCORA UNA BEFFA

 

Tropea oggi è considerata una città dai fantastici reperti storici e dall’urbanistica tanto originale quanto affascinante.  La sua rupe tufacea ammalata ed in declino la fanno apparire un gigante dai piedi di argilla. Appena ieri è stata diramata, enfaticamente e trionfalmente, la notizia che il Ministro Pecoraro Scanio, a seguito di un incontro con il Presidente Loiero, che a sua volta l’ha comunicata al Presidente della Provincia e che di rimando ne ha informato il Sindaco, ha stanziato per Tropea un milione di euro. Vale a dire nulla!

Qualche anno fa un altro crollo significativo registrò l’interessamento del Consigliere Regionale Giamborino con un finanziamento di 800.000 euro, non ancora spesi.

E’ netta l’impressione che siamo di fronte ad una sottovalutazione colpevole, da parte della Regione Calabria, di un  problema che si trascina ormai da un trentennio e che non potrà essere risolto attraverso episodici e minimali interventi, ogni qualvolta un pezzo di rupe si stacca, creando panico ed allarmismi acquietati dal tempo.

Anni fa, la Regione Calabria intervenne sulla rupe con somme consistenti. Perché la rupe crolla principalmente nei punti oggetto di interventi? Il Presidente Loiero non sbaglierebbe se pretendesse dai tecnici della Regione precisi ragguagli in materia.  

Tropea ha bisogno di importanti opere di risanamento e consolidamento dell’abitato, caratterizzato da una fragilità strutturale della massa tufacea su cui risiede la Città, logorata nei secoli dagli agenti atmosferici e dall’erosione delle acque.

Occorre, pertanto, un progetto unitario, uno studio definitivo e sistematico della rupe, interventi programmati che individuino le priorità. Un provvedimento che accanto alle problematiche del dissesto si preoccupi anche del recupero restauro dell’ingente patrimonio storico artistico della Città.

In altre Regioni, come l’Umbria, problematiche similari hanno trovato sbocchi più efficaci e pertinenti. Si pensi alle ben tre leggi speciali, la prima del 78, la seconda dell’87 e la terza del 97, che hanno prodotto importanti opere di risanamento e consolidamento dei centri abitati di Orvieto e Todi. La spesa complessiva nei trentanni si aggira intorno ai 500 miliardi di vecchie lire.  Dimenticavo; siamo in terra di Calabria, dove il concetto di polo turistico è stato vanificato da una miriade di interventi a carattere campanilistico sull’errato presupposto che la nostra regione è una terra panturistica. Quando tutto è turismo significa che niente è turismo!

Tropea, la cosiddetta capitale del turismo calabrese viene così quotidianamente mortificata. Restano irrisolti problemi annosi: il continuo dissesto idrogeologico, l’accessibilità al  centro, la riqualificazione delle principali emergenze architettoniche e archeologiche (museI, palazzi nobiliari, chiese), un progetto generale d’intervento di bonifica e consolidamento, un serio rifacimento della rete idrica e fognante, una pertinente impermeabilizzazione  e pavimentazione stradale, una cronaca mancanza di verde, una fatiscente illuminazione, un servizio di raccolta rifiuti solidi urbani da terzo mondo.

A fronte di tutto ciò si registra un accresciuto disinteresse, da parte di quanti sarebbero invece chiamati, forze di governo e di opposizione, ad un positivo impegno nell’interesse della Città, della popolazione, delle imprese e dello sviluppo economico e sociale dell’intero territorio.

La speranza è riposta nella capacità di una nuova classe politica dirigente capace di costruire un clima ed una collaborazione tale da dare inizio ad una nuova stagione per il rilancio di una Città che vive “i tempi più calamitosi” della sua storia.

Tropea, 23 novembre 07


Alfonso Del Vecchio

Capogruppo “Tropea Libera”

 

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