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Antonio EuticchioAccesa seduta del consiglio comunale dopo l'intimidazione ad Antonio Euticchio
Solidarietà umana al primo cittadino in seguito al vile gesto
Maggioranza e minoranza in disaccordo anche sulla solidariertà al Sindaco

di Caterina Pandullo

foto Salvatore Libertino

I
l Consiglio  comunale, convocato in seduta straordinaria ed  aperto al pubblico ,  con un solo punto all’Odg, l’atto intimidatorio perpetrato ai danni del sindaco,  è durato più di quattro ore ed ha ulteriormente rimarcato lacerazioni e fratture tra maggioranza ed opposizione. E’ stato il capogruppo di maggioranza Francesco Il Grande ad aprire la seduta con la lettura del documento preparato dalla maggioranza per esprimere la “più sentita solidarietà umana e politica all’uomo Antonio Euticchio ed al sindaco della città”. Evidenziando che “la gravità dell’azione, la dinamica e le modalità usate,  di chiaro stampo mafioso, sono il segno tangibile che le cosche mafiose non demordono dal volere imporre il loro potere con protervia ed arroganza”, ha sottolineato che il vile gesto è stato un attentato  non solo contro la persona del sindaco ma contro tutta la cittadinanza ed ha determinato “un inevitabile discredito, compromettendo l’immagine della città nella Calabria, in Italia, nel mondo”.  Il vile gesto, ha aggiunto,  è opera di un piccolo gruppo di delinquenti comuni ed è ripudiato dalla stragrande maggioranza dei cittadini che rispettano le regole civili e sociali. Rinnovando la fiducia nell’azione dell’intera amministrazione  “nella consapevolezza di aver svolto fino in fondo il proprio dovere, all’insegna della più assoluta onestà e trasparenza”, Il Grande   sprona il sindaco  a proseguire con Consiglio Comunalemaggiore forza la sua azione amministrativa  e invita tutti i consiglieri a firmare il documento per dare una risposta unitaria  “ad ogni episodio di violenza e d’inciviltà che tentano di minare le Istituzioni”. E’ seguito l’intervento del capogruppo di minoranza Pasquale Orfanò che ha  letto, a sua volta, il documento della sua parte  nel quale si condanna “senza riserve l’atto inqualificabile contro il sindaco, gravemente lesivo della dignità civile, del ruolo istituzionale, della democrazia e della città tutta di cui  vengono gravemente infangati e pregiudicati nome ed immagine”. Esprimendo solidarietà al sindaco si  auspica “la massima attenzione sulla città da parte delle Istituzioni dello Stato per una efficace e pronta azione di contrasto alla criminalità e delinquenza” ponendo l’accento sul fatto che “il primo gradino della scala che porta alla sicurezza civica è l’azione di Buona Amministrazione e di Buon Governo”. Il consigliere quindi ribadisce la propria solidarietà umana al primo cittadino, particolarmente sentita per  avere anch’egli subito nel giro di 20 giorni ben due atti intimidatori, però dichiara che “la solidarietà politica è un’altra cosa” e da qui una raffica di critiche contro la gestione amministrativa di una “città  allo sbando, senza regole, dove ognuno fa quello che vuole” e, facendo riferimento alle dichiarazioni pubblicate su CO dalla maggioranza in relazione all’attentato,  ha aggiunto che non si può “chiedere solidarietà politica ad una opposizione che metterebbe benzina sul fuoco”. Dello stesso tenore l’intervento di Alfonso Del Vecchio che ha ricordato che  “avvengono sistematicamente in questo Comune da 10 anni attentati, anche più gravi di questo, contro i sindaci”. Ha quindi tracciato la cronistoria dell’attività amministrativa di Euticchio rimarcando la mancata soluzione dei problemi relativi alla viabilità, agli spazi pubblici, al porto, al piano spiaggia. Stigmatizzato anche il comportamento della maggioranza per non avere convocato preventivamente  la minoranza per la stesura del documento di solidarietà. Cosa ribadita  da Pino Rodolico che ha anche affermato che “la lotta alla criminalità non può essere legata ad avvenimenti di carattere emotivo ma deve essere permanente e quotidiana, costruita sul rapporto positivo tra amministratori e cittadini  con atti trasparenti, privi di ogni compromesso”. Si è quindi soffermato sulla questione-porto  e sulla poca chiarezza delle modalità di assegnazione dei posti barca  e sull’entità delle tariffe. Dura presa di posizione a riguardo del sindaco che ha dichiarato di essere pronto  a firmare per primo la richiesta di scioglimento dell’attuale SPA del porto perché non corrispondente agli interessi del paese, purchè sia seguito dagli altri consiglieri,  preannunciando che  tale richiesta  sarà l’oggetto del prossimo Consiglio comunale. Il dibattito si è infuocato durante l’intervento di Nino Macrì che, pur esprimendo massima solidarietà umana al sindaco e condanna senza riserve dell’atto criminoso, ha posto l’accento “sull’incosciente opera di danneggiamento per la città che vive di turismo per le notizie riportate anche dal Corriere della Sera e da Repubblica relative all’abbattimento dell’Albero della legalità, che sarebbe opera dell’errata manovra automobilistica di un vecchietto” e ha aggiunto di ritenere che la causa del gesto sia da attribuire alla “gestione poco trasparente e lineare della macchina burocratica”. Per Tropeano l’atto vandalico, che non è il primo,  “esprime un disagio sociale su cui dobbiamo riflettere; la democrazia più che affermarla con manifestazioni , dobbiamo esercitarla ed è necessario amministrare con trasparenza senza dare l’impressione che Tropea è terra di nessuno”. Fortemente deluso Michele Accorinti perché dalla discussione avrebbe dovuto emergere la compattezza di tutto il Consiglio, in risposta al corpuscolo di criminali, con  “la vicinanza al sindaco non solo umana ma soprattutto politica, che non è  partitica, ma rivolta a tutta la città, di cui il sindaco è rappresentante”. Analogo concetto ha espresso il sindaco chiarendo che nel documento non si chiedeva “la solidarietà

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