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Vita Maria Domenica

Lettera ai cittadini

 

Sono una giovane insegnante, mamma di due bambini. Provengo da una certa esperienza nel movimento “Democrazia è libertà”, durante la quale sono maturata intimamente: e cioè mentre la Margherita “vecchia nomenklatura” mi costringeva ad una inaudita inoperosità, sentivo crescere in me il desiderio di dare un senso alla mia voce e di farla risuonare; sentendomi , nell’ingranaggio, non meno importante dei nomi altisonanti che si ritenevano titolati a gestire il potere decisionale.

Ho tirato un sospiro di sollievo quando, coralmente, da più parti, ha preso corpo il progetto del Partito Democratico. L’azzeramento delle singole identità per preparare la nascita di una identità comune mi pareva quasi come un ritorno alla materia primordiale, che si fondeva e si divideva ex novo per ricreare nuovi soggetti: tutti uguali, tutti sullo stesso piano, per dare opportunità a tutti gli intelletti di proporre e di fare. Il meccanismo delle primarie sembrava suggellare questo intento fondamentale. Ma dato che – come ebbe a dire una vecchia volpe della vetusta DC – il potere logora chi non ce l’ha, e io voglio precisare: il potere logora chi ce l’ha e ha paura di perderlo, i vecchi condottieri hanno inventato l’escamotage delle liste bloccate: e la montagna ha partorito il porcellum. Da qui la corsa ridicola e nauseante all’accaparramento dei posti utili da parte dei matusalemme che camminano con la poltrona attaccata al sedere; vecchi dinosauri che si sono cibati lungamente di pane e cipolla pur di arrivare sullo scranno su cui siedono, figurarsi se sono disposti a cederlo e a mettersi nello scaffale dei prodotti scaduti sol perché un sindaco idealista abituato a misurasi con i problemi reali, chiede: via le statue di sale. Non nascondo la mia delusione e confesso che la tentazione di mandare tutto alla malora è stata forte: per fortuna ho incontrato un manipolo di amici, quelli che mi accompagnano in questa avventura, decisi anch’essi a non soccombere sotto il peso delle decisioni già prese, delle logiche perverse del tutto deciso e calato dall’alto; e mi hanno ridato fiducia, voglia di credere ancora nelle mie capacità, nelle istituzioni, nel progetto di un Partito Democratico che parte dal basso, con la gente e per la gente. Ci siamo messi in discussione affinché anche chi ha meno coraggio possa avere un punto di riferimento: vogliamo essere il nuovo, il libero da  condizionamenti e ordini prestabiliti, il volto dell’antipolitica che diventa proposta e non solo protesta. Abbiamo scelto consapevolmente di recuperare l’esperienza di Mommo Pungitore come nostra guida in questo cammino; perché è molto più saggio e coraggioso ammettere che illumina sicuramente la strada la presenza di chi ha già percorso il viatico, piuttosto che cavalcare la tigre della demagogia condannando in modo sloganistico tutto ciò che ha un passato. Mommo rappresenta il nuovo del passato, sindaco dall’operato limpido e cristallino in una realtà non facile; lo ringraziamo per avere assunto il compito di formarci e di indirizzarci; e ringraziamo la sua onestà ideologica nella sua volontà, in caso di risultato, di cedere il passo ai giovani. C’è bisogno che chi ha già contribuito lasci che contribuiscano anche gli altri; e c’è bisogno che chi ha qualcosa da dare trovi il coraggio per farlo. Non è facile, in tutti i sensi. Primo, perché tutti noi ci affacciamo a questo impegno con grossi sacrifici: siamo mamme con bambini piccoli che essere in prima linea e dare la loro testimonianza tolgono tempo alla famiglia, siamo studenti che economizzano il tempo dello studio, e lavoratori che corrono sul filo dell’orologio. Secondo, perché noi partiamo con una barchetta a sfidare l’Oceano popolato da corazzate da guerra che, siamo sicuri, metteranno in campo tutte le loro armi pur di affondarci; anzi, in alcuni casi hanno già mandato i loro accoliti a fare il porta a porta, avvisando il popolo bue: tanto quelli dove credono di andare?
Da nessuna parte; non abbiamo ambizione di andare da nessuna parte. Abbiamo in corpo tanta di quella rabbia per quello che sino ad ora siamo stati considerati che proprio – da soli – non aspiriamo ad andare da nessuna parte. Vogliamo andare – CON VOI – a togliere la voce ai potentati e a riprendere con il defibrillatore un partito che altrimenti nasce male e rischia di morire ancor prima di nascere. Dateci forza, se ritenete che un giovane, un anziano, un debole, una donna, possano ancora sognare ad occhi aperti sul proprio futuro; sosteneteci, se anche voi avete a cuore il rinnovamento pulito, verace, libero; se anche voi non siete rassegnati a rassegnarvi.

                                                                                                                                                        Per le liste “A sinistra per Veltroni”

                                                                                                                                           La capolista all’assemblea costituente nazionale

                                                                                                                                                              Maria Domenica VITA

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