Ciampi risponde a Libertino. Anzi il suo consigliere

Il Presidente della Repubblica non si interessa di problemi culturali

L’associazione culturale Trophaeum riceve la risposta in merito alle sovvenzioni ed alla gestione dei fondi destinati alla cultura nella regione Calabria.

 

di Bruno Cimino

foto Archivio Trophaeum

 

Tropea - Circa un mese fa Salvatore Libertino, presidente dell’associazione culturale Trophaeum, aveva inoltrato una lettera al Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, e ad alcuni ministri ed assessori in merito alla cattiva gestione delle sovvenzioni per le iniziative culturali in Calabria. Ministri ed assessori si sono tenuti alla larga dal prendere carta e penna. L’unica risposta è venuta dal Capo dello Stato, delegata al Consigliere Capo Servizio Dr. Fabrizio Nevola, che si può sintetizzare laddove c’è scritto: “la Presidenza della Repubblica non svolge il tipo di interessamento richiesto”.

Dire che si rimane un po’ perplessi da questa risposta è scontato, altrimenti ci saremmo trovati di fronte ad un cittadino così mentalmente declassato che accetta tutto quanto lo riguarda senza chiedersi il perché. Ma il tempo di questo genere di uomini è preistoria. Oggi, grazie a Dio ed alle conquiste sociali, è possibile discernere, opinare, quantomeno essere d’accordo o no su qualunque operato che coinvolga la vita da vivere con le stesse leggi, sotto un’unica bandiera ed un unico territorio. Insomma, per dirla in politichese, oggi democrazia vuol dire poter dissentire anche se l’argomento di cui stiamo discutendo proviene dal Capo dello Stato.

Ma non è solo questo il punto da chiarire. In particolare c’è che quando ci si trova davanti a problematiche culturali che sono questioni cardine nel divenire umano, chi può dare una mano è obbligato a farlo indipendentemente dal titolo che ricopre. Diamo pertanto a Ciampi quello che Nevola afferma non essere di Ciampi.

La nostra Costituzione affida al Presidente della Repubblica l’unità nazionale (art. 87). Sbaglia se qualcuno pensa che l’unità di una nazione possa fare a meno di attingere alle espressioni culturali dei cittadini. E laddove all’art.9 dei Principi Fondamentali leggiamo che “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura” quale alchemica traduzione vogliamo attribuire? Dobbiamo forse pensare che esistono riferimenti da ancorare alla partitocrazia italiana?

Peccato dover prendere atto che il bisogno culturale sia ampiamente secondario ad altre necessità nazionali sulle quali non argomentiamo per evitare polemiche. Ma il momento ci suggerisce di ricordare a tutto il palinsesto politico italiano che le cause di ogni male sono originate da mediocri bagagli culturali. E per chiudere valga per tutti i politici di non dimenticare che la cultura rimarrà sempre un gradino più sopra della politica che a sua volta non sarebbe mai esistita se non avesse attinto alle filosofie dei sommi pensatori.

Per concludere non vorremmo passasse inosservato il fatto che la Trophaeum non abbia ricevuto, ad oggi, alcuna risposta se non quella di Nevola. Perché è questo il fatto rilevante, ossia il motivo per cui è stata inoltrata la esternazione al Capo dello Stato!


 

Redazione gazzettino 
    di Tropea e dintorni

 

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