Le tradizioni calabresi in una mostra permanente a Tropea

“Il Faro”artistico di Benito Badolato

Dalla memoria di Benito Badolato, ricca di scene di infanzia, sono nate statue animate che permettono di conoscere ed apprezzare il lavoro degli uomini che ci hanno preceduto e reso possibile un cammino le cui mete hanno sempre nuovi traguardi.

di Bruna Fiorentino
Foto Salvatore Libertino

Tropea – Dalla memoria dell’artista Benito Badolato, nato a Catanzaro, ma di adozione tropeana, si è materializzata, grazie alle sue abili mani, una serie di ricordi della sua infanzia quando si aggirava curioso per le stradine osservando il lavoro del calzolaio, dell’ombrellaio, del taglialegna, del pastore, degli artigiani che modellavano l’argilla ed anche, perché no, dell’ubriacone.
La vita vissuta, si sa, segna e condiziona le scelte e le vocazioni future. Spesso sono i sapori e gli odori di un tempo andato, felice e senza pensieri, che si vorrebbe ricreare con quell’atmosfera tipica di incoscienza la quale si sgretola, invece, nel corso degli anni e delle esperienze. Tuttavia, nella mente di ciascuno di noi rimangono impresse delle immagini, dei flash che vorremmo rendere sempre vivi, magari riproducendoli con i mezzi e le opportunità a nostra disposizione, anche se in realtà sono condizionati dal passare inesorabile dei giorni, dei mesi e delle stagioni.
Un mondo di figure e personaggi mai dimenticati da Badolato neppure nella emigrazione a Torino dove ha vissuto dal 1962 al 1970 prima per la specializzazione e poi come docente di Macchine Utensili e Ufficio Tecnico. Con il ritorno a Tropea, nel 1970, come insegnante di Scuola Media, l’artista, favorito dall’atmosfera magica del posto, ha realizzato il suo sogno: un piccolo negozio chiamato “Il Faro”, dove creava e produceva delle graziose ed originali statuine lasciando che i ricordi fossero le sue Muse ispiratrici. In seguito con l’aiuto di un altro genio tropeano, Rodolfo Giovinazzo, alle creazioni è stata donata la possibiltà di muoversi, quasi la vita, grazie all’impiego di tecniche e meccanismi particolari: il miracolo si era avverato. Nel 1999 per permettere a chiunque di conoscere le sue statue Badolato ha aperto nel centro di Tropea una “Mostra degli antichi mestieri”, un museo in cui si possono ammirare circa settanta figure animate che rappresentano una serie di attività (il fabbro, il maniscalco, lo stagnaro, l’affilatore ecc.) molte delle quali sparite e che sono uno spaccato tangibile di storia, arte, cultura degli anni ’40. Splendide nella loro realizzazione sono le scene familiari di un arcano sapore nostalgico; quelle della lavorazione delle olive e della vite con attrezzi ormai desueti e sconosciuti ai più giovani; il pesante lavoro nei campi e con le greggi; la panificazione: immagini incredibili nella loro semplicità che stringono il cuore dei visitatori.
Ma l’artista de “Il Faro”, coadiuvato dalla sua famiglia, ha creato un’altra opera dedicata a tutti gli studenti della Scuola dell’obbligo: un Museo della Scienza e della Tecnica, una sorta di celebrazione dell’ingegno umano creatore ed inventore di strumenti che molto hanno migliorato la qualità della vita sulla terra. E la sua riflessione è quasi un monito per le nuove generazioni che troppo spesso tendono a dimenticare che i traguardi raggiunti e quelli futuri nient’altro sono che il frutto di immensi sforzi compiuti dalla mente, con l’ausilio di mezzi e tecniche rudimentali rivelatisi il punto di partenza delle conquiste e, spesso, del benessere.    
 

Redazione gazzettino 
    di Tropea e dintorni

 

 

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