PREMIO LETTERARIO GIUSEPPE BERTO

 XV  Edizione

Mogliano Veneto, 7 giugno 2003
 

PROCLAMAZIONE DEI VINCITORI

 

Sabato 7 giugno, presso la Tenuta Duca di Casalanza, si è tenuta la cerimonia finale della XV^ edizione Premio Letterario Giuseppe Berto.

Ampliate in questa edizione del 2003  le categorie in concorso: oltre alla storica "Opere Prime" di narrativa italiana, la nuova sezione di Narrativa Straniera tradotta in lingua italiana -  con il preciso proposito di essere un    "osservatorio "  sulla migliore produzione letteraria internazionale attuale - e la sezione "Berto Giovani". Quest'ultima, organizzata in collaborazione con il Liceo Scientifico Giuseppe Berto, è rivolta ai ragazzi delle scuole superiori della Provincia di Treviso: dai partecipanti sono stati scelti tre finalisti.

 

I vincitori delle prime due sezioni hanno ricevuto, alla presenza delle autorità delle Città di Mogliano Veneto e di Ricadi, in collaborazione da 15 anni nell'organizzazione dell'evento letterario, il Premio di 5.000  Euro. Anche il giovane trionfatore del "Berto Giovani" è stato premiato con un soggiorno di una settimana a Ricadi, menre gli altri due finalisti hanno ricevuto dei libri.

Gli scrittori finalisti, italiani e stranieri, sono intervenuti alla cerimonia finale, ed hanno rilasciato interviste alla stampa locale e nazionale giunta a Mogliano Veneto per la speciale occasione.

 

I VINCITORI

 

La Giuria presieduta dal professor Giorgio Pullini dell’Università di Padova e composta da Giuseppe Amoroso, Ferdinando Castelli, Ferruccio Gard, Giovanni Pacchiano, Folco Quilici, Marcello Staglieno, Gaetano Tumiati e Giancarlo Vigorelli aveva individuato il 23 maggio a Milano,

una cinquina per la sezione "Opere Prime" di narrativa italiana negli autori:  Diego Brasioli (Il Caffè di Tamer, Mursia Editore), Paolo Condò (Sotto copertura, Edizioni Piemme), Francesca Dimitrio (La valle incantata, Pagine Edizioni), Oliviero La Stella (Lo spiaggiatore, Fazi Editore) Antonio Pascale (La manutenzione degli affetti, Einaudi Editore); ed una quaterna per la sezione di narrativa straniera, Edward Carey ( Observatory Mansions, Bompiani Editore), François Lebouteux,(Laurentius, Edizioni San Paolo), Jamie O'Neill (Due ragazzi, Dublino, il mare, Rizzoli Editore), Qiu Xiaolong (La misteriosa morte della compagna Guan, Marsilio Editori).

 

Per la sezione "Opere Prime" di narrativa italiana è stato proclamato vincitore Oliviero La Stella con Lo spiaggiatore, (Fazi Editore, 2003, pp. 149).

La scelta della Giuria è caduta su "Lo spiaggiatore" perchè ha ravvisato nella sua opera maturità di stile, con la sua prosa piana, puntuale e calzante, dimostrando di avere raggiunto padronanza di una tecnica abilissima, ricca di profonde risonanze.

Il suo narrare è tutto cose e sfumature interiori aderenti alle cose. Le vicende sono  spesso quotidiane, ma il loro significato va oltre  la lettera. Con sapiente taglio narrativo La Stella le riduce all’essenziale, spremendo dai piccoli fatti significati ulteriori.

I suoi quattordici racconti non sono legati da una trama unitaria, ma da una sottesa filosofia di vita. Estrapolati sensibilmente dalla "quotidianità",  i casi sono colti in un frastagliato panorama di condizioni umane e risolti in una gamma varia di ipotesi risolutive.  La morale complessiva, che ne esce, può essere quella del buon senso rassegnato. Ed ecco che un panorama di personaggi dalle condizioni sociali, psicologiche ed economiche diverse si anima per raccontarci  la propria personale percezione della realtà, a volte con risvolti tragici, a volte con finali più concilianti e percettibile umorismo.
 

Oliviero La Stella è nato nel 1949 a Roma, dove vive. Giornalista, lavora da più di trent’anni al quotidiano Il Messaggero,

per il quale si è occupato di vari temi e nel quale ha ricoperto ruoli diversi; attualmente è il responsabile della Cultura.

Lo spiaggiatore è il suo primo libro di narrativa. In precedenza, ha pubblicato (con altri) un saggio di politica sindacale, Il grande accordo, edito dall’AdnKronos Libri. Nell’ambito della scrittura creativa, ha scritto per il musicista Sergio Rendine il testo del poema radiofonico Marconi, e per un altro compositore, Marco Betta, cinque storie per il ciclo Favole in musica, co-produzioni della Rai e della B&W Italia per Radio3. Suoi racconti sono stati pubblicati dalla rivista Lo straniero, diretta da Goffredo Fofi.

Per la sezione di "Narrativa straniera" sono stati proclamati a pari merito:
 

François Lebouteux con Laurentius, (Edizioni San Paolo, 2003, pp. 252):

Romanzo di formazione, ricco di pensiero e di anima, la cui trama si svolge al tramonto del quarto secolo dopo Cristo, nell'incalzare di un mondo nuovo sul disgregarsi dell'impero romano. II giovane Laurentius percorre un arduo itinerario, dalla nativa Africa a Roma, dalla Palestina alla Siria, dalla Germania e poi di nuovo a Roma e nella sua Africa, alla ricerca della verità e del significato della vita. Suo maestro e, come lui, cittadino romano, è Agostino, convertito al cristianesimo. Laurentius avverte il fascino del messaggio evangelico, ma anche il peso di un conflitto tra carne e spirito che lo rende inquieto e angosciato. La sua sofferta recherche, costellata di eventi e d’incontri ricchi di significato simbolico, si placherà nella resa – drammatica ma liberatrice – a quel Cristo che Agostino gli aveva insegnato a cercare nella sua anima. Il romanzo di Lebouteux si legge con gusto e interesse per la capacità di snodarsi, con intelligenza e gradualità, su diversi registri: storico, psicologico, avventuroso, dottrinale. Il tutto in uno stile asciutto e serrato, colorito ed essenziale.

François Lebouteux, nato a Parigi nel 1929, completati gli studi all’École Normale Supérieure, ha intrapreso un’intensa attività nel campo dell’insegnamento e della formazione professionale, non solo in Francia ma anche in Algeria e Nuova Caledonia. Laurentius, pubblicato in lingua originale francese nel 2001 (col titolo Car ils ne savent ce qu’ils font), segna il suo esordio come romanziere.

Jamie O’Neill con Due ragazzi, Dublino, il mare (Rizzoli Editore, 2003, pp. 594):

 Le valenze scabrosamente omofile nell'amicizia dei due giovani protagonisti, risolte con equilibrio di tono anche dai risvolti d'ironia, al lettore danno immediatamente la percezione di un Bildungsroman, di un "romanzo di formazione": ma quasi "a tesi", che perciò si discosta da un modello peraltro spesso tenuto d'occhio, il celebre Le grand Meaulnes di Henri Alain-Fournier. In realtà Due ragazzi, Dublino, il mare è opera matura. Se da una parte l'efficace rievocazione della "Pasqua di sangue" 1916, che stroncò la rivolta indipendentista irlandese, è sovrastata a tratti da un eccesso d'aneliti per la "libertà omosessuale" dei due ragazzi e del più anziano loro mentore Anthony MacMurroug, dall'altra è lo stesso ritmo del racconto che finisce per prevalere, con gli echi della grande narrativa irlandese, da James Joyce a Liam O'Flaherty, da Flann O'Brien a Roddy Doyle.
L'originalità dell'intreccio, la forza visionaria unita alla chiarezza espositiva, le capacità evocative nelle stesse descrizioni ambientali che sempre sono in riferimento alle psicologie dei personaggi, fanno di Due ragazzi, Dublino, il mare uno dei più significativi romanzi dell'ultimo decennio. Da qui il successo del libro nel mondo anglosassone; e, da qui, la sua qualificazione al Premio Giuseppe Berto.

Jamie O’Neill ha dedicato dieci anni alla stesura di Due ragazzi, Dublino, il mare, accolto dalla critica anglosassone come uno dei maggiori romanzi di questi anni. Nato e cresciuto a Dún Laoghaire, nella contea di Dublino, si è mantenuto facendo il portiere di notte in un ospedale psichiatrico di Londra. Tornato in Irlanda, oggi vive a Galway.

Per la sezione "Berto Giovani" il titolo di vincitore è stato conferito a :

Chiara Toniello con  Il mio spleen sei tu (da Trittico di spleen), studente dell' Istituto di Istruzione Superiore "M. Flaminio" di  Vittorio Veneto.


 

Redazione gazzettino 
    di Tropea e dintorni

 

 

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