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Calabria: fiscalità di svantaggio e malasanità

Proposte per favorire lo sviluppo dell’economia calabrese

Domenico Antonio Naso
Domenico Antonio Naso

Tra le misure proposte per favorire lo sviluppo dell’economia calabrese si è parlato tanto dell’introduzione di una fiscalità di vantaggio che avrebbe dovuto incentivare gli investimenti locali ed attrarre investimenti anche da fuori regione.
Ma la realtà va nella direzione completamente opposta; in Calabria abbiamo una fiscalità di grave “svantaggio” rispetto alle regioni del Nord.
Lo sanno bene i contribuenti calabresi  che, con l’ultima  dichiarazione dei redditi, hanno dovuto fronteggiare un maggiore esborso di Irap che è  aumentata  dal 3,90%  al 4,82%,  rispetto all’anno precedente.
Ma non è tutto, poiché è scattato un ulteriore aumento dell’Irap nella misura dello 0,15%, che ha appesantito ancora di più l’appuntamento con il  pagamento degli acconti delle imposte di fine Novembre.
In seguito a questo ulteriore aumento l’operatore economico calabrese pagherà oltre il 27% in più del contribuente della Lombardia, dove l’aliquota Irap è quella minima del 3,90%.
Per far un esempio, una piccola azienda con 10 dipendenti e un utile di € 40.000, per un meccanismo sempre contestato che tassa in parte anche il costo della mano d’opera,in Calabria paga Irap per  €  4.970, mentre la stessa azienda in Lombardia paga €  3.900.
L’azienda calabrese paga esattamente il 27,44% in più.
Anche l’addizionale regionale Irpef, già applicata in Calabria al livello più alto dell’1,40%, a partire dal 2011, subirà un ulteriore incremento dello 0,30%, portando l’aliquota all’1,70%.
Mentre in Lombardia è confermata l’aliquota minima dello 0,90%.
Un dipendente calabrese con un reddito imponibile di € 30.000 pagherà in un anno € 510 a fronte di € 270 del contribuente lombardo, esattamente l’88% in più.
Se ciò non bastasse, come noto, il bollo auto in Calabria è superiore del 20% rispetto a tante altre regioni. In contropartita, conosciamo bene lo stato pietoso delle nostre strade.
Tutto ciò  penalizza oltremodo il già fragile tessuto economico calabrese e scoraggia ulteriormente i pochi imprenditori che oltre alla pesante pressione fiscale devono fare i conti in Calabria con la carenza di infrastrutture, l’inefficienza della pubblica Amministrazione, la presenza criminale e un sistema bancario che concede pochi finanziamenti e a caro prezzo.
Con queste premesse è davvero difficile pensare che un imprenditore possa venire a fare investimenti  in Calabria ed è altrettanto difficile pensare ad uno sviluppo del tessuto economico calabrese per portarlo ai livelli delle regioni più progredite del Nord.
Non è facile tollerare l’introduzione di questi esosi balzelli fiscali per cercare di coprire il grave deficit che si è creato nel servizio sanitario calabrese in tanti anni di cattiva amministrazione di destra e di sinistra e, inoltre, dover constatare amaramente che questo servizio sanitario calabrese in molti casi si è rivelato un triste servizio di “ malasanità”,
Quello che fa indignare ancora di più è pensare che da oltre un anno, periodicamente, vengono pubblicate sulla stampa solo stime dell’entità dell’effettivo  deficit sanitario accumulato.
Come si può pensare che in un Ente pubblico come la regione si possano impegnare somme,  autorizzare pagamenti di milioni di euro senza i dovuti riscontri di bilancio  e senza tenere una corretta contabilità?
E’ assurdo che si va a pagare una società esterna per quantificare l’entità dei debiti.
Ed è ancora più assurdo che la Regione Calabria alcuni mesi addietro abbia mandato a potenziali aziende fornitrici del servizio sanitario  e a numerosi medici una lettera per invitarli a reclamare “eventuali” crediti vantati nei confronti della regione per “eventuali” forniture o servizi resi.
Le regole di una corretta tenuta della contabilità, specialmente di un Ente pubblico, sono ben altre. Le forniture di beni e servizi devono trovare riscontro in un bilancio di previsione, vanno tecnicamente e contabilmente riscontrate e poi impegnate e pagate.
E’ di alcuni mesi addietro la notizia pubblicata sulla stampa che ad uno studio radiologico privato della regione è stata liquidata  una fattura di prestazioni specialistiche di quasi 2 milioni di euro e che la stessa è risultata inficiata da errore di conteggi per quasi la metà dell’importo
I tanti calabresi, che ogni giorno con impegno e con onestà affrontano il duro lavoro quotidiano tra mille difficoltà ed avversità, sono fortemente indignati di questo stato di cose e non intendono dover pagare con maggiori aliquote Irap, addizionale Irpef e bollo auto  le malefatte di chi doveva tenere la giusta contabilità e non lo ha fatto, di chi doveva controllare e non ha controllato, di chi, in tanti anni di amministrazione di destra e di sinistra, ha sperperato allegramente il denaro pubblico facendo ora ricadere sulle spalle dei cittadini i gravi danni creati.

Domenico A. Naso
Commercialista

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