Fede e dintorni

L’Immacolata nell’antica tradizione di Tropea

La novena dell’Immacolata con i canti dell’antica tradizione tropeana da un libretto del 1922. Il fedele tropeano la concludeva con queste parole:  E se qui in terra ti considero coronata di stelle, concedimi di goderti nel Paradiso coronata di gloria; ringraziandoti, e lodandoti sempre col dire: “Sia lodata la gran Madre di Dio Maria, concepita senza macchia di peccato originale sin dal suo primo istante, per tutta l’eternità. — Amen.

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Quell’abbraccio dal Giappone

Ha suscitato viva emozione sul web l’abbraccio di Matsuki a Papa Francesco, ragazzo di sedici anni, ma appena un bambino quando assistette impotente alla triplice catastrofe dell’11 marzo 2001, terremoto, tsunami e incidente nucleare. E come un nipote si rifugia tra le braccia del nonno, Matsuki dopo aver raccontato la propria storia a Papa Francesco, ha scambiato con lui un forte abbraccio consolatorio. È l’immagine più toccante dell’incontro avuto dal Pontefice con le vittime di terribile disastro.

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Un rimedio per i litigi in famiglia

“Acqua in bocca!” fino a quando si sgonfia la rabbia. – Questo detto popolare è pieno di saggezza. Quanti litigi in casa, in ufficio, sul lavoro si potrebbero evitare se si tenesse a freno la lingua. – La Bibbia loda la pazienza come un frutto dello Spirito, che dovrebbe far parte del carattere di ogni credente. La pazienza dimostra la nostra fede nell’onnipotenza, nell’amore e nei tempi di Dio.

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Ho conosciuto un martire, il cardinale Van Thuân

Il cardinale Van Thuân (1928-2002) è uno dei martiri cristiani contemporanei più significativi. – Nel 1997, sollecitato da Giovanni Paolo II a parlare del suo martirio alla giornata mondiale della gioventù di Parigi, conquistò il cuore di migliaia di giovani per la bontà che irradiava dal suo sguardo, per il racconto senza rancore, per la testimonianza dalla sofferenza resa pura e luminosa.- Qualcuno potrebbe obiettare che tecnicamente non può dirsi un martire, in quanto sopravvisse alla lunga detenzione. Ma il modo con cui visse la prigionia rimane ancora oggi un seme di speranza per il suo amato Vietnam e l’intera comunità cristiana.

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Il Beato Donizetti, ma non è il musicista

La Chiesa ha un nuovo Beato, don Donizetti Tavares de Lima, che del celebre musicista porta il nome, come gli altri suoi fratelli portava il nome Rossini, Bellini, Mozart, Verdi. Una famiglia innamorata della musica e che nella musica ha trovato l’onesto sostentamento. E’ stato beatificato a Tambaú (Brasile) lo scorso 23 novembre 2019 dal cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle cause dei santi, in rappresentanza di Papa Francesco. – Dopo la “missione musicale”, ha voluto diventare sacerdote e fu un parroco secondo il Cuore di Cristo: si spese in difesa dei deboli, dei lavoratori, degli ultimi, ed impresse un segno indelebile nella vita della sua parrocchia e del Brasile. Il Signore lo ha fatto taumaturgo di molti segni prodigiosi.

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Messaggi di vita nuova da Hiroshima e Nagasaki

Papa Francesco a Hiroshima e Nagasaki sui luoghi dell’abisso di dolore che furono Hiroshima e Nagasaki: “Mai più la guerra, mai più il boato delle armi mai più tanta sofferenza!”. Hiroshima il 6 agosto 1945, durante la seconda guerra mondiale, fu bersaglio della bomba atomica al plutonio “Little Boy”, la prima mai fatta esplodere su un’area popolata. Tre giorni dopo, il 9 agosto, l’altra bomba nucleare “Fat Man” fu sganciata su Nagasaki. Distruzione totale e migliaia e migliaia di morti, rimasti tutti uniti da uno stesso destino, in un’ora tremenda che segnò per sempre non solo la storia di questo Paese, ma il volto dell’umanità”. Quell’abisso di dolore deve far richiamare i limiti che non si dovrebbero mai oltrepassare.

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Il vero Re è Cristo

La solennità di Cristo Re, che vediamo sulla croce, celebrata in questa ultima domenica del Tempo Ordinario, chiude il ciclo liturgico C.- Cristo Gesù, Re di gloria, ascoltaci: infondi anche in noi la sapienza della tua croce. – Domenica prossima con l’Avvento ripartirà il ciclo A. Il centro di tutto l’anno liturgico rimane Cristo, celebrato nel mistero del Natale, della Pasqua e poi della Chiesa, che inizia il suo cammino a Pentecoste. La Madonna e i Santi fanno corona a Cristo, unico Mediatore e Salvatore, e mostrano in maniera visibile che il mistero di Cristo si compie anche in noi tutti.

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Il monaco irascibile

Più che fermarsi a guardare i peccati delle persone, conviene volgere l’attenzione all’infinita letteratura di santità riguardante la vita di tanti buoni preti, frati, monaci e vescovi ed anche laici. Tutti sono persone con una umanità fragile, e si sono impegnate a correggere i loro difetti, maturando vittorie o subendo sconfitte. Di questa lotta interiore solo Dio ne è testimone, ma i frutti poi restano visibili a tutti. E gli scandali? “E’ necessario che avvengano”, dice Gesù. e chi li provoca deve affrontarne le conseguenza. Ma allo scandalo occorre dare una risposta cristiana: abbiamo tutti bisogno di conversione, di perdono e di grazia, perché tutti siamo fragili e possiamo cadere.

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La preghiera di un carcerato: «Sto pagando il mio debito».

La pastorale carceraria, sostenuta dall’insegnamento e dall’esempio di Papa Francesco, sta producendo frutti di vere conversioni. Il Papa indica la strada per uscire dalle sbarre e i detenuti gli sono grati e, come chiede spesso Francesco, pregano per lui”. Il francescano dei minori conventuali, Padre Beppe Giunti, ha fatto conoscere l’invocazione al Padre Nostro di un detenuto di Alessandria conosciuto durante la sue visite in carcere. Una preghiera che non può passare inosservata o ignorata: dentro questa preghiera c’è la grazia dello Spirito che libera l’anima dai duri legami del peccato.

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Beato educatore, padre del popolo, martire dell’Eucaristia

Il nuovo Beato martire gesuita, Emilio Moscoso Cárdenas (1846-18979, fu un educatore dei giovani, un vero padre del popolo e un martire dell’Eucaristia, che aveva imparato ad amare in famiglia. Egli fu ucciso in odium fidei, mentre stava recitando il rosario davanti al crocifisso nel suo dormitorio il 4 maggio 1897. La sua morte si consumò in un doloroso periodo della storia dell’Ecuador, dopo l’uccisione del suo presidente Garcìa Moreno. Odio antireligioso, menzogne diaboliche, violenze arbitrare e sanguinose. Il vescovo di Riobamba era stato imprigionato; i gesuiti erano accusati di partecipare attivamente con armi alla rivolta del popolo. E ad Emilio, che venne assassinato, fu messo tra le mani il fucile con il quale era stato ucciso per far vedere che era armato e stava sparando prima di morire. Un inganno che non servì a coprire la barbarie perpetrata.

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Nell’atomica di Nagasaki un medico santo

Straordinaria la vicenda scientifica e umana del medico Giapponese Takashi Paolo Nagai (1908-1951). Fu coinvolto personalmente nello scoppio della atomica di Nagasaki, anche a livello familiare: la moglie morì nello scoppio e a lei, che lo aveva aiutato nella conversione, promise di dedicare agli altri il poco tempo che gli restava da vivere: «In ricordo di te, per amore di te… che mi hai portato all’amore di Cristo». Rimane un vero «testimone» del XX secolo. Non morì nell’esplosione: egli trovò la risposta con un sorriso: «Non ci hanno voluti in Paradiso: siamo stati bocciati agli esami di ammissione».

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Quando i laici sanno costruire la carità

I laici sanno costruire la carità. – Salvatore Snaiderbaur, siciliano, ex manager nel settore ospedaliero, consulente di impresa ed ex docente universitario nei college americani, nel 2017 ha fondato “One City Mission”, la no profit che assiste i senza tetto e i mendicanti di New York: “Dobbiamo guardare loro con la stessa tenerezza con cui vorremmo guardare noi stessi”. – La carità è un campo aperto a tutti e tutti possono (debbono) scendere in campo a fare la loro parte. (le foto sono di Renato Zacchia).

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Davanti al sorriso del confessore

Il sacramento della confessione fa sperimentare al penitente sia la partecipazione alla gioia di Dio Padre, che riabbraccia il figlio prodigo, sia alla gioia del figlio, che ritrova l’amore della famiglia di Dio. Non è mai troppo tardi per provarlo. E il confessore è come il Padre che accoglie e sorride per il figlio che ritorna a casa.

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Perseverare nella fede, camminare nell’amore

Nella prospettiva degli ultimi tempi (che oggi intravediamo nel disastro di Venezia e di altre località), Gesù annuncia chiaramente che la anche Chiesa, suo Corpo, parteciperà alla sua Passione. Ma ciò che conta nel tramonto del mondo e della sua storia è la perseveranza nella fede: “Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita”. – Perseverare nella fede. Scegliere sempre la misericordia e la benevolenza. Ricevere da Gesù la parola e la sapienza dell’amore. E pregare per essere liberati dalla superbia e dall’ingiustizia. Intanto guardiamoci dall’agitazione o dall’oziosità. Continuare a pregare per saper amare, per camminare nell’amore. L’occasione concreta viene data dalla 3a Giornata mondiale del povero: “La speranza dei poveri non sarà mai delusa”. – In un tempo in cui sembrano prevalere atteggiamenti di chiusura nei confronti di chi è in difficoltà, la Giornata Mondiale dei Poveri lancia un forte messaggio di speranza, dimostrando come sia possibile, grazie al contributo di tanti, superare l’indifferenza e costruire un mondo in cui nessuno è escluso.

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Un po’ di pulizia nel cuore

La santità è possibile. La pace si decide nella coscienza. La santità si realizza nel cuore. Perciò i Padri del deserto erano attenti a custodire il cuore. In essi troviamo che l’uomo desidera la santità deve provare tenerezza per ogni essere vivente. Il nostro cuore deve essere compassionevole e non amare soltanto gli uomini, ma ogni creatura. Anche una foglia su un albero non bisogna strapparla senza ragione… Un cuore che ha imparato ad amare, come Dio, ha compassione per tutto. Una santità pulita!

Cultura e Società Fede e dintorni

Camminando insieme si scopre tutta la bellezza della vita

Il cammino delle sette chiese È camminando insieme che si scopre tutta la bellezza della vita come dono di Dio, come i dieci lebrosi del vangelo di Luca che vengono guariti da GESÙ mentre sono in cammino per presentersi davanti ai sacerdoti… camminando si ritrovono guariti… paradigma di ogni vita  

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L’anno del Santo “dottor carità”

Una persona straordinaria da conoscere. Un Santo da avere subito per amico e protettore. – Il santo medico Riccardo Pampuri (1897-1930), il dottor “Carità”. – Santo nelle piccole cose, ma un gigante di spiritualità. «Il nostro dottore è un santo. Sapesse come vuole bene agli ammalati, quanta carità fa ai poveri! Quando viene nelle nostre case, pare che venga un angelo». – Alla sorella missionaria in Egitto aveva scritto: «Abbi grandi desideri, mira sempre più in alto che puoi per riuscire a colpire giusto; ma poiché non sempre sarai chiamata ad azioni gloriose, fa’ anche le cose piccole, minime, con grande amore». Morì a soli 32 anni.

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Carcere per rieducare, non per reprimere

Papa Francesco, l’8 novembre 2019 ricevendo i responsabili della pastorale penitenziaria, non ha esitato a lanciare un appello: “Carcere per rieducare, non per reprimere” ed ha esortato i cristiani a non “punire” con l’indifferenza chi esce dal carcere, ma aiutarlo nel reinserimento lavorativo e sociale. Ma per “recuperare” che è “perduto”, davvero occorre una azione di pastorale globale in cui siano tutti coinvolti.

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Il sorriso di don Oreste Benzi

Il sorriso di un pazzo di Dio: don Oreste Benzi. Anche i giornali “laici” cominciano a sentirne la mancanza e ne reclamano la presenza e il riconoscimento. Don Oreste Benzi aveva un sorriso che rivelava la sua anima ripiena di Dio e con quel sorriso contagiava i buoni ad impegnarsi e contagiava anche i feriti dalla vita stimolandoli a reagire, affrontando la via de bene. Quando dinanzi ai potenti della terra iniziava a parlare e lo si voleva far tacere, esclamava: “Ma dài, dài, lasciate in libertà lo Spirito!”. Per molti era un santo, e i suoi molti figli spirituali della Comunità Papa Giovanni XXIII, da lui fondata, lo hanno in venerazione. L’associazione circa 200 case-famiglia e oltre 30 comunità terapeutiche per il recupero dei tossicodipendenti. Ogni giorno, nelle strutture di accoglienza create da don Benzi, si siedono a tavola 49.000 persone, tutte alimentate dalla Provvidenza.