Cultura e Società

50 anni nel nome della filosofia scout

Per tutti gli scout della penisola la giornata di domenica è stata un’occasione importante, vista la ricorrenza del centesimo anno dalla fondazione del movimento in Italia. Per gli scout di Tropea lo è stato in modo particolare, dato che il 2007 ha contrassegnato il cinquantesimo anno dalla fondazione del gruppo scoutistico locale “Tropea I”. All’appuntamento celebrativo, fissato per le 17 in piazza Vittorio Veneto, si son fatti trovare gli scout di tutte e tre le branchie. I piccoli lupetti e lupette, guide ed esploratori del “Reparto Centauro I”, rover e scolte del “Clan Harvest”. In tutto quasi settanta camicie azzurre ben infilate nei calzoncini ed adornate dal classico fazzoletto verde. Scout dai sei ai cinquant’anni hanno praticamente invaso la piazza principale della cittadina tirrenica. Dopo essersi distribuiti su tutta l’area a loro disposizione, i vari membri del gruppo hanno formato tante piccole squadre e si sono messi all’opera per costruire, di fronte alla curiosità dei passanti, un insolito “sub campo”.
Sotto la supervisione di Michele, Claudio e Rossella Simonelli, di Fedora ed Afredo Vallone, di Fausto Scordo, Alfredo Proto e di tutti gli altri capi delle tre branchie, gli scout tropeani hanno dato vita in breve tempo al campo, fornendo al crescente pubblico una prova tangibile dell’organizzazione che precede ogni gran lavoro di cui si rendono protagonisti in tutte le uscite.
Tronchi, corde, tende, lampade, un gran movimento, voci, sorrisi, gesti di amicizia e altruismo. Ecco sorgere allora il portale di ingresso al campo da una parte, la cucina dall’altra, tavoli per la mensa tutt’intorno, l’immancabile alzabandiera, una gran tenda e la cambusa. Quest’ultima, adibita solitamente a magazzino, per una volta si è trasformata in saletta di proiezione, per mostrare a chiunque foto e filmati del gruppo. Finiti i lavori, per intrattenere i più piccoli, i lupetti hanno allestito alcuni giochi. Li hanno fatti con semplici oggetti facilmente reperibili in situazioni tipiche di un accampamento: piccoli pali, ceppi ed addirittura riutilizzando le lattine delle bibite con cui ci si era dissetati durante il break per creare un percorso ad ostacoli. I più grandi hanno invece organizzato dei bunch, ossia i giochi di gruppo, fatti anche cantando simpatiche filastrocche, utili soprattutto per la socializzazione e capaci di intensificare l’affiatamento tra i vari partecipanti. Veder sorgere il campo in così poco tempo, grazie alle abilità di tutti gli scout ed alla loro sana collaborazione, ha appassionato i molti presenti sopraggiunti nel tardo pomeriggio. Una bella iniziativa portata avanti da uno dei gruppi più attivi della regione che ha quindi contribuito molto ad avvicinare la gente al movimento scoutistico.

Condividi l'articolo
Francesco Barritta
Docente ordinario di Lingua e letteratura italiana e Storia presso il Nautico di Pizzo (VV), è giornalista iscritto all'albo professionale dell'Ordine dei giornalisti della Calabria, elenco pubblicisti. Ha diretto varie testate giornalistiche, tra cui Tropeaedintorni.it