Attualità

Contro la ‘ndrangheta a Vibo Valentia

La città di Vibo ha risposto all’appello dell’associazione “Libera”

Un documento sul “caso Vibo” sarà consegnato a Napolitano

In piazza Municipio Giovanna Fronte e le autorità presenti

‹‹Grazie Vibo, stasera ci sei! Abbiamo l’opportunità di guardarci in faccia e capire che è il momento del riscatto!››. Accorato l’appello di Giovanna Fronte responsabile del coordinamento di “Libera” di Vibo Valentia che insieme ad altre associazioni ha organizzato questa “mobilitazione contro la ndrangheta”. Il corteo  è partito da piazza San Leo Luca per poi giungere attraverso il corso principale in Piazza Martiri d’Ungheria. I cittadini, che hanno partecipato alla fiaccolata, iniziata alle 17 e 30, con la loro presenza hanno voluto testimoniare il loro sdegno per i gravi episodi intimidatori che nell’ultimo periodo si sono verificati nel vibonese.
La manifestazione è stata preceduta da un discorso tenuto dal senatore del PD, Luigi De Sena, nella sala del Valentianuum. Egli ha tenuto a dire alla platea:‹‹Sono un parlamentare della Calabria! E’ per questo che  comprendo quanto sia essenziale la lotta alla criminalità organizzata. Bisogna  supportare le istituzioni locali e velocizzare l’opera di riutilizzo dei beni confiscati alle cosche. Oltretutto auspico che i prossimi candidati regionali siano in grado di presentare progetti validi per sviluppare le capacità di questa regione››. Conclude dicendo:‹‹Al di là di tutto c’è da dire che la Calabria può riscattarsi solo se i calabresi decidono di sviluppare le grandi opportunità questa regione può ancora offrire››.
Numerosi erano gli esponenti politici fra la gente,ma non solo. Presenti alcuni sindaci della provincia di Vibo, il vescovo Luigi Renzo, don Tonino Vattiata, il magistrato Fabio Regolo, il testimone di giustizia Nello Ruello e molti altri. Nel corteo figurava anche l’associazione “Io resto in Calabria” fondata dall’imprenditore Pippo Callipo il quale ci dice:‹‹ C’è chi la battaglia contro la ’ndrangheta la combatte ogni giorno e da anni, adesso è importante che anche la società calabrese dimostri vicinanza ai temi della legalità››.
Giovanna Fronte ci informa del fatto che un documento sul caso Vibo è stato consegnato a Nitto Palma e verrà consegnato personalmente al Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano a Reggio Calabria nei prossimi giorni. Sarà inviata anche all’attenzione del Presidente del Consiglio, ai Presidenti di Camera e Senato e al Ministro dell’Interno.
La città di Vibo con la giornata di ieri sta dimostrando di voler reagire. I calabresi sono stanchi dei soprusi e forse sta già cambiando qualcosa nella coscienza dei cittadini. Gli appelli di tutti i presenti alla manifestazione facevano riferimento al ruolo della società civile, è dunque necessario che ci sia la volontà comune di riaffermare la giustizia e la libertà in Calabria.

di seguito il documento sul “caso Vibo” che sarà consegnato a:
Al Presidente della Repubblica
Al Presidente del Consiglio
Ai Presidenti di Camera e Senato
Al Ministro Dell’INTERNO

Il presente documento è stato redatto da LIBERA VIBO d’intesa con l’intera cittadinanza vibonese rappresentata istituzionalmente dal Presidente dell’Amministrazione Provinciale, dal Presidente del Consiglio Comunale e dal Vice Sindaco nonché dalle diverse associazioni di categoria , di volontariato, dai rappresentanti sindacali nonché da alcune forze politiche, sia di destra che di sinistra, tutte presenti in data 09.01.2010 all’incontro promosso dal Coordinamento Provinciale dell’Associazione LIBERA Vibo Valentia.
Nel corso dell’incontro si è inteso affrontare l’improcastinabile problema connesso e collegato al grave fenomeno criminale denominato ‘ndrangheta che ormai da anni tiene in ostaggio l’intera regione. Infatti non è accettabile parlare di casi isolati come il “caso Reggio” o il “caso Rosarno” poiché data l’unitarietà del fenomeno è doveroso parlare di “Caso Calabria” con forti implicazioni a livello nazionale e internazionale.
Con riferimento alla provincia vibonese da oltre un anno assistiamo quotidianamente ad una recrudescenza di atti di intimidazione e di danneggiamento nei confronti di imprese commerciali ,artigiane che ancora – ma solo per poco- resistono in questo territorio offrendo posti di lavoro.
D’altro canto assistiamo, con medesima quotidianità, alle azioni repressive delle Forze dell’Ordine poste in essere nonostante le gravi e precarie condizioni in cui sono chiamate ad operare considerata l’insufficienza degli organici .
Tutti siamo consapevoli che la lotta alla ‘ndrangheta non può e non deve svolgersi solo a livello repressivo ma che è necessaria una presa di coscienza dell’intera collettività , in tutte le sue componenti ed articolazioni, capace di ribellarsi democraticamente e in maniera non violenta, rifiutando le logiche perverse della ‘ndrangheta.
L’Associazione LIBERA e l’intera collettività, con il presente documento, vogliono denunciare pubblicamente lo sdegno per quanto registrato e dall’altro dichiarano che hanno deciso di ribellarsi a qualunque fenomeno criminale e ‘ndranghetista e pertanto si assumono l’impegno pubblico di :
• contrastare la ‘ndrangheta attraverso lo strumento della denuncia ,
• agevolare e favorire la costituzione di parte civile nei procedimenti penali ,
• sostenere i testimoni di giustizia e tutte le vittime e persone offese dai gravi reati di estorsione ed usura che con coraggio denunciano,
• diffondere il messaggio del rispetto dei principi Costituzionali e della cultura della legalità.
• sostenere tutte le iniziative, le coooperative e le associazioni che sono impegnate nel riutilizzo sociale dei beni confiscati.
Dall’altra parte richiedono che tale impegno venga supportato dalla presenza concreta ed autorevole dello STATO che con interventi mirati renda possibile l’azione di contrasto ed in particolare chiedono:
1. Una normativa specifica che consenta il divieto della candidatura elettiva di parenti , amici vicini alle famiglie di appartenenti a clan di ‘ndrangheta nonché di approvazione immediata del progetto di legge che vieta lo svolgimento di propaganda elettorale per le persone sottoposte a misure di prevenzione (progetto Legge Lazzati già approvato all’unanimità dalla Commissione Giustizia della Camera).
2. Che venga stabilito normativamente un obbligo per tutti i candidati alla Regione, alla Provincia ed al Comune ,di sottoscrivere un patto per la legalità , presentato nel programma politico ,con impegno di ottemperanza la cui mancata adesione, non attuazione e inottemperanza comporti la esclusione dalla candidatura e l’invio di una commissione d’accesso per la verifica dell’esercizio dell’azione amministrativa trasparente e legale.
3. Che venga disposta l’integrazione e il potenziamento dell’organico delle forze dell’ordine, della magistratura ordinaria nella provincia Vibonese e nel Distretto Antimafia di Catanzaro con applicazione del modello investigativo in atto nella Provincia di Caserta e con soggetti dotati di particolare esperienza e conoscenza del fenomeno ‘ndrangheta;
4. Che venga con sollecitudine operata una revisione dell’intera normativa riguardante i testimoni di giustizia, con riferimento alla necessità che gli stessi , soprattutto se imprenditori, continuino a esercitare l’attività nelle località di origine affinchè possano essere segnale concreto della vittoria della denuncia sull’omertà.
5. Che vengano sburocratizzate ed accelerate le pratiche di accesso ai fondi antiracket ed antiusura.
6. Che venga promossa una normativa intesa ad imporre alle P.P.A.A di costituire adeguati fondi per le vittime del racket e dell’usura, reperendoli dagli avanzi di bilancio annuale, al fine di dare concreto sostegno in attesa dell’accesso al Fondo ex L. 44/99 e 108/96.
7. Riabilitare il carcere dell’Asinara per i condannati per reati di mafia.
8. Intervenire , di concerto con il Ministro della Pubblica Istruzione , per programmare ed attuare concretamente e seriamente progetti di legalità nelle scuole svolti principalmente da associazioni , accreditate presso il Ministero dell’Interno e della Pubblica Istruzione ,che statutariamente si occupano di antimafia e vigilare sulla corretta esecuzione dei progetti medesimi con azioni di responsabilità nei confronti degli Istituti scolastici che non si impegnano nella realizzazione di tali progetti pur recependo finanziamenti pubblici.
Vibo Valentia 16.01.2010

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