Curiosità dalla storia

Curiosità dalla storia: la prima fotografia della storia

Nell’immagine, riscoperta solo nel 1952 da Helmut Gernsheim, si intravede un cortile

Fu Joseph Niépce nel 1826 a produrre la prima eliografia, ma Louis Daguerre si appropriò della scoperta e nel 1839 nacque il dagherrotipo

Nell’immagine, riscoperta solo nel 1952 da Helmut Gernsheim, si intravede un cortile con un tetto e due edifici ai lati

“Veduta dalla finestra di Le Gras” (Point de vue du Gras) è la più antica fotografia esistente. In realtà è una eliografia e il soggetto è il panorama visto da una finestra al primo piano della casa-laboratorio dell’autore dello scatto, Joseph Niépce. nel lontano 1826. Nell’immagine madre di tutte le foto si intravede un cortile con un tetto e due edifici ai lati. Niépce era solito fare esperimenti con la camera oscura, e solo dopo un’esposizione alla luce di parecchie ore si fece largo l’immagine oggi giunta fino a noi grazie al fotografo H. Gernsheim, che scovò a Londra nel 1952 l’unica copia esistente di quello scatto, consegnata da Niépce all’illustratore F. Bauer durante il suo viaggio in Inghilterra. La foto fu un importantissimo traguardo scientifico, ma come spesso accade in questi casi, Niépce non ottenne in vita i meriti di quella straordinaria invenzione. Certo, sapeva bene che il procedimento andava perfezionato e pochi anni dopo la sua scoperta sottoscrisse un contratto di collaborazione con un grande pittore che si interessava di fotografia: Louis Daguerre. I due ebbero un’intensa corrispondenza, fino al 1833, anno della morte di Niépce. Nel contratto con Daguerre subentrò suo figlio Isidoro, e il pittore non si fece alcun problema di chiamare comunque la nuova invenzione dagherrotipo. Il figlio Isidoro protestò e scrisse anche il libro “Storia della scoperta impropriamente chiamata dagherrotipo” ma l’invenzione fu presentata all’Accademia di Francia il 7 gennaio del 1839. Il nome di Niépce finì nel dimenticatoio per un bel po’, e tutti i meriti andarono a Daguerre. Ancor prima della scoperta di quel memorabile scatto del padre della fotografia fatta da Gernsheim, fu il fotografo Nadar circa 50 anni prima a ricordare che «il dagherrotipo doveva chiamarsi Niépcetipo». Non aveva tutti i torti.

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Redazione
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