Cultura e Società Curiosità dalla storia

Curiosità dalla storia: “Rompere le scatole” e “Avere le palle girate”

Cecchino e Crucco sono termini che sbeffeggiano gli austriaci

Espressioni e neologismi utilizzati nelle trincee italiane durante la Grande guerra e oggi diffusi nel linguaggio comune


La Grande guerra coinvolse il Regno d’Italia dal maggio 1915 fino al novembre 1918. Per i tre anni di conflitto molti neologismi ed espressioni furono utilizzati dai soldati in trincea, per poi diffondersi in tutto il territorio nazionale e giungere fino a noi. Il termine Cecchino, che indica generalmente un tiratore scelto austriaco, trova la sua origine etimologica nel nome dell’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe, (Cecco Beppe – Cecco Beppino – Cecchino)
La parola Crucco, utilizzata per indicare un soldato tedesco, proviene dalla lingua slovena: Kruh significa pane, ed infatti era proprio questo che i soldati sloveni delle armate nemiche chiedevano una volta catturati dagli italiani.
L’origine dell’espressione “Rompere le scatole” si riferisce al comando che veniva impartito ai soldati quando, pochi prima dell’assalto, dovevano rompere il cartone contenente i pacchetti di cartucce di munizioni per i fucili. Bisogna quindi immedesimarsi in un soldato mentre sta compiendo questa operazione per poi finire sul campo di battaglia, con un epilogo il più delle volte tragico per la sua vita. Quindi l’espressione è sinonimo di disturbare, annoiare, importunare, infastidire. rompere l’anima. Quando qualcuno ci dice quindi di non rompergli le scatole, ci invita a non annoiarlo o infastidirlo, ci dice di lasciarlo in pace. Durante la Grande guerra nacque anche l’espressione “Avere le palle girate”. Negli eserciti italiano e austro-ungarico la pratica di sfilare le pallottole dai bossoli e reinserirle capovolte era molto comune. Si trattava di un metodo alternativo (oltretutto vietato dalla Convenzione di Ginevra) che aveva come obiettivo quello di colpire nel
segno, perché la palla girata in questo modo aveva una traiettoria meno stabile di quella normale, quindi nell’impatto con il bersaglio non proseguiva in un moto rettilineo ma si ribaltava causando ferite enormi. I soldati che avevano le palle girate erano dunque pericolosissimi, erano soldati dai quali era meglio stare alla larga, perché non rispettavano le regole e potevano far molto male. Una persona con le palle girate è colui che è stufo di una determinata situazione e vuole risolverla in un modo drastico.

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Redazione
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