Cultura e Società

Eiréne Campus resoconto delle tre giornate

C.S. della Dirigente Beatrice Lento

Eiréne Campus resoconto della terza, quarta e quinta giornata di lavori e presentazione della sesta

Il Dirigente Scolastico Beatrice Lento - foto Libertino
Il Dirigente Scolastico
Beatrice Lento – foto Libertino
La terza giornata di Campus ha registrato tre nuclei di grande intensità. Il primo ha dato eco al grido di ribellione di alcune donne di Calabria contro la ‘ndrangheta. Il secondo a quello di disperazione e speranza dei migranti ed il terzo si è centrato sulla miseria e sul riscatto dei giovani che emergono dal buio delle dipendenze.
Un “fil rouge” di forte intensità ha percorso la giornata tracciando, pur nella diversità delle situazioni, un’unica storia che, partendo dal dolore, si dipana in cerca della forza che più intensamente anima la vita: la ricerca della libertà. La libertà dall’oppressione della criminalità organizzata, la libertà dalla violenza di un Paese che soffoca i propri figli, la libertà da un “Io” sopraffatto dal disagio.
La giornalista e scrittrice Francesca Chirico ci ha offerto il suo “Io Parlo”: donne che hanno infranto il silenzio assegnatogli da un’aberrante tradizione e preteso dalle cosche. Donne che, mettendo da parte pregiudizi e stereotipi atavici, hanno lottato per la legalità raccogliendo a volte disprezzo, a volte solidarietà.
Bellissimo il messaggio lanciato da Francesca Chirico che ha evidenziato come il dolore personale possa essere sublimato in un grande dono d’amore per la propria terra se trasformato in una battaglia per la verità e la giustizia che non teme i giudizi emarginanti.
Le donne che hanno infranto il silenzio non sono “puttane, pazze, instabili, depresse” sono donne forti che hanno il coraggio della ribellione, la volontà di disturbare la ‘ndrangheta e la forza di imbarazzare la società costretta a guardarsi allo specchio. La testimonianza di Francesca Chirico è stata offerta dall’Inner Wheel di Tropea, presieduto da Eva Epifanio, e da Luigia Barone, Giudice Onorario del Tribunale Dei Minori di Catanzaro. Il secondo nucleo tematico, incentrato sulla problematica delle migrazioni, ha visto sulla scena Giuseppe Ciccone, Direttore dell’Associazione Cooperazione Sud per l’Europa, coadiuvato dalla psicologa Angela Ioculano. E’ stato coinvolgente avere a scuola una famiglia di migranti con la loro piccola nata nel nostro Paese, come pure ripercorrere l’esperienza bellissima del nostro Alberghiero che ha accolto 42 giovani profughi divenuti i cari “Alunni Venuti da lontano”. Molto intensa anche l’esperienza della Comunità Exodus, presentata con grande forza dal sociologo Pasquale Ambrosino e da due giovani che, avendo vissuto sulla propria pelle la dipendenza da droghe, hanno saputo offrire agli studenti consigli e raccomandazioni fortissimi e profondamente veri.
La quarta giornata dell’Eiréne ha accolto il libro, di Rosanna Ambrosi, “caro Matteo – Dialogo con un figlio poco integrato”, l’esperienza dell’Unione Nazionale ciechi, sezione di Vibo Valentia e Libera Vibo.
“caro Matteo…” è la testimonianza di una madre in pena per un figlio in pena, un figlio che cerca un senso nella sua vita, fenomeno tipico dell’età adolescenziale. Il bellissimo testo ha uno sfondo complesso e affascinante: la fine degli anni ottanta, con i sogni sfumati dell’AIZ, il centro autonomo occupato dai giovani vicino alla stazione di Zurigo e l’uragano appena passato del Platzspitz che uccideva di eroina centinaia di giovani. Il presidente dell’Unioni Ciechi, Giovanni Barberio ha inondato la scena del Campus con la presenza di due giovani privi della vista che, con la loro forza, hanno veicolato in maniera chiara e decisa il messaggio essenziale della testimonianza: è basilare la volontà e l’impegno che, coniugati con l’uso delle moderne tecnologie, consentono di assaporare una vita completa e soddisfacente.
Non si possono celare le limitazioni che la mancanza della vita comporta, un non vedente non potrà fare il chirurgo ma potrà essere un giudice, in avvocato, un ingegnere. Molto bella la storia di Giuseppe, giovane cieco dalla nascita, che a giugno conseguirà la laurea.
Libera Vibo si è presentata col suo presidente, monsignor Giuseppe Fiorillo, con Matteo Luzza e con il testimone di giustizia Rocco Mangiardi. Quest’ultimo ha catturato l’attenzione di tutti con il suo carico di coraggio e sofferenza e con la sua determinazione a non piegarsi al potere mafioso. Molto coinvolgente anche il racconto di Matteo Luzza, del fratello Pino, un ragazzo fresco e pulito, ucciso perché innamorato di una giovane che i capi cosca avevano destinato ad altro.
Il presidente di Libera Vibo, don Fiorillo ha concluso l’incontro, contraddistinto da una miriade di domande degli studenti, invitando ad attraversare la scena della vita come semi e non come sabbia, quest’ultima scivola sterilmente mentre i semi producono fiori e frutta. Il gruppo di Libera ha partecipato all’inaugurazione dell’Aula Clio, un laboratorio di intercultura presso il Liceo Classico, frutto dell’Eiréne Campus, che, partendo dalle radici vuole proiettare lontano i giovani superando confini geografici e ideologici. La radice rappresentata nell’Aula è il Maestro Del Colore tropeano, Albino Lorenzo, una personalità schiva e semplice che al successo della grande città ha preferito il suo mondo, un mondo in cui, così dice il critico M.Calvesi, il tocco impressionista “elimina le ombre per intensificare la vibrazione della luce”.
La giornata di oggi, quinta del percorso, ha visto ancora la presenza della scrittrice giornalista Rosanna Ambrosi col suo “caro Matteo…”, il giornalista Nicola Rombolà, che ha presentato la figura del partigiano “Rosina” agli studenti del Commerciale e don Pasquale Russo che ha sviluppato il tema “Libertà e partecipazione nell’esperienza di Giuseppe Berto”, nel centenario della sua nascita. “Giuseppe Berto” ci ha detto don Russo “si nutriva di libertà e cantava l’amarezza di un paradiso perduto in un mondo contraddittorio”.
“Alla vigilia della conclusione del Campus ci sentiamo molto soddisfatti perché gli studenti hanno partecipato da protagonisti con grande entusiasmo e passione.
L’obiettivo del nostro progetto è mettere in relazione tra loro persone e problemi perché siamo convinti che solo con il contributo di prospettive diverse si può crescere realizzando un benessere autentico per le persone e per la vita sul pianeta” (dichiarazione della dirigente Lento)
Domani la conclusione del Campus all’Alberghiero con la mostra fotografica “Find To Liberty” di Eva Gluszak Castagna e una discussione sulle problematiche della migrazione e dell’intercultura. Ospite d’eccezione Onorina Ventre meglio nota come “Mamma Africa”.

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Redazione
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