Vincenzo Lauro

di Bruno Cimino

Vincenzo Lauro, nato a Tropea all’inizio del ‘500, per ben quattro volte consecutive fu sul punto di essere eletto Papa. La prima occasione fu nel 1590 dopo la morte di Sisto V; la seconda candidatura avvenne appena tredici giorni dopo, tanto visse dopo la nomina a pontefice Papa Urbano VII. Il nuovo Papa Gregorio XIV esercitò il suo pontificato per soli due mesi e di nuovo, tra i possibili successori vi fu Vincenzo Lauro, ma venne eletto Innocenzo IX il quale morì dopo un solo mese di pontificato (il 30 dicembre 1591). Per la quarta volta il cardinale di Tropea fu sul punto di essere eletto al soglio di Pietro, ma al suo posto venne scelto Clemente VIII, tristemente famoso perché sotto il suo pontificato fu pronunciata la condanna di Giordano Bruno. Le candidature del cardinale Vincenzo Lauro erano sostenute sia dai titoli conseguiti durante la sua vita sempre al servizio di regnanti in ogni parte d’Europa, (tra i tanti riconoscimenti ricordiamo essere stato nominato, per volontà di Maria Stuarda, "protettore della Scozia"), sia da amicizie di grande importanza nell’ambito ecclesiastico.
Fu amico di Ignazio di Loyola, Camillo De Lellis, Filippo Neri, oltre che compagno sino alla morte di Torquato Tasso che conobbe a Padova durante la giovinezza, del letterato Annibal Caro di Civitanova Marche (noto per la traduzione dell’Eneide di Virgilio) e di Federico Borromeo con il quale condivise l’avversione politica per i regnanti di Spagna. Nel settembre del 1580 fece parte della "Commissione" voluta da Gregorio XIII per l’approvazione e applicazione del progetto di Luigi Giglio (di Cirò) del calendario Gregoriano.
Le nobili origini della famiglia, legata al duca Ferdinando Carafa, gli consentirono di studiare nel castello di Filogaso ed in seguito di iscriversi presso la facoltà di medicina all’università di Napoli. Si laureò comunque a Padova, sia in medicina sia in teologia. Ancora giovane venne assunto nella segreteria ecclesiastica del cardinale Pier Paolo Parisio (cittadino di Cosenza). Fu però il cardinale Nicola Gaddi ad avviarlo all’impegno politico facendolo viaggiare tra Roma, Parigi, Londra, Varsavia, Edimburgo e Glasgow. La carriera diplomatica del tropeano ebbe inizio quando passò alle dipendenze del cardinale François De Tourmon che era tra le più potenti figure politiche di Francia. Grazie a questo impiego Lauro ebbe occasione di stringere amicizie con principi, regine e ambasciatori di tutta Europa. Quando ritornò in patria esercitò l’attività di medico personale del duca Emanuele Filiberto di Savoia ed ebbe incarichi direttamente dal papa Gregorio XIII, prima per dirimere le discordie in terra di Scozia e poi in Polonia per scongiurare le minacce di invasione dei turchi, russi e tedeschi. A missione compiuta ritornò a Roma ed il nuovo Papa Sisto V lo nominò Cardinale. In questo periodo operò a fianco di Camillo De Lellis, il quale aveva fondato l’Ospedale degli Incurabili; per questo impegno ebbe dal Vaticano l’autorizzazione a far portare ai chierici regolari un mantello segnato da una croce di colore rosso, ossia l’attuale simbolo della Croce Rossa (divenuta ormai) Internazionale.
Il cardinale di Tropea Vincenzo Lauro morì tra le braccia di San Camillo.
 

Redazione Tropea e dintorni

 

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