Attualità

Il fascino della Madonna bizantina

S.Messa pontificale, officiata dal Vescovo L. Renzo

L’Icona, portata a spalla attraversato le vie della Città

Come ogni anno, all’inizio del mese di settembre, tutti i tropeani e i tanti turisti presenti in città, nonché i fedeli provenienti dai paesi limitrofi e da altre parti della Diocesi, si sono ritrovati per esprimere la secolare devozione alla Madonna di Romania, patrona della città di Tropea e della Diocesi di Mileto – Nicotera – Tropea.
La giornata festiva del 9 settembre è stata preparata dalla novena che, per nove giorni consecutivi, ha fatto convenire i fedeli nella Chiesa Concattedrale per elevare, verso la tenera e miracolosa Icona Mariana, le tradizionali preghiere e i canti popolari.
Il momento centrale della festa è stata la S.Messa pontificale, officiata dal Vescovo Luigi Renzo e concelebrata dai parroci e religiosi della Città, dai Canonici del Capitolo e da altri sacerdoti della Diocesi.
Alla funzione religiosa hanno presenziato le autorità militari e civili, tra cui il Commissario prefettizio del Comune di Tropea e i sindaci di Zambrone e Ricadi.
Il Vescovo Renzo, nella sua omelia, ha ricordato come la festività di settembre fa memoria della solenne incoronazione della Madonna di Romania, avvenuta il 9 settembre 1877, su iniziativa del Vescovo del tempo Mons. Filippo De Simone e del suo coadiutore Luigi Vaccari.
Il presule ha poi spiegato il significato dell’incoronazione. “Con l’incoronazione si riconosce Maria come Regina, una regina particolare che leghiamo al nostro cuore, alla nostra vita, alla città. Incoronare la Madonna significa riconoscere quasi una nostra dipendenza da Lei, una sottomissione perché Lei possa fare di noi un gioiello da portare a Gesù; significa riconoscere il suo patrocinio, spalancare il cuore per accoglierLa e lasciarsi illuminare la mente e il cuore per seguire la strada che Lei ci indica”.

Servizio fotografico a cura di Salvatore LibertinoDinanzi al fascino di questa Madonna bizantina, il Vescovo ha invitato i fedeli ad assumere l’atteggiamento della contemplazione.
E facendo riferimento alla letture bibliche proclamate nella liturgia ha sottolineto il ruolo della Madonna nella storia dell’umanità. “Maria è la donna vestita di sole, minacciata dal drago che vuole prevalere su di Lei e sul bambino. E’ il segno dell’eterna lotta del male contro il bene. Ma a prevalere è il bene; Dio interviene e in questa lotta Dio chiama e fa entrare questa ragazza ebrea, Maria. Dio la attira a sé e Maria si lascia prendere da Dio, dicendo il suo sì e permettendo così al bene di trionfare sul male”.
Maria, nella riflessione del Vescovo, diventa così la benedizione di Dio. “Maria è benedetta, perché ha creduto, ha avuto fiducia di Dio e si è messa nelle sue mani. Maria diventa una benedizione per noi, perché attraverso di Lei e del suo sì, Dio realizza il suo progetto d’amore e ci permette di entrare in questo progetto divino. Maria diventa una benedizione perché con la sua vita permette a Dio di ridare dignità ai suoi figli, agli uomini”.

Il commissario dott. G. Cirillo, offre il cero votivo – foto Libertino

Il Vescovo, dopo aver esplicitato meglio il concetto biblico della benedizione, ha invitato tutti a imitare la Vergine nell’impegno e nella missione di essere, a nostra volta, benedizione per gli altri.
“La devozione è vera quando ci scuote dentro, quando ci provoca a cambiare, quando il Figlio che Maria ci offre diventa la via della nostra vita”.
Come è consuetudine, dopo l’omelia, il commissario prefettizio dott. Giovanni Cirillo, ha ripetuto il gesto dell’offerta del cero votivo alla Patrona della città.
In questo gesto, come sottolineato dal Vescovo nell’omelia, si manifesta “la devozione della città che si pone ai piedi della Madonna; un gesto che diventa “presa di coscienza perché ciascuno, secondo le proprie responsabilità, come il cero, si consumi per gli altri”; un gesto che è “impegno solenne di affidare a Maria la Città, ma anche di lasciarci affidare da Maria la Città”. Una città che nell’esortazione finale del Vescovo, “bisogna difendere e amare, con i suoi abitanti, i suoi turisti, le sue vie, il mare e tutto quello che di bello e grandioso si conserva a Tropea”.
Nel tardo pomeriggio, dopo il solenne canto dei Vespri, la Venerata Icona, portata a spalla dai pescatori, ha attraversato le vie della Città, preceduta da un lungo corteo, composto da una rappresentanza del clero diocesano e religioso, dai Canonici del Capitolo, dai Seminaristi del seminario diocesano, da 18 confraternite provenienti dalle parrocchie della Diocesi e seguita dalle autorità civili e militari e da numerosi fedeli.
La preziosa Immagine della Madre di Dio, alla quale si sono rivolti imploranti e fiduciosi gli occhi dei tropeani di tutte le generazioni che si sono succedute nei secoli, brilla davanti a noi e ci orienta nel cammino della vita.

La processione attraverso le vie della Città – foto Libertino

A Lei, Madre premurosa, il Vescovo, al termine della processione, ha affidato le famiglie, i giovani, i sofferenti, i malati e i poveri, le sorti della società, i sacerdoti e la chiesa diocesana.
Tutti ci votiamo a Maria, con le nostre speranze e paure, con le nostre nostalgie di bene e le nostre interiori sconfitte, con i nostri propositi e le nostre pene.
Sotto il suo sguardo dolcissimo, la comunità tropeana e la chiesa diocesana riprendono così il suo cammino, nell’impegno costante di operare per il bene comune e per la crescita spirituale di ogni uomo e donna di buona volontà.

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Francesco Sicari
Sacerdote della diocesi di Mileto – Nicotera – Tropea, collaboratore storico della testata Tropeaedintorni