Cultura e Società

Il Liceo Statale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia a Dublino

Grande successo del progetto “Learning to Work Abroad”

Al progetto hanno preso parte 15 studenti delle V classi dei vari indirizzi di studio dell’Istituto (Greta Callipo, Sofia Callipo, Agostino De Leo, Anna Maria Dhaim, Chiara Fuduli, Martina Meddis, Benedetta Pantano, Simona Pisano, Letizia Prostamo, Martina Pugliese, Felisia Pujia, Caterina Raffaele, Maria Laudis Silvestri, Martina Tassone e Paola Tripodi)

Il Liceo Statale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia a Dublino

Si è concluso brillantemente il progetto PON-FSE “Learning to Work Abroad” – un percorso di alternanza scuola lavoro svoltosi a Dublino (Irlanda) –, organizzato dal Liceo Statale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia, diretto dall’Ing. Antonello Scalamandrè.
Il progetto – elaborato e redatto dalla referente prof. Marcella Mellea, docente di Lingua e cultura Inglese, con la collaborazione del prof. Eliseo Cutuli e del tecnico Massimo Serraino – è stato finanziato dalla Regione Calabria, attraverso i fondi PON-FSE 2014-2020 “Per la Scuola, competenze e ambienti per l’apprendimento”.
Il viaggio è stato organizzato tramite l’Agenzia “Erudia Tours Ltd”, specialista del settore, il cui responsabile locale – Domenico Ventura – ha fatto di tutto per assicurare agli studenti una sistemazione ed una permanenza confortevole e ottimale, sia sotto il profilo didattico/formativo sia sotto il profilo logistico; il servizio di Work Experience è stato erogato dall’Istituto “Xplora International Ltd”. Gli studenti sono stati sistemati in confortevoli stanze, con trattamento di pensione completa, presso il centralissimo Harcourt Hotel, a due passi dalla sede della Scuola e delle attività didattiche.
Al progetto hanno preso parte 15 studenti delle V classi dei vari indirizzi di studio dell’Istituto (Greta Callipo, Sofia Callipo, Agostino De Leo, Anna Maria Dhaim, Chiara Fuduli, Martina Meddis, Benedetta Pantano, Simona Pisano, Letizia Prostamo, Martina Pugliese, Felisia Pujia, Caterina Raffaele, Maria Laudis Silvestri, Martina Tassone e Paola Tripodi), segnalati dai rispettivi consigli di classe e selezionati sulla base del merito scolastico in termini di conoscenza certificata della lingua inglese. Ad accompagnarli sono state le prof. Marcella Mellea, Rosaria Dileo, Gina Giannini e Sara Marasco, che si sono alternate nella loro permanenza a Dublino.
Scopo del progetto era quello di favorire, negli studenti partecipanti, lo sviluppo di competenze capaci di facilitare l’integrazione culturale, lavorativa e linguistica, nonché l’orientamento nel mondo del lavoro in ambito internazionale. “In un momento in cui il progetto europeo – ha dichiarato la prof. Mellea – è sottoposto a grandi sfide politiche, economiche e sociali, si avverte l’esigenza di rafforzare la conoscenza e la consapevolezza delle opportunità offerte agli studenti in quanto cittadini europei, ma anche di valorizzare la cittadinanza attiva in termini di libera circolazione e del ‘fare’. In quest’ottica, pertanto, i nostri studenti, hanno potuto partecipare a uno stage all’estero e prendere parte a varie attività, finalizzate a rafforzare la formazione didattica e professionale e incrementare le opportunità di conoscenza di realtà culturali e professionali innovative presenti a Dublino”.
Gli studenti, dunque, hanno potuto realizzare un’esperienza full immersion, dal vivo, per tre settimane, a Dublino in Irlanda (patria di grandi e famosi scrittori quali G.B. Shaw, S. Beckett, W.B. Yeats, S. Heaney, J. Swift, O. Wilde, J. Joyce; terra di miti e leggende, di fate e druidi), immergendosi nella sua cultura e nella sua quotidianità. Un’esperienza grazie alla quale, in linea con gli obiettivi operativi del progetto, gli studenti hanno potuto sviluppare e affinare competenze, abilità e conoscenze chiave nei percorsi di formazione, tra i quali: imparare ad imparare; acquisire un lessico appropriato su argomenti di vita quotidiana, sociale e professionale; comunicare in contesti di studio e di lavoro, partecipare e collaborare a lavori di gruppo, in situazioni in cui il gruppo stesso diventa ambiente di apprendimento.
In tutte le attività, didattiche e culturali, gli studenti sono stati seguiti da un tutor e guida madrelingua, il prof. Kieron Greenwood, che ha svolto il suo compito con “professionalità e competenza”, ma anche con “tanta umanità e attenzione verso gli studenti”, come gli è stato riconosciuto, con un’apposita attestazione, dal Dirigente scolastico, Ing. Scalamandrè, il quale si è dichiarato “pienamente soddisfatto dell’organizzazione didattica e della sistemazione logistica”, che lui stesso ha potuto verificare direttamente nel corso di una breve visita agli studenti.
Le lezioni didattiche, in lingua inglese, sono state integrate da un project work, realizzato attraverso attività varie ed escursioni guidate presso alcuni dei principali luoghi simbolo della città, tra cui: il Trinity College, la più antica e prestigiosa Università d’Irlanda, sede della più grande biblioteca irlandese, la Old Library, che ospita oltre 200.000 volumi, tra cui il celebre “The Book of Kells”, il manoscritto medioevale più famoso e antico al mondo, che contiene la traduzione latina dei Quattro Vangeli; la National Gallery, che ospita diverse opere d’arte di famosi pittori internazionali (Goya, Velazques, Rembrandt, Rubens, Monet, Picasso) e italiani (Caravaggio, Tiepolo, Canova, Beato Angelico, Guercino, Tiziano, Perugino, Mantegna); e ancora, la National Library, il National Museum, il Natural History Museum, il Writers Museum, la Dublin City Gallery; le due imponenti cattedrali protestanti: St Patrick’s Cathedral e Christ Church Cathedral; il caratteristico quartiere artistico e culturale di Temple Bar, cuore pulsante di Dublino; The Guinness Store house, il Museo della ‘scura’ più conosciuta al mondo, dove gli studenti hanno potuto fare un’esperienza interattiva che unisce cultura della birra e storia d’Irlanda; il Titanic Museum di Belfast, che ripercorre la storia del famoso transatlantico britannico, affondato nell’Oceano Atlantico il 15 aprile 1912.
Attraverso le varie attività svolte, dunque, gli studenti hanno potuto mettersi in gioco in prima persona, conoscendo e vivendo le tante facce della Dublino multietnica e multiculturale, verificando sul campo come la conoscenza della lingua straniera, e la relativa comunicazione linguistica, rappresenti un importante strumento – un vero e proprio passaporto – di integrazione culturale e sociale.
Da sottolineare, inoltre, l’encomio scritto rilasciato dal prof. Greenwood, a conclusione della relazione di fine attività, per sottolineare che gli studenti “hanno assolto il loro compito in maniera ottima”, evidenziando un “alto livello di conoscenza e competenza linguistica” nonché un “comportamento esemplare” e una “partecipazione attiva e proficua” a tutte le attività svolte durante lo stage.
Un encomio che fa certamente piacere a tutti i diretti interessati, ma soprattutto agli studenti protagonisti di questa indimenticabile esperienza, ritenuta dagli stessi “molto bella e positiva, interessante ed istruttiva” nonché “assolutamente soddisfacente”, non solo dal punto di vista didattico e formativo ma anche sotto il profilo umano e culturale.
Un sentire comune che ben si evince dai seguenti versi di Chiara Fuduli, composti di getto alla stazione di Dublino, nell’attesa del treno, in un momento di particolare emozione-commozione, mentre la compagna Letizia suonava dolci melodie al pianoforte: “Viaggiare per trovare/un pianoforte in stazione/improvvisare/commuoversi/Ascoltare una canzone/Viaggiare per partire/esplorare/ritrovare/la voglia di scoprire/Viaggiare con un sogno/o solo un’illusione/Viaggiare per tornare/liberi/diversi/il mondo in mano/un ricordo nel cuore”.
Come dire, un vero e proprio viaggio di formazione, fra estetica del paesaggio ed estetica del sé: un mondo che incanta e suggestiona le nostre vite quotidiane, ordinarie, destando in noi il desiderio di rendere reale il potere di cui è intriso il viaggio, un potere sconosciuto, sottile, invisibile, che si attacca alle nostre anime come la salsedine sulla nostra pelle.

Michele Petullà

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Redazione
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