Lettere Rubriche

Il pallone scoppiato

Macrì scrive a Sergio Chiamparino

Riceviamo e pubblichiamo

Lo scorso giovedì, nel fare rientro da Roma, ove mi ero recato in pullman ad una manifestazione della Fondazione dei Cristiano Popolari del Popolo della Libertà, navigando in internet mi sono imbattuto in un comunicato stampa a firma Adolfo Repice che ha rischiato di ammazzarmi dalle risate. Commentando la notizia con i compagni di viaggio ci siamo detti: colpito e affondato: il povero Repice non ha retto il colpo ed è andato anzi tempo completamente fuori di testa.
Il Commenda, che, lo rammento ancora una volta ai distratti, conduce in locazione un super attico di appena 247 m2 in una zona esclusiva di Torino, a fronte del pagamento di un modesto canone di affitto, lucrando così su una rendita che avrebbe dovuto finanziare – secondo la volontà del de cuius – borse di studio per giovani artisti (i suoi tanto amati giovani), definisce ciarpame la mia attività politica sol perché, evidentemente, con i miei puntuali interventi tecnico-politici rilevatisi ad oggi sempre corretti, ho sventato i suoi più sciagurati propositi e messo alla berlina la sua azione svelandone le gravi illegittimità. La sguaiata e delirante nata autobiografica (nel leggerla ho pensato che stesse descrivendo se stesso), concepita certamente in collaborazione con i suoi più stretti e piccoli – in senso De Andreiano – accoliti, dopo aver lanciato una serie di volgari offese, tra le quali quella – sentite e tremate – di trasformismo, in un delirio di onnipotenza, senza pudore, lancia il suo proclama di epurazione contro chi come me risulta indesiderabile, indegno, dannoso al suo maldestro tentativo di affondare le mani nella città di Tropea.
Non nascondo un certo compiacimento che nasce dalla constatazione, confermata dal suo veemente, ancorchè velleitario, tentativo denigratorio, dell’incisività della mia azione oppositiva. Sono contento di aver raggiunto il bersaglio costringendolo a svelarsi ancor più all’opinione pubblica quale personaggio di terz’ordine, tronfio e ridondante. Ovviamente, provenendo l’insulto da un denigratore di professione, incarnazione perfetta del detto dantesco “Ognuno del suo cor l’altrui misura”, il medesimo immediatamente si trasforma in azione di plauso che raccolgo, lieto di espormi al giudizio e al monitoraggio di chicchessia e prima tra tutti di coloro che, accordandomi più volte e calorosamente il consenso elettorale, rappresentano i miei più autorevoli interlocutori.
Per ciò che concerne il riferimento al partito di cui mi onoro di far parte sin dalla sua fondazione, tengo a sottolineare all’unico soggetto che farneticando mostra di aver perso il lume della ragione, che lo stesso è espressione di partecipazione democratica collocandosi assai lontano da quelle forme di gestione autoritaristiche, prepotenti ed arroganti a cui il sindaco Repice fa riferimento. Lo invito, pertanto, ad avere più rispetto per l’organismo politico di cui sono espressione e all’interno del quale, fortunatamente, non valgono le logiche distorte a cui maldestramente accenna pensando di assumere posizioni di forza.
Colgo, infine, l’occasione per rinnovare, a tutti coloro che sostengono l’opposizione a Repice, il mio impegno sistematico e costante a denunciare, senza esitazioni, tutto ciò che di inadeguato, scorretto e ancor più di illegale dovesse emergere. Rigetto ovviamente, la pseudo lezione di etica e di civiltà che il Repice si è arrogato di poter porgere non riconoscendogli alcun titolo a farlo né ritegno necessario controdedurre alcunchè, fermamente convinto della validità del motto latino “Intellegenti pauca”.
Concludo il mio intervento comunicando al nostro che ho già inoltrato la sua lettera al Dott. Chiamparino, nella duplice qualità di esponete di spicco del PD, ossia di quella formazione che fino a ieri lo ha tenuto a banchetto e che oggi rinnega, nonché quale massima autorità sanitaria della città ove il nostro risiede.

 

 

Consigliere Provinciale Pdl
Componente della Direzione Regionale del Pdl

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