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Il prete che sfida i narcotrafficanti

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Il prete che sfida i narcotrafficanti.

Padre Alejandro Solalinde ha settantadue anni e una taglia da un milione di dollari sopra la testa. A mettergliela sono stati i Los Zetas, potente cartello di narcotrafficanti che terrorizzano il Messico con le loro violenze. Candidato al premio Nobel per la pace, il sacerdote sfida da anni i cartelli e la polizia corrotta, denunciando le violenze subite dagli indocumentados e dai più poveri. Difende i migranti, i minori che finiscono spesso nelle mani dei narcotrafficanti che li usano per i crimini e per il commercio di corpi.

♦ «Io non ho paura della morte, se ami e se hai fede non puoi avere paura di morire» confida padre Alejandro.
♦ Parla con entusiasmo del centro di accoglienza “Hermanos en el camino” (Fratelli sulla strada), fondato dieci anni fa a Ixtepec, nel sud del Messico, nel quale ogni anno transitano ventimila migranti che «sono oggi gli attori più importanti del cambiamento: pur essendo poveri, con i loro valori possono salvare i ricchi del nord dall’impoverimento causato dal materialismo, diventando segno di salvezza e dell’irruzione di Dio nella storia»
Padre Alejandro denuncia: «In Messico le mafie della droga hanno ucciso, dal 2006 a oggi, 250.000 persone: 25.000 l’anno. Ma di altri ventisettemila rapiti non si è saputo più nulla».
E così padre Alejandro è anche al fianco delle «madri che hanno perso ogni traccia dei loro figli e li cercano disperatamente nelle fosse comuni, private di giustizia e di ogni diritto».
Ed è anche al fianco delle madri che non sanno più nulla dei loro figli che Padre Alejandro si è schierato. «Quando le accompagni nelle fosse a cercare i resti capisci che a queste donne è rimasta solo la speranza di trovare un frammento di ossa per piangere i propri bambini, cercano il conforto del dolore. Ma oltre alla possibilità di avere giustizia vengono private anche del diritto di soffrire».

Nell’Udienza generale del 17 maggio scorso Padre Alejandro Solalinde ha presentato a Papa Francesco il libro “I narcos mi vogliono morto” (Bologna 2017, Editrice missionaria italiana, pagine 160, euro 15,00), scritto con la giornalista di «Avvenire» Lucia Capuzzi.
(fonte: Osservatore Romano, 17 maggio 2017).

Candidato al premio Nobel per la pace, il sacerdote Padre Alejandro Solalinde sfida da anni i cartelli e la polizia corrotta, denunciando le violenze subite dagli indocumentados e dai più poveri. Difende i migranti, i minori che finiscono spesso nelle mani dei narcotrafficanti che li usano per i crimini e per il commercio di corpi. Papa Francesco gli detto: “So quello che stai facendo. Vai avanti. Ti benedico“.

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