Intervista ad Alfredo Barone, Presidente della sezione tropeana di A. N.

Alleanza Nazionale vuole Tropea in una nuova dimensione

Aria di cambiamenti all’interno di Alleanza Nazionale a Tropea. Una partecipazione quasi inesistente della gente alla vita politica cittadina, ha indotto alcuni esponenti locali del partito di Fini ad uscire con un manifesto per anticipare una nuova linea politica.

 

di Bruno Cimino

foto Salvatore Libertino

 

Tropea – Qualcosa si muove a livello socio-politico nella capitale delle vacanze che, a dire il vero, negli ultimi tempi sembra essere diventata “della noia”. Chi ci vive forse sarà abituato, ma il visitatore è destinato o a perdersi tra le bellezze del silenzio paesaggistico o ad immergersi in una storia urbana e culturale che sembra svanire ogni giorno di più. Il neo Presidente della sezione locale di Alleanza Nazionale, Alfredo Barone, in una nostra intervista, si è trovato d’accordo su questa analisi che vorremmo fosse solo appannaggio di un periodo particolare. Ecco quanto ci ha detto dell’oggi e del futuro, sulla carta, programmato dal suo gruppo che certamente vorrebbe una Tropea completamente diversa da quella che si presenta in questo nuovo anno 2004.

Domanda - Il Suo partito, a Tropea, chi rappresenta in termini politici?

Risposta – Alleanza Nazionale rappresenta politicamente tutti quei cittadini che, riconoscendosi nei valori tradizionali della destra italiana, condividono la nostra visione del futuro e le soluzioni che noi proponiamo per realizzarla.

D - Perché i cittadini di Tropea dovrebbero aderire ad A.N.?

R - Per collaborare in prima persona a definire e realizzare i progetti che ci porteranno nel futuro.

D - Qual è, in sintesi, il vostro programma e chi rappresenta socialmente?

R - Il nostro programma è strutturalmente legato alla visione ideale che abbiamo della Tropea del futuro: una cittadina, cioè, proiettata nel gotha del turismo internazionale, di qualità e non certo di quantità. Il programma che intendiamo attuare si rivolge a tutti i ceti sociali della comunità, dall’operaio al commerciante passando per l’imprenditore turistico sino al letterato perché Tropea non è solamente sole e mare ma anche storia e cultura. Molto sinteticamente posso riassumere la nostra proposta politico-programmatica che è articolata su tre direttrici fondamentali: prolungamento della stagione turistica; riqualificazione dell’offerta turistica e creazione di indotti occupazionali. Le priorità programmatiche sono la creazione di strutture che permettano a Tropea di porsi come centro di servizi anche nei confronti dell’intero hinterland e che garantiscano il prolungarsi della stagione turistica, ad esempio un anfiteatro, un palasport e un centro congressi. Da rivalutare è il centro storico che attualmente si trova in uno stato di degrado generale perché carente di un piano di recupero adeguato che tenga conto del suo valore storico-architettonico, luogo ideale per la realizzazione del tanto atteso museo. Inoltre, è fondamentale incoraggiare la creazione di esercizi commerciali al fine di rianimarlo socialmente ed economicamente.

D - Se il Suo partito avesse la maggioranza nella gestione amministrativa di Tropea, cosa farebbe oggi che non fa l’attuale maggioranza?

R - Questa amministrazione a mio modo di vedere, sta limitandosi a cercare di svolgere l’ordinario lavoro quotidiano. Il suo limite è, sul fronte turistico, la mancanza di progettualità a lunga scadenza e di qualità. Inoltre sarebbe necessario impostare con gli altri comuni costieri, una azione incisiva che permetta all’ospedale di Tropea non solo di non chiudere i battenti ma di operare adeguatamente.

 D - Com’è, secondo voi, Tropea e come dovrebbe essere dal punto di vista turistico, culturale, lavorativo, sportivo, insomma come cittadina del nuovo millennio?

 R - Una cittadina attualmente ripiegata su se stessa e senza adeguate prospettive di sviluppo, con un turismo di massa che si concretizza nei mesi di luglio e agosto. La Tropea che vedo io è una Tropea che fa turismo per tutto l’anno, che si pone come centro di servizi nei confronti dell’intero hinterland. Tropea, comunque, deve essere anche e soprattutto cultura e storia.

D - Senza aspettare il periodo in cui il politico è un grande e fraterno amico dell’elettore, oggi cosa chiedete al cittadino locale e cosa promettete in cambio del voto?

R - Io penso che ai cittadini bisogna innanzitutto chiedere di assumersi le proprie responsabilità: sono i cittadini che scelgono coloro che li amministreranno. L’unica cosa che si può promettere è l’impegno per assicurare un domani migliore ai nostri figli.

D - Si avvicinano le elezioni provinciali. Come si presenterà A.N. nel Vibonese?

R - Si presenterà forte di quanto ha fatto e di quanto ha proposto. Ritengo che A.N. nel Vibonese si sia mossa concretamente portando avanti una politica incisiva e mirante al benessere e allo sviluppo della collettività. La  provincia può decollare solo se si presta la dovuta attenzione alle esigenze del vero volano economico territoriale: la costa.

D - Cosa pensa in merito alla frattura tra Alessandra Mussolini e A.N.?

R - Alessandra Mussolini è molto impulsiva, la rottura con A.N. deriva, a mio modo di vedere le cose, dal cognome che porta e non da altri fattori. Lei aveva pienamente condiviso le tesi di Fiuggi che ha ritrattato quando sono state riaffermate in Israele da Fini. Il nostro compito, comunque, è pianificare il futuro non criticare il passato, cosa che lasciamo fare agli storici.

D - Una domanda meno politica e più sociologica: perché la politica, intesa come gestione della cosa pubblica, piuttosto che unire, divide e spesso, addirittura, lacera i rapporti con i cittadini oltre ad istigare gli uni contro gli altri?

R - Perché molto spesso chi amministra si sente come un sovrano illuminato che ritiene di avere le risposte per migliorare la società, senza però confrontarsi con i cittadini che vivono i problemi quotidianamente. E’ necessario che chi amministra stia costantemente in collegamento con chi è amministrato e sia disposto a dialogare costruttivamente con lui. Solo così la gestione della cosa pubblica unirà e non dividerà; chi amministra è un servitore della comunità e non certo un imperatore che guida dall’alto della propria presunzione la collettività.


 

Redazione gazzettino 
    di Tropea e dintorni

 

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