Cultura e Società

La bisaccia del pellegrino

Rubrica religiosa settimanale

a cura di P. Salvatore Brugnano

Maggio 2010, terza settimana: 16-22 maggio 2010
1. Vangelo della domenica –  «Mentre li benediceva veniva portato verso il cielo».
2. Aspetti della vita – Internamente.
3. Un insegnamento di S. Alfonso – Maria, madre dei peccatori pentiti
4. La settimana con la liturgia (17-22 maggio).
5. Saggezza calabrese – Il credente calabrese e la Madonna

1. Vangelo della domenica – Luca 24, 46-53« Mentre li benediceva veniva portato verso il cielo».

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.

Oggi è la festa dell’ascensione del Signore. Quest’avvenimento segna la fine di un tempo e l’inizio di un altro; quello della Chiesa e dello Spirito. Ora tocca a noi portare avanti l’annuncio. La rivelazione è completata, e Gesù può cambiare lo stile della sua presenza. Diventa invisibile ma presente per tutti, tramite l’Eucaristia, la Parola, la Chiesa e i cristiani.
Ascensione del Signore al cielo e invio dello Spirito Santo, per fare dei discepoli dei testimoni coraggiosi e per accompagnarli fino al ritorno di Gesù, sono strettamente collegati. Gesù ha il coraggio di andarsene. Manderà lo Spirito, per aiutarci a capire meglio tutto ciò che ha detto e fatto, e darci la forza di testimoniarlo. A pensarci bene, l’esperienza che i discepoli hanno fatto e raccontato, ha dell’incredibile. Sembra una favola: quest’uomo che fa miracoli, che ama tutti fino a lasciarsi ammazzare pur di non smentire questa sua scelta, che risuscita e non si vendica, che mangia con loro e poi ascende al cielo. Sono cose che nessuno oserebbe raccontare senza aver paura di passare per matto.
Signore, mandaci il tuo Spirito affinché anche possiamo capire e credere sempre di più in questo Dio che tu ci hai rivelato e per il quale ti sei incarnato, sei vissuto, morto, risorto e asceso al cielo. (Paul Devreux)

2. Aspetti della vita
Ritorno alla morale

Il mondo ha bisogno di uomini che non possono essere comprati, che mantengono la parola, che stimano il carattere più prezioso del denaro, che non esitano a correre rischi, che sono altrettanto onesti nelle piccole cose come nelle grandi, che non scendono a compromessi, che non credono che la furbizia e la mancanza di scrupoli siano la miglior ricetta per il successo, che non si vergognano né hanno paura di difendere la verità anche a costo di andare contro corrente. (J. Allan Peterson, For men only)
Che altro aggiungere a queste e ad altre righe che continuano così: «Il mondo ha bisogno di uomini che restano fedeli agli amici nel bene e nel male, che sanno dire ‘no’ quando il resto del mondo dice ‘sì’»? L’unica nota possibile è quella di un invito a fare un confronto.
Il modello di società che abbiamo costruito, e che ora è dominante, è proprio l’antitesi di questo progetto. Abbiamo uomini e donne che si vendono per il successo, che mentiscono a man salva, che si compromettono, che esaltano la furbizia e il denaro, che seguono l’onda dominante, che amano volgarità e stupidità, che ingannano e prevaricano. Bisogna avere il coraggio di ritornare alla morale, provare ancora un sussulto di dignità spirituale. Un invito indiscutibile al sacrificio, all’onestà, alla dedizione alla verità sino all’estremo, ad una purezza di spirito e di coscienza che brilli nell’oscurità del male. (Mons. Gianfranco Ravasi)

3. Un insegnamento di S. Alfonso
Maria, madre dei peccatori pentiti

Maria stessa rivelò a Santa Brigida di essere madre non solo dei giusti e degli innocenti, ma anche dei peccatori, purché vogliano emendarsi. Quando una persona in peccato si getta ai piedi questa Madre di misericordia, la trova pronta ad abbracciarla e ad aiutarla più di quanto farebbe ogni altra madre. Ma sia ben chiaro: chi aspira ad essere figlio di questa Madre, deve prima rinunciare al peccato e poi potrà aspirare ad essere suo figlio.
Se una persona, infatti, ancora prigioniera del peccato, si sforza di uscirne e per questo invoca l’aiuto di Maria, questa madre buona non esiterà a soccorrerlo e a rimetterlo nella grazia di Dio. Certo, Maria non può amare una persona ostinata nel peccato, ma se questa, trovandosi forse incatenata da qualche passione, si rivolgerà alla Vergine pregandola con fiducia e perseveranza di liberarla dal peccato, certamente Maria stenderà la sua mano potente, la scioglierà dalle catene e la condurrà a salvezza.
Quando Maria vede ai suoi piedi un peccatore che implora misericordia, non guarda i suoi peccati, ma l’intenzione. Se questa è buona, avesse anche commesso tutti i peccati di questo mondo, Maria l’abbraccia e gli guarisce tutte le piaghe dell’anima. Non per nulla è invocata Madre di misericordia, veramente lo è, e continuamente ce lo dimostra con l’amore e la tenerezza con cui ci soccorre. (Alfonso Amarante, in “Percorsi di speranza”)
4. La settimana con la liturgia = 17-22 maggio 2010 – Liturgia delle Ore: III settimana
17 maggio (lunedì) Cantate a Dio, inneggiate al suo nome. – La passione del Signore è una prova terribile per i discepoli. Ma la presenza del Padre nell’ora in cui Gesù va incontro alla morte deve sostenere la nostra fede fino alla vittoria della Risurrezione.
Letture di oggi =  At 19,1-8; Sal 67,10-11.20-21; Gv 16,29-33.
Santi di oggi =  San Pasquale Baylon; B. Giulia Salzano.

18 maggio (martedì) – Benedetto il Signore, Dio della salvezza. – Il brano evangelico che oggi iniziamo ad ascoltare narra la mirabile preghiera scaturita dal cuore di Cristo alla vigilia della sua passione: Egli desidera ardentemente la gloria del Padre e l’unità dei discepoli nel suo amore.
Letture di oggi  = At 20,17-27; Sal 67,2-7; Gv 17,1-11a.
Santi di oggi =  San Giovanni I; San Felice da Cantalice.

19 maggio (mercoledì) – Regni della terra, cantate a Dio. – l momento di offrire la propria vita per il mondo, Gesù affida i suoi discepoli al Padre, pregandolo di preservarli dal male e di santificarli mediante l’annuncio della Parola che è verità.
Letture di oggi  = At 20,28-38; Sal 67,29-30.33-36; Gv 17,11b-19.
Santi di oggi =  San Pietro Celestino V; San Crispino da Viterbo; Sant’Urbano I.

20 maggio (giovedì) – Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio. – La missione dei discepoli consiste nel rivelare il Padre e il suo amore per gli uomini. La loro testimonianza troverà credito nella misura in cui, uniti gli uni agli altri, vivranno dell’amore stesso che unisce il Figlio con il Padre.
Letture di oggi = At 22,30; 23,6-11; Sal 15,1-2.5.7-11; Gv 17,20-26.
Santi di oggi = San Bernardino da Siena; Santa Lidia di Tiatira; Sant’Atanasio.

21 maggio (venerdì) –  Il Signore ha posto il suo trono nei cieli. – Pietro riceve l’incarico di pastore delle pecore del Cristo. Per svolgere questa missione dovrà dare prova di un amore assoluto per il Signore, fino al giorno in cui “glorificherà Dio” con la sua morte.
Letture di oggi = At 25,13-21; Sal 102,1-2.11-12.19-20; Gv 21,15-19.
Santi di oggi = San Carlo Eugenio de Mazenod; Sant’Arcangelo Tadini.

22 maggio (sabato) – Gli uomini retti, Signore, contempleranno il tuo volto. – Giovanni al termine del suo vangelo dichiara: «Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti e li ha scritti»; e la comunità, che ha raccolto le parole dell’apostolo, le propone a noi come verità autentica, luminosa e vivificante.
Letture di oggi = At 28,16-20.30-31; Sal 10,4-5.7; Gv 21,20-25.
Santi di oggi =  Santa Rita da Cascia; Santa Giulia; B. Umiltà (Rosanna).

5. Saggezza calabrese
Il credente calabrese e la Madonna

Il credente calabrese che ricorre alla Madonna avverte la necessità di non peccare più. Non di rado alla base di questa presa di coscienza c’è una specie di patto di alleanza e di amicizia sancito con la Madonna: ciò è significato soprattutto dall’abitino (è comune quello del Carmine) che il credente indossa a protezione dell’anima e del corpo. Un patto che se anche osservato solo negli obblighi esteriori (digiuni,astinenza dalle carni di mercoledì,venerdì,sabato…) richiamerà prepotentemente l’aiuto della Madonna, come è espresso in tanti canti popolari.
Un aspetto storico da non trascurare è il desiderio di avere giustizia: spesso l’ingiustizia umana si abbatte sul povero, sull’innocente che non ha più nessuno a cui rivolgersi; ed ecco che la Madonna diventa l’unico rifugio dei poveri, diseredati, condannati innocenti: miracolose liberazioni tramandate a riguardo hanno conservato tale atteggiamento di fiducia verso la Madonna.
Alcune volte il credente esprime il desiderio di unirsi misticamente al dolore della Madonna (l’Addolarata): “vorria ca chistu cori ngrato feriti e trapassati cu la santa spata”.
Il credente, infine, nella propria preghiera insiste fino ad ottenere la grazia: “Ed eu non mi movu de ccà, si la grazia non mi fa”.

(cf Salvatore Brugnano, Espressioni di religiosità popolare, vol. 3, La Madonna).

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