Cultura e Società

La bisaccia del pellegrino

Rubrica religiosa settimanale

a cura di P. Salvatore Brugnano


Giugno 2010, prima settimana: 30 maggio – 5 giugno 2010
1. Vangelo della domenica – «Lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità».
2. Aspetti della vita – Il mistero della SS. Trinità.
3. Un insegnamento di S. Alfonso – Servizio ministeriale del sacerdote
4. La settimana con la liturgia = 31 maggio-5 giugno.
5. Saggezza calabrese – Rosario e “jornata” per le feste della Madonna
 
1. Vangelo della domenica – Gv 16, 12-15
«Lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità».
 
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
 
Oggi la Chiesa c’invita a contemplare la Trinità. Perché Dio ha ritenuto opportuno rivelarsi trino? Non bastava che si rivelasse come Dio unico, creatore e Onnipotente? Riuscite ad immaginare un Dio solo, perso nell’universo, che grida ai quattro venti: “io sono l’amore e la vita”. A chi lo grida? Che senso avrebbe? Sarebbe ridicolo. L’amore autentico genera.
L’amore di Dio doveva generare qualche cosa, e ha generato, per quanto ne sappiamo da ciò che ci ha rivelato di sé, per lo meno un figlio. Anche l’amore del Padre e del Figlio qualche frutto doveva darlo. Ed ecco lo Spirito Santo, che procede dal Padre e dal Figlio, che ci dà la vita e ha parlato mediante i profeti.
Certamente tutta la creazione è un frutto di quest’amore, nel quale viviamo immersi, come un pesce nell’acqua. Penso che questo è solo un barlume di quanto scaturisce dall’amore creativo
di Dio, e penso che nell’aldilà vedremo cose che qui non riusciamo nemmeno ad immaginare. L’importante per ora è cogliere il messaggio che il Signore vuole ricordarci, ogni volta che ci segniamo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo: L’amore è perlomeno trino, uno che ama, uno che ricambia, e un frutto che ne dimostri l’autenticità ed è promessa di
continuità. Da solo, anche se sono un Dio, la mia vita non ha senso.
Donami Signore di sforzarmi sempre a vivere costruendo relazioni piuttosto che cercando di imparare a vivere da solo. (Paul Devreux)

2. Aspetti della vita
Il mistero della SS. Trinità
Il nostro Credo domenicale ha una storia che risale agli inizi del IV secolo. Ario, prete di Alessandria, sosteneva che il Figlio, seconda persona della Trinità, era un Dio inferiore al Padre, perché da questi generato. La Chiesa ha reagito contro questa dottrina contraria alla rivelazione; e lo dimostrano le voci dei grandi Padri di quel secolo. Atanasio di Alessandria, ha sofferto molti anni di esilio, a causa di imperatori di fede ariana. Lo stesso accadde ad Eusebio di Vercelli, Ilario di Poitiers. I celebri Padri della Cappadocia, Basilio, Gregorio di Nazianzo e Gregorio di Nissa, si sono impegnati con coraggio nella lotta contro gli eretici e le autorità che li sostenevano; e alla fine sono stati determinanti nel far trionfare la fede cattolica
La prima reazione ufficiale della Chiesa è stato il concilio di Nicea (325), essendo papa Silvestro I e imperatore Costantino. Il concilio ha emanato una dichiarazione di fede che insegna come il Figlio, in quanto generato dal Padre, è Dio come il Padre, ed eterna è la sua generazione. Infatti è nell’ordine delle cose che colui che è generato abbia la stessa natura di chi lo genera. Lo sottolinea San Basilio polemizzando con gli ariani: «Ho detto: “Fu generato”, non per affermare che l’Unigenito fu generato nel tempo. La tua mente non cammini nel vuoto, pensando all’esistenza di secoli anteriori al Figlio».
Nel 381, il I° concilio di Costantinopoli, ha redatto quella formula che recitiamo noi, detta “Credo Niceno-Costantinopolitano”. In esso professiamo anche la divinità dello Spirito Santo il quale, dichiara Gregorio Nazianzeno, «in quanto procede dal Padre, non è una creatura; in quanto non è generato, non è il Figlio; in quanto intermediario tra l’ingenerato e il generato, è Dio». Questa è la fede trasmessaci dai Padri. (Luigi Gambero, patrologo)

3. Un insegnamento di S. Alfonso

Servizio ministeriale del sacerdote
 
Il sacerdote durante tutta la sua vita, per il suo ministero è chiamato non ad accumulare ricchezze, inseguire onori e beni di questo Mondo, ma a far amare Cristo da tutti. Giustamente s. Ambrogio scrive: “Il vero ministro dell’altare non è più suo, ma tutto di Dio”.
Ogni buon Governo è formato da ministri che fanno eseguire e rispettare le leggi dello Stato, anzi fanno di tutto per farle rispettare, fino a esporre la propria vita. Lo fanno questo i sacerdoti per il nostro Dio? Eppure sono anche loro ministri e devono trattare le cose che riguardano Dio.
Cosa diremmo se un ministro di Governo pensasse solo ai propri interessi, parlasse e agisse contro il proprio Capo di Governo, fino a tramare per farlo dimettere, magari facendo lega con i suoi nemici?
I sacerdoti sono proprio gli ambasciatori e coadiutori di Dio. Dunque il sacerdote deve attendere alle cose di Dio e non del Mondo. “Il Sacerdote, messi da parte gli interessi del mondo, deve pensare solo a Dio”. Proprio in questo sta la perfezione del sacerdote: promuovere gli interessi di Dio come suo cooperatore”.
Che peccato vedere dei sacerdoti che fanno i commercianti, i sensali di matrimoni. Si fanno più ricchi ma non più buoni, acquistano più onori, ma non più santità! Che abuso subordinare il cielo alla terra! “Nel loro ministero non pensano al loro dovere, ma solo allo stipendio”.  (Alfonso Amarante, dalla  “Selva di materie predicabili e istruttive, di S. Alfonso”) 

4. La settimana con la liturgia = 31 maggio-5 giugno 2010 – Liturgia delle Ore: I settimana

31 maggio (lunedì) – La tua visita, Signore, ci colma di gioia. – Anche oggi la Madre del nostro Signore fa visita alla sua Chiesa. Aprendoci all’azione dello Spirito Santo, magnifichiamo con Maria il Signore per le sue grandi opere di salvezza.
Letture di oggi =  Sof 3,14-18a (Rm 12,9-16b); Cant. Ct 2,8.10-14 (Sal Is 12,2-6); Lc 1,39-56.
Santi di oggi =  Visitazione della Beata Vergine Maria.; San Silvio di Tolosa.
 
1 giugno (martedì) – Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione. – La moneta che Gesù esamina porta l’immagine di Cesare: appartiene dunque al suo ambito. L’uomo invece reca l’impronta di Dio: la sua coscienza non può quindi essere assoggettata ai poteri mondani.
Letture di oggi  = 2Pt 3,12-15a.17-18; Sal 89,2-4.10.14.16; Mc 12,13-17.
Santi di oggi =  San Giustino, martire; Sant’Annibale Maria di Francia; Beato G. B. Scalabrini.
 
2 giugno (mercoledì) – A te, Signore, innalzo la mia preghiera. – In tempi di vaga spiritualità new age, la risposta di Gesù ai sadducei circa la risurrezione è illuminante: il nostro è il Dio dei viventi!
Letture di oggi  = 2Tm 1,1-3.6-12; Sal 122,1-2; Mc 12,18-27.
Santi di oggi =  Santi Marcellino e Pietro (m.f.); Sant’Eugenio I; San Guido.
 
3 giugno (giovedì) – Fammi conoscere, Signore, le tue vie. – La vita cristiana non è un insieme di regole da ricordare e osservare. Gesù ci ricorda ciò che è essenziale: amare Dio con tutto noi stessi, amare il prossimo come se stessi. Il resto viene di conseguenza.
Letture di oggi = 2Tm 2,8-15; Sal 24,4-5.8-10.14; Mc 12,28b-34.
Santi di oggi = San Carlo Lwanga e compagni, martiri.; Santa Clotilde; Beato Giovanni XXIII.
 
4 giugno (venerdì) –   Grande pace, Signore, per chi ama la tua legge. – Gesù è certamente “figlio di Davide”, ha cioè assunto la nostra storia. Ma ne è soprattutto Signore.
Letture di oggi = 2Tm 3,10-16; Sal 118,157.160-161.165.168; Mc 12,35-37.
Santi di oggi = San Quinzio; San Francesco Caracciolo; San Filippo Smaldone.
 
5 giugno (sabato) – La mia bocca, Signore, racconterà la tua giustizia.  –  Lo sguardo di Gesù si ferma commosso e ammirato sulla vedova che nella sua povera offerta dà quanto aveva per vivere. Ciò che conta per Dio non è quanto si dona, ma quanto ci si dona.
Letture di oggi = 2Tm 4,1-8; Sal 70,8-9.14-17.22; Mc 12,38-44.
Santi di oggi = San Bonifacio, vescovo e martire; San Pietro Spanò.
 
5. Saggezza calabrese
Rosario e “jornata” per le feste della Madonna
 
La preghiera del rosario è la preghiera regina, anche per il credente calabrese, per prepararsi spiritualmente alle feste della Madonna, ieri come oggi. Una volta il rosario era recitato non solo in chiesa, ma anche nelle case, da tutta la famiglia alla quale si univano spesso anche i vicini di casa.
I giorni consacrati dalla devozione popolare alla Madonna sono il sabato (a partire dal sec.X) e poi il mercoledì, specie con la diffusione del culto alla Madonna del Carmine. Mese privilegiato e consacrato alla Madonna fu maggio, a cui si aggiunse il mese di ottobre, perchè in questo mese cade la festa della Madonna del Rosario.
Un’attenzione particolare merita la vigilia delle feste della Madonna che in molte parte viene celebrata come la “jornata”. Densa di preghiere e pratiche religiose la vigilia viene trascorsa in chiesa da parecchi fedeli o da chi ha fatto voto, vestendo l’abito (abitino, scapolare, distintivo…) della Madonna e facendo rigoroso digiuno.
Per tutto il giorno davanti alla immagine della Madonna, esposta con particolare solennità, si alternano schiere di fedeli che si trattengono in preghiere e canti: una vera miniera di motivi, di storie, di tradizioni che escono dalla bocca di questi fedeli oranti che si uniscono all’odore della cera che arde e dell’incenso che viene bruciato in onore della Madonna.
(cf Salvatore Brugnano, Espressioni di religiosità popolare, vol. 3, La Madonna).

Condividi l'articolo