Rubriche

La bisaccia del pellegrino 25-2012

Rubrica religiosa settimanale a cura di P. Salvatore Brugnano

Pensieri sparsi per nutrire la mente e l’anima durante la settimana

 

Giugno 2012, terza settimana: 17-23 giugno.

1. Vangelo della domenica 17 giugno –    « È il più piccolo di tutti i semi, ma diventa più grande di tutte le piante dell’orto».
2. Aspetti della vita  – Un film: “100 metri dal paradiso”… .
3. Un incontro con S. Alfonso –  Cocchieri santi a Napoli?.
4. Vivere la settimana con la liturgia =  18-23  giugno 2012.
5. Curiosità calabresi del passato  =  Brigantaggio nelle Comunità Albanesi.

1. Vangelo della domenica –  (Mc 4,26-34)
È il più piccolo di tutti i semi, ma diventa più grande di tutte le piante dell’orto.

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

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Una volta seminato nel cuore dell’uomo, il regno di Dio cresce da sé. È una meraviglia di Dio tanto grande e tanto bella quanto grande e bella è la crescita delle piante, e tanto misteriosa quanto misteriosa è la trasformazione di un bambino che cresce e diventa uomo. Così la crescita del regno di Dio non dipende dalle forze umane; essa supera le capacità umane poiché ha in sé un proprio dinamismo.
Questo messaggio è un messaggio di speranza, poiché, adottando una prospettiva umana, potremmo dubitare del trionfo del regno di Dio. Esso si scontra con tanti ostacoli. Esso è qui rifiutato, là respinto, o, in molti luoghi, sconosciuto del tutto. Noi stessi costituiamo un ostacolo alla realizzazione del regno di Dio con la nostra cattiva volontà e con i nostri peccati.
È bene dunque che sappiamo che, a poco a poco con una logica che non è quella umana, con un ritmo che a noi sembra troppo lento, il regno di Dio cresce. San Paolo, che era ispirato, percepiva già i gemiti di tale crescita (Rm 8,19-22).
Bisogna conservare la speranza (Eb 3,6b). Bisogna ripetere ogni giorno: “Venga il tuo regno!”. Bisogna coltivare la pazienza, quella del seminatore che non può affrettare l’ora della mietitura (Gc 5,7-8). Bisogna soprattutto non dubitare della realtà dell’azione di Dio nel mondo e nei nostri cuori. Gesù ci dice questo poiché sa che il pericolo più grande per noi è quello di perdere la pazienza, di scoraggiarci, di abbandonare la via e di fermarci.
Noi non conosciamo né il giorno né l’ora del nostro ingresso nel regno o del ritorno di Cristo. La mietitura ci sembra ancora molto lontana, ma il tempo passa in fretta: la mietitura è forse per domani.  (La Chiesa.it). 

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In una società secolarizzata, il cristiano come può testimoniare la fede in Cristo? La Parola di Dio indica il cammino da percorrere.
L’evangelista Marco (Vangelo) ci presenta due brevi parabole del Regno: il seme che cresce da solo e quella del granello di senape. Nella prima il seme che viene gettato nella terra, germoglia e cresce da solo. È Lui il Signore del Regno, l’uomo è solo un umile collaboratore, che attende la raccolta. Ognuno, sa di dover fare quello che può, ma il risultato dipende da Dio.
La seconda parabola, tratta del seme, quello di senape. Anche se piccolo, possiede un dinamismo impensabile. Così è il Regno di Dio, una realtà piccola umanamente, composta da persone non importanti agli occhi dei potenti del mondo; eppure attraverso di loro irrompe la forza di Cristo che trasforma tutte le cose.
Il profeta Ezechiele cerca di infondere fiducia e speranza al popolo esiliato in Babilonia, come Paolo  che scrive ai Corinzi invitandoli ad avere fiducia nonostante le difficoltà del ministero apostolico e a mettere a frutto i doni di Dio che abbiamo ricevuto.. (Filippo Rappa, ssp. in “La Domenica”). 

 2. Aspetti della vita: Un film per parlare (con sensatezza) di Vaticano
“100 metri dal paradiso”… Se il vaticano vincesse le Olimpiadi…
Soggetto del film.
Mons. Angelo Paolini, sacerdote in Vaticano, è convinto che la Chiesa debba aggiornare il proprio linguaggio per continuare a testimoniare la parola di Dio nel mondo.
Mario Guarrazzi, suo amico d’infanzia, è un ex centometrista che in carriera ha vinto tutto ma non ha mai guadagnato la finale delle Olimpiadi. Di questo cruccio cerca riscatto attraverso il figlio Tommaso, anch’egli promettente velocista. Mario cade nella depressione, quando Tommaso gli comunica l’intenzione di voler entrare in seminario.
Mons. Paolini, pensando che lo sport sia uno dei possibili terreni di evangelizzazione, intuisce che le due cose possono convivere ed elabora un progetto imprevedibile: mettere in piedi la Nazionale Olimpica del Vaticano e partecipare alle Olimpiadi di Londra 2012.
All’interno della Curia l’idea è osteggiata da alcuni e apprezzata da altri, tra cui il segretario di Stato Card. Rosati. Tra incertezze, contraddizioni, delusioni e euforia, il progetto tuttavia va avanti, e all’apertura della manifestazione la nazionale del Vaticano, piccola ma agguerrita, è tra quelle che sfilano davanti al mondo.
Valutazione pastorale:
“Non c’è alcun riferimento a fatti reali – dice Raffaele Verzillo, regista a cosceneggiatore – abbiamo inventato un Monsignore un po’ folle con una gran volontà di rinnovare i metodi di diffusione della parola di Dio (…)”.
Il soggetto (sottoposto anche all’attenzione del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali) segue questa idea certamente originale, lasciandola al centro del racconto, e arricchendola con molti spunti di contorno, stimolanti e attuali.
Il punto di partenza è il sincero entusiasmo che anima Mons. Paolini nel suo obiettivo di rendere moderno lo stile di comunicazione della Chiesa, legandosi a quelle espressioni nelle quali è possibile ottenere visibilità e adesioni immediate.
L’incontro tra religione e sport apre molte riflessioni intorno a quel progetto educativo che già anima molte realtà diocesane sul territorio, e spinge a considerare la possibilità di un impegno più forte, di maggiore impatto mediatico.
Lungo il copione emergono anche i temi della missione, della vocazione, dei sacerdoti di frontiera nelle zone disagiate. È merito della regia tenere tutta questa materia divisa tra concretezza e spiritualità su un piano di esemplare linearità espressiva.
La scelta del tono brillante offre occasioni per un umorismo immediato, misurato e autentico. Si parla insomma di argomenti importanti senza voler impartire lezioni, né denunciare o fare critiche.
Il messaggio che arriva dai personaggi è quello di una schiettezza solidale, un invito a parlare, confidarsi, essere l’uno di sostegno all’altro per una crescita reciproca senza confini. Dal punto di vista pastorale, il film è da valutare come consigliabile, e nell’insieme semplice.
Tratto da: ACEC del 13/05/2012

  • Titolo: 100 METRI DAL PARADISOGenere: Commedia
  • Nazionalità: Italia
  • Anno: 2012
  • Durata: 55 minuti
  • Regia: Raffaele Verzillo
  • Interpreti: Domenico Fortunato, Jordi Mollà
  • Classifica della Cnvf: consigliabile/semplice

Una preghiera per restare vigili
A coloro che, Signore Gesù, ti interrogavano sul Regno di Dio rispondevi con parabole così che tutti potevano comprendere. Aiutaci ad essere buoni annunciatori del Vangelo, e arrivare al cuore di coloro che ci sono accanto facendo di questo mondo un granello di senape che «produce rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono rifugiarsi alla sua ombra» (Mc 4,32). (Letizia Battaglino). 

3. Un incontro con S. Alfonso
Cocchieri santi a Napoli?
Il redentorista P. Pappacena racconta: “Avendoli io detto che nella nostra casa di Caposele vi era una Congregazione che più di 200 Fratelli frequentavano con molto fervore, essendo questi di vari paesi lontani, ne pianse per tenerezza, e poi disse: “Io quando sento queste notizie, mi vedo in, un mare di consolazioni, vedendo promossa la gloria di Dio. E ripeté moltissime volte: Gloria Patri!…
Volle un giorno informarsi Monsignore dove fossero i Padri nostri, ed avendoli risposto che erano fuori casa, applicati a dare gli Esercizi, disse: “Oh quanto bene si fa; oh quanti peccatori si aiutano: Gloria Padri; Signore, tutto a gloria vostra”.
Ed avendoli io detto che come fondatore partecipava del bene che si fa da’ nostri Padri nelle Missioni ed altri Esercizi, piangendo rispose: Ed io che ho fatto di bene? Povero me!
Avvicinandosi la morte del santo Vescovo i suoi confratelli si preoccupavano di un decoroso mausoleo per depositarvi i resti mortali del venerato padre e legislatore. A sua insaputa fecero venire da Napoli per un disegno preliminare l’architetto regio Giuseppe Di Mauro.
Prese le misure, questi si recò con stima e devozione ad ossequiare Monsignore, il quale domandò se erano frequentati i teatri. Quegli rispose: “Monsignore mio, così porta la corrente del secolo”. Poi chiese: “E le cappelle serotine si frequentano?”- “Si, soggiunse l’architetto, e non potete credere il bene che si fa, e che quantità di gente bassa vi concorre; vi si veggono ancora de’  cocchieri santi”.

All’udire ciò esultando gridò: “Cocchieri santi a Napoli?… Gloria Patri !”, e così dicendo come se fosse spinto da una balestra saltò un buon palmo. Aggiunge il Di Mauro che ripeté tre volte la frase in un rapimento gioioso. Fu tale lestro che la notte non dormì e chiamando ora il servitore ora il fratello infermiere non si saziava di replicare: “A Napoli cocchieri santi! che vi pare? Voi l’avete inteso? Gloria Patri! cocchieri santi a Napoli“!

Benedetto Croce commentava che il balzo del Prelato nonagenario dipendeva dal fatto che in quel momento passava per la sua mente quel ch’erano i cocchieri napoletani, notoriamente viziosi, sfacciati e bestemmiatori più di ogni altra classe di popolo.
(Cf Oreste Gregorio, Monsignore si diverte, pp.70-71)

4. Vivere la settimana con la liturgia = XI Settimana Tempo Ordinario
18-23 giugno –  Liturgia delle Ore: III settimana. 

18  giugno  (lunedì) – Colore liturgico verde.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Sii attento, Signore, al mio lamento. La giustizia che Gesù esige dal discepolo non solo supera i limiti imposti dalla legge del contraccambio (il taglione), ma li cancella del tutto, stabilendo un nuovo “codice” di comportamento.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  = 1Re 21,1b-16; Salmo 5,2-3.5-7; Matteo 5,38-42.
  • – Santi di oggi  =  San Gregorio Barbarigo; San Calogero; B. Osanna Andreasi. 

19  giugno  (martedì) – Colore liturgico verde.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  = Pietà di noi, Signore: abbiamo peccato. – L’ordine di essere perfetti «come è perfetto il Padre vostro celeste » spiega il capovolgimento delle nostre norme di giustizia, che sono a semplice misura dell’uomo “vecchio”. Gesù esige che ci comportiamo da uomini “nuovi”.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  = 1Re 21,17-29; Salmo 50,3-6.11.16; Matteo 5,43-48.
  • – Santi di oggi  =  San Romualdo. Santi Gervasio e Protasio.

20  giugno  (mercoledì) – Colore liturgico verde.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  = Rendete saldo il vostro cuore, voi tutti che sperate nel Signore. – L’ammirazione della giustizia del discepolo da parte degli uomini ha perduto ormai ogni significato e valore. Unico referente per il discepolo è ormai solo il Padre, l’unico che “vede nel segreto”, ossia nell’intimo del cuore.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  = 2Re 2,1.6-14; Salm 30,20.21.24; Matteo 6,1-6.16-18.
  • – Santi di oggi  =  San Gobano; Beati Tommaso Whitbread e C.

21  giugno  (giovedì)  –  Colore liturgico bianco.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi = Sii attento, Signore, al mio lamento. – Nella preghiera “cristiana” la paternità di Dio e la filiazione dell’uomo sono inseparabili. L’efficacia delle domande della seconda parte del «Padre che sei nei cieli» dipende dal grado di partecipazione dei “figli” al “regno di Dio”
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  = Sir 48,1-14; Salmo 96,1-7; Matteo 6,7-15.
  • – Santi di oggi  =  San Luigi Gonzaga, religioso. San Rodolfo.

22  giugno  (venerdì) – Colore liturgico verde.

  • – Pensiero dalle letture bibliche di oggi  = Il Signore ha scelto Sion, l’ha voluta per sua residenza. – È inutile cercare la sicurezza al di fuori del “regno di Dio”. È alla luce del “Padre nostro” che dobbiamo cercare di vedere chiaro nel nostro comportamento. Senza questo “occhio” c’è solo tenebra.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  =   2Re 11,1-4.9-18.20; Salmo 131,11-14.17-18; Matteo 6,19-23.
  • – Santi di oggi  =  San Paolino da Nola; Santi Giovanni Fisher e Tommaso More.

23  giugno  (sabato) – Colore liturgico verde.

  • Pensiero dalle letture bibliche di oggi  =  La bontà del Signore durerà in eterno. – Tutto il creato ci insegna a riporre la nostra fiducia nel “governo” di Dio. Il nostro affanno e inquietudine sono il termometro del paganesimo che ancora ci sottrae al regno di Dio e alla sua giustizia.
  • – Letture bibliche alla Messa di oggi  = 2Cr 24,17-25; Salmo 88,4-5.29-30.31-34; Matteo 6,24-34.
  • – Santi di oggi  = San Giuseppe Cafasso.

5. Curiosità calabresi del passato
Brigantaggio nelle Comunità Albanesi di Calabria Citeriore [1806-1815]

Furono tempi difficili, caratterizzati da grande caos ed effervescenza socio-politica. Le idee libertarie francesi lasciarono i più disillusi, mentre la Repubblica Partenopea ed il pullulare nel 1799 di “alberi della libertà” resistettero ben poco all’ondata restauratrice dei sanfedisti borbonici. Anzi proprio questa breve stagione di parvente libertà offrì pretesti per le più atroci ritorsioni dando libero sfogo alle incresciose quanto drammatiche lotte intestine e fratricide, che in realtà, più che giustificazione politica, nascondevano interessi privati ed un mal celato desiderio di vendetta sui propri nemici.
Vittima illustre di questo clima elettrizzato f tra gli altri il vescovo Francesco Bugliari, rettore del Collegio S. Adriano di S. Demetrio, animatore e centro propulsore delle nuove idee liberali e antiborboniche. Questi, se nel 1799 si salvò per miracolo dalla plebaglia istigata dai signorotti locali capeggiati da Lopes, spinti più dal desiderio di impossessarsi dei terreni del Collegio, che non da ideologie politiche, dovette, invece, soccombere nel 1806 sotto i colpi assassini dei briganti di Coremme.
È in questo disordine generale che prese piede il brigantaggio detto “politico”, foraggiato dai Borboni al fine di contrastare l’avvento dei francesi. Con la garanzia dell’immunità governativa il fenomeno dilagò creando cellule e focolai in tutti i paesi con la collaborazione e l’intesa dei delinquenti comuni, che non aspettavano altro per togliersi qualche sfizio e vendicare qualche smacco subito nel passato. Le cronache parlano di sopraffazioni, ruberie, stupri, assassini, che hanno poco a che fare con gli ideali politici.
Non solo privati, ma interi paesi hanno dovuto subire saccheggi, violenze e abusi di ogni tipo. E così, per esempio, di S. Sofia e S. Giorgio Albanese messi completamente a soqquadro dalle bande brigantesche in nome di uno pseudo-sanfedismo.

Cf. Luigi Renzo – In Calabria tra storia e costume, Ferrari Editore 2003, pp. 94, nel presentare il Saggio storico di Salvatore Bugliaro Brigantaggio nelle Comunità Albanesi di Calabria Citeriore [1806-1815), edito nel 1995 a cura dell’Istituto per la Storia del Risorgimento di Cosenza.

 

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