Cultura e Società

La bisaccia del pellegrino

Rubrica religiosa settimanale

a cura di P. Salvatore Brugnano


Febbraio 2010, prima settimana (1-6)
1. Vangelo della domenica – «Nessun profeta è accetto nella sua patria»
2. Aspetti della vita – Il punto debole
3. Un insegnamento di S. Alfonso de Liguori – Ci vuole pazienza!
4. La settimana con la liturgia
5. Saggezza calabrese – La settimana dell’antico credente calabrese

1. Vangelo della domenica – Lc 4,21-30
«Nessun profeta è accetto nella sua patria»

Sono le parole di Gesù rivolte ai suoi conterranei nel primo incontro ufficiale nella sinagoga di Nazareth. La prima reazione del popolo e solo apparentemente favorevole “tutti gli rendevano testimonianza…”, in realtà i suoi concittadini si aspettano da Lui prodigi, miracoli, segni straordinari. Essi hanno sentito raccontare quello che Gesù ha compiuto altrove e rivendicano quasi una priorità per la sua terra d’origine: così Gesù prima di tutto deve pensare e operare tra loro e per loro. In loro non sembra esserci fede, ma solo campanilismo. Gesù non cede a queste lusinghe; va per la sua strada, sopportando il rifiuto dei suoi conterranei.
Egli è il profeta che parla a nome di Dio, è la coscienza critica del popolo, compie la sua missione per tutte le genti nel modo voluto da Dio. La reazione del popolo è spesso violenta, perché il profeta mette in discussione le scelte accomodanti di chi si sente a posto così com’è. Anche oggi Gesù, parola di Dio in mezzo a noi, parla come unico profeta di Dio. Ci chiede di uscire dalla logica del privilegio, del campanilismo, della xenofobia, per assumere i connotati di coloro che vivono dentro la carità, dentro un amore gratuito che non conosce confini (Elide Siviero).

2. Aspetti della vita
Il punto debole

A Summar, architetto del re di Lakhmidi, fu affidato il compito di costruire un castello per il sovrano. Appena ultimata la costruzione, Summar rivelò al re un segreto: “Io conosco il punto debole dell`edificio e, se lo toccherò, il castello sicuramente cadrà a brandelli”. Il re gli chiese astutamente se per caso qualche altra persona conoscesse questo misterioso punto debole. Alla risposta negativa di Summar, il re ordinò di gettare l`architetto dall`alto del castello, in modo che con lui sparisse ogni traccia del segreto. Non bisogna fidarsi dei potenti né degli arroganti…
La morale della parabola è facile ed è presente anche nel libro biblico dei Proverbi ove, ad esempio, si ammonisce: “Quando siedi a tavola di un potente, se sei affamato, mettiti un coltello sotto la gola, non sospirare i suoi manicaretti, sono un cibo che inganna!”. (23,1-3). Il consiglio è semplice: sii cauto e sospetta sempre, quando sei davanti a un potente, anche se ti invita a mensa (vigorosa è l`immagine del coltello alla gola).
Tutti abbiamo – anche se accuratamente celato – quel “punto debole” che fa crollare la nostra immagine. E allora cerchiamo di essere cauti e umili anche per quel “punto” segreto. Nei Proverbi leggiamo ancora: “Il Signore si fa beffa dei superbi e agli umili concede la sua grazia” (3,34). (Mons. Gianfranco Ravasi).

 

Sant'Alfonso
3. Un insegnamento di S. Alfonso de Liguori
Ci vuole pazienza!

Scrive l’apostolo san Giacomo che la pazienza rende integri e perfetti (Gc 1.4).
È la pazienza che ci ottiene il paradiso. Il mondo nel quale noi viviamo è un luogo di meriti:
Dio ci fa vivere proprio perché, esercitando la pazienza, ci guadagniamo il regno dei cieli.
Tutti in questo mondo dobbiamo soffrire: chi lo fa con pazienza, soffre di meno, e, in più, si salva;
chi invece lo fa malvolentieri, soffre di più e per di più rischia anche di dannarsi!
Il Signore ci manda le croci non per vederci perduti, come scioccamente credono alcuni, ma per vederci salvi e pieni di gloria in cielo. I dolori, le traversie e tutte le tribolazioni di questo mondo, se accettate con pazienza, diventano tante gemme che impreziosiscono la nostra corona in paradiso.
Ricordiamoci che le pene qui, su questa terra, sono brevi e leggere, mentre quelle dell’altra vita sono pesanti ed eterne! (da “La Via della salute”)

4. La settimana con la liturgia

· 1 febbraio (lun)  – Sorgi, Signore: sei tu la mia difesa. – Sorgi, Signore! Salvami, Dio mio! Guarendo e liberando un pagano posseduto dal maligno, il Signore Gesù rivela la sua potenza sul male.
Letture di oggi = 2Sam 15,13-14.30; 16,5-13a; Sal 3,2-7; Mc 5,1-20
Santi di oggi = San Trifone; San Severo; B. Carlo Ferrari.
· 2 febbraio (mar) Festa della Presentazione del Signore. (Candelora). – Vieni, Signore, nel tuo tempio santo. – Il vecchio Simeone e la profetessa Anna si presentano come simboli della lunga attesa messianica. Il mistero di Gesù Cristo è già svelato: incontrerà continue contraddizioni da parte di coloro che avrebbero dovuto essere i primi ad accoglierlo.
Letture di oggi = Ml 3,1-4 opp. Eb 2,14-18; Sal 23,7-10; Lc 2,22-40. 14a.
Santi di oggi = Sant’ Adalbaldo Martire; Sant’ Adeloga di Kitzingen Badessa.
· 3 febbraio (mer) – Togli, Signore, la mia colpa e il mio peccato. Troppo vicino e familiare perché si possa credere in lui, eppure Gesù, per la sua sapienza e i suoi miracoli, è totalmente diverso e per questo si chiudono alla luce..
Letture di oggi = 2Sam 24,2.9-17; Sal 31,1-2-5-7.11; Mc 6,1-6.
Santi di oggi = San Biagio; Sant’Oscar; Santi Simeone e Anna
· 4 febbraio (gio) –  Tu, o Signore, dòmini tutto. – A te la lode e la gloria nei secoli. Gesù prepara gli apostoli alla loro missione evangelica inviandoli ad esercitarla. Il mandato, sempre unito a un compagno, ha come regole la povertà e come unica arma l’autorità del Signore.
Letture di oggi = 1Re 2,1-4.10-12; Cant. 1Cr 29,10-12; Mc 6,7-13
Santi di oggi = San Nicola Studita; San Giuseppe da Leonessa
· 5 febbraio (ven). – Sia esaltato il Dio della mia salvezza. – Cantiamo al Signore, salvezza del suo popolo. Gesù è un profeta così grande che molti pensano che in lui sia ritornato sulla terra Elia o Giovanni Battista. Ma questo lascia presagire la sorte che lo attende.
Letture di oggi = Sir 47,2-13 (gr 47,2-11); Sal 17,31.47.50-51; Mc 6,14-29.
Santi di oggi = Sant’Agata, vergine e martire.
· 6 febbraio (sab). – Insegnami, Signore, i tuoi decreti. La vita di un seguace del Cristo deve comprendere due momenti, che si richiamano a vicenda: il tempo della missione, in cui l’apostolo insegna nel nome del Cristo, esige il tempo dell’ascolto della parola del Maestro.
Letture di oggi = 1Re 3,4-13; Sal 118,9-14; Mc 6,30-34.
Santi di oggi = Santi Paolo Miki e compagni martiri
(Giuseppe Lipari )
  
5. Saggezza calabrese
La settimana dell’antico credente calabrese

Lu lunidì ch’è capu di simana
è di la biata Caterina;
vorrìa lasciari la vita mondana
e mu vaju a la missa la matina.

‘U martedì su’ tutti i porti aperti:
li porti di lu celu su’ splendenti,
lu santi Jesu cala lu cchiù avanti,
tutti li santi mu stannu abbertenti (vigilanti).

Mèrcuri ca è di l’abitinu,
biatu cu lu leva di continu:
l’aiuterà Dio cu sant’Antoninu.

Lu giuvedì ch’è di lu Spiritu Santu
campa filici e mori cuntentu.

Lu vènneri ch’è di li chjaghi di nostru Signuri,
facimmuccindi assai orazioni,
ca l’appricamu a sti chjaghi divini.

Lu sabatu ca è di la Matri divina,
biatu chi di cori nci dijuna,
ca lu dijunu spezza la catina,
veni la sira e nci dici la curuna,
nci la presenta a la Matri divina.

La duminica ch’è di la Santa Trinità,
fati beni cchiù di l’àutri voti,
ca ‘ncelu ci su’ l’angiuli aduranti
chi preganu pi tutti li devoti.
(da Antonio D’Aloi, Lunario e pregiudizi calabresi)

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