Cultura e Società

La bufera, tra storia e passioni

Storia di passioni, nella dolorosa e cruenta cornice della Seconda guerra mondiale. Fotogrammi che si articolano in un romanzo intenso, che per la sua struttura narrativa semplice e snella, colpisce il lettore, così catapultato nella dimensione irreale di stati d’animo reali, quelli trovati dal turbinio del conflitto, e che appartengono a personaggi in cui l’autore riflette le emozioni dei suoi ricordi. Questo e molto di più è “La Bufera”, l’ultima opera dello scrittore vibonese Mommo Rombolà, Calabria Letteraria Editrice. Ieri sera, nel gremito salone della biblioteca comunale, è stata presentata dal sindaco della città capoluogo Franco Sammarco, grande amico dell’autore, dal giornalista Pietro Comito e dal giornalista e antropologo Giuseppe Cinquegrana. Un significativo ed emozionante contributo è stato offerto dall’intervento della professoressa Nicolina Rombolà, sorella dello scrittore, che ha ripercorso gli orrori della Seconda guerra mondiale in parallelo ai drammi che si rivivono nei conflitti che interessano i continenti dell’attuale fase storica. «Un romanzo nel quale si riflette lo spirito di Mommo Rombolà – ha spiegato Franco Sammarco – dalle nostalgiche descrizioni agresti emerge l’amore profondo che lo lega alla sua terra. Dai sentimenti dei protagonisti, le sue emozioni». Ziu Peppe, Antonio e Vittorio. E Paolo, Oreste, Serack… Vite travolte dal conflitto, tra appassionati amori, e struggenti ricostruzioni della vita al fronte, passando per il dolore nei lager e nei cimiteri di guerra. «È un’opera che penetra dritta al cuore – ha spiegato il giornalista Pietro Comito – anche attraverso una tecnica narrativa semplice, lineare ed efficace. E da un’analisi complessiva non tarda ad emergere l’autobiografia dei sentimenti dello stesso Rombolà, che lascia in eredità un prezioso dono alle nuove generazioni». Efficace la ricostruzione offerta dall’antropologo Pino Cinquegrana: «La prima cosa che colpisce il lettore – ha esordito – è l’intensità dei ritmi che scandiscono sequenze, microstorie di luoghi, situazioni, usanze. Come un film in bianco e nero – ha proseguito – si sovrappongono una serie di frames che ripropongono le vicissitudini di un periodo che vede la Calabria in fuga, dalla fame e dalla guerra». La fiumara e il mulino, il romanzo parte dalla descrizione di un paesaggio ancora attuale, che appartiene a Capo Vaticano. Un romanzo a «tratti didascalico», hanno ricordato Comito e Cinquegrana, ma capace di delineare storie e sentimenti grazie a un «sublime narrativo, che recupera la letteratura meridionalistica nel suo senso storico». Il momento più toccante dell’incontro è stato offerto dall’intervento della professoressa Nicolina Rombolà, ch intrecciando il dolore dei ricordi di quel conflitto ai sentimenti sprigionati dai focolai di guerra del ventunesimo secolo, ha lanciato una denuncia forte contro tutte le guerre, declamando alcuni versi dai Primi Poemetti di Pascoli. Una denuncia, un romanzo, di denuncia contro la guerra quello scritto da Mommo Rombolà, che commosso, ringraziando tutti, ha chiuso l’incontro. Poche parole, intense, scritte su un foglio di carta sgualcito, genuino, espressione della natura sincera di uno scrittore, capace di tramutare in storie ed emozioni contesti di vita nella provvisorietà di una vita che appartiene tanto al passato forse lontano, ma non dissimile da un presente, che vede ancora oggi uomini al fronte che non torneranno più. E che – ha concluso Mommo Rombolà – «sono comunque, oggi, insieme a noi».
Al termine un minuto di silenzioso raccoglimento ha scandito l’applauso più significativo, ai ricordi, a chi resiste ad una “bufera” che non è ancora passata.

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Francesco Barritta
Docente ordinario di Lingua e letteratura italiana e Storia presso il Nautico di Pizzo (VV), è giornalista iscritto all'albo professionale dell'Ordine dei giornalisti della Calabria, elenco pubblicisti. Ha diretto varie testate giornalistiche, tra cui Tropeaedintorni.it