Politica

La lettera di Adolfo Repice

“Il dovere di presentarmi ai giovani”

Il candidato si racconta ai cittadini

Il candidato a sindaco e il logo della lista Passione Tropea

Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera inviata alla stampa dal dr. Adolfo Repice, candidato alla carica di sindaco nela lista civica “Passione Tropea”.

Pregiato Direttore,
approfitto delle pagine del Suo giornale per chiarire quanto segue: ho aperto questa campagna elettorale sostenendo di volermi confrontare sui programmi e rimango, oggi più di prima, del medesimo avviso; pur tuttavia essendo rimasto lontano da Tropea per diversi anni sento l’esigenza di farmi conoscere meglio dalle persone più giovani e anche da chi, pur senza sapere niente o quasi di me, mi descrive come una persona altezzosa distante dalle esigenze della gente. Ebbene, non sono nato in un castello, ma in un “casello” vicino alla stazione ferroviaria di Tropea nel 1943, durante la seconda guerra mondiale. Figlio di un ferroviere e di una casalinga e ultimo di nove fratelli. Mentre io nascevo, il maggiore dei miei fratelli moriva a soli 23 anni a Cuneo, fucilato dai tedeschi perché partigiano. Sono rimasto orfano poco più che diciottenne e viste le mie modeste possibilità economiche ho cominciato fin da allora a lavorare da emigrante in giro per l’Italia. Nonostante le difficoltà, non ho mai rinunciato ai miei obiettivi: ho continuato a studiare fino a conseguire la laurea in economia ed ho così intrapreso la carriera di segretario comunale che dal piccolo comune di Filogaso mi ha visto infine segretario generale del comune di Torino. La mia è una storia normalissima, simile a quella di molte altre persone figlie di gente umile ed onesta, che si è fatta strada nella vita con enormi sacrifici. Ciò che sono lo devo soprattutto al lavoro instancabile di entrambi i miei genitori, che sono morti letteralmente consumati dalla fatica di una vita di privazioni per garantire ai figli un futuro migliore. Giunto alla fine del mio mandato di segretario generale (il prossimo 1 luglio compirò 67 anni ed andrò in pensione per sopraggiunti limiti di età), ho deciso di mettere al servizio della mia città e dei miei concittadini tutto il mio tempo e tutta la mia esperienza in campo amministrativo, rimboccandomi le maniche insieme a coloro che con me condividono entusiasmo e progetti per il rilancio di Tropea. Chiarisco una volta per tutte che qualora venissi eletto sindaco la mia presenza a Palazzo S. Anna sarà continua e che la mia amministrazione sarà improntata ovviamente alla prioritaria risoluzione di problemi di ordinaria amministrazione ed al massimo rispetto delle regole e del buon vivere civile, senza eccezioni e favoritismi di sorta; ma sono fermamente convinto che non si possa pensare di risollevare le sorti di Tropea senza una immediata e concreta politica di rilancio dell’economia. Una città ricca è garanzia di servizi, di maggiori opportunità di lavoro e di sviluppo, di migliore qualità della vita. Pertanto occorre una politica capace di comprendere le esigenze di tutti coloro che vivono e lavorano a Tropea, trovando una soluzione che contemperi i diversi bisogni e li garantisca in egual misura. Si fermo e deciso dunque alla lotta all’illegalità in ogni sua forma, ma basta a proclami di “tolleranza zero” che hanno il solo fine di attrarre voti con facili strumentalizzazioni e che nulla apportano al vero bene comune. Singolare e deleterio per Tropea è che anche chi pretenderebbe di fare politica a livello regionale e di rilanciare a livello nazionale l’immagine della città dia palese dimostrazione di provincialismo, arrivando addirittura ad affermare che il sindaco di Torino “non c’azzecca niente” con Tropea. Il sottoscritto, quale candidato a sindaco di una lista civica, è invece convinto che per perseguire e raggiungere l’obiettivo del rilancio della città, sia necessario avere come propri referenti tutti coloro che, a prescindere da tessere di partito, possono e vogliono contribuire attivamente a riscattare Tropea dal degrado in cui versa. In tale prospettiva è essenziale instaurare una rete di rapporti e relazioni bi-partisan confrontandosi con altre realtà e sfruttando alte competenze, come ad esempio quelle di Sergio Chiamparino. Questi, è presidente dell’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni d’Italia), oltre che sindaco di Torino, e quindi può costituire l’indispensabile chiave di volta per inserire Tropea in un panorama nazionale ed internazionale, facendola uscire definitivamente dal ghetto economico-culturale in cui è stata costretta oramai da decenni.

Adolfo Repice

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Redazione
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