Fede e dintorni

La liturgia, vera scuola di preghiera

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

La liturgia, vera scuola di preghiera.

È facile o difficile pregare? Guardando la nostra esperienza, che risposta diamo? Da una breve indagine fatta presso i ragazzi si capisce subito che non solo fanno fatica a pregare, ma che, spesso, nemmeno sanno come pregare. Ma anche gli adulti non se la passano meglio: in fondo tutti sperimentiamo la fatica e la difficoltà della preghiera. – La preghiera innanzitutto è relazione di amore, e l’amore spinge prima di tutto a guardare ed ascoltare la persona amata. La liturgia della Chiesa offre spazio e modo concreto di guardare, ascoltare e parlare alla persona amata. Basta celebrarla con il desiderio di incontrarla. Oh allora la SS. Trinità apre per noi apre il suo paradiso con tutti gli angeli e i santi.

Durante l’Udienza generale nell’Aula Paolo VI il 10 gennaio 2018, Papa Francesco ha augurato a tutti: “Possa la liturgia diventare per tutti noi una vera scuola di preghiera”.
♦ Papa Francesco, continuando il ciclo di catechesi sulla Santa Messa, ha trattato Il canto del “Gloria” e l’orazione colletta, dopo aver ricordato il significato dell’Atto penitenziale, illustrato ampiamente nel corso della scorsa Udienza.
♦ Il Santo Padre ha spiegato che il Gloria, “inno antichissimo e venerabile”, “riprende il canto degli Angeli alla nascita di Gesù a Betlemme” e “coinvolge anche [i fedeli] raccolti in preghiera”.
♦ “Dopo il ‘Gloria’, oppure, quando questo non c’è, subito dopo l’Atto penitenziale, la preghiera prende forma particolare nell’orazione denominata ‘colletta’, per mezzo della quale viene espresso il carattere proprio della celebrazione, variabile secondo i giorni e i tempi dell’anno.”
I fedeli si raccolgono in un momento di silenzio, “al fine di prendere coscienza di stare alla presenza di Dio e far emergere, ciascuno nel proprio cuore, le personali intenzioni con cui partecipa alla Messa”.
♦  Papa Francesco ha sottolineato che “il silenzio non si riduce all’assenza di parole, bensì nel disporsi ad ascoltare altre voci” illustrando i differenti tipi di silenzio: “Durante l’atto penitenziale e dopo l’invito alla preghiera, aiuta il raccoglimento; dopo la lettura o l’omelia, è un richiamo a meditare brevemente ciò che si è ascoltato; dopo la Comunione, favorisce la preghiera interiore di lode e di supplica”.
♥ Papa Francesco ha sottolineato l’importanza del silenzio: “Raccomando vivamente ai sacerdoti di osservare questo momento di silenzio e non andare di fretta… Senza questo silenzio, rischiamo di trascurare il raccoglimento dell’anima”.
♥ Il Santo Padre ha concluso la catechesi ricordando che: “Nella liturgia Cristo è l’Orante ed è insieme la preghiera! Tornare a meditarne i testi, anche fuori della Messa, può aiutarci ad apprendere come rivolgerci a Dio, cosa chiedere, quali parole usare.
Possa la liturgia diventare per tutti noi una vera scuola di preghiera.”

♦ Poi, dopo la catechesi dell’Udienza generale nell’Aula Paolo VI il Santo Padre ha salutato i pellegrini provenienti da ogni parte del mondo. Papa Francesco ha espresso, fra l’altro, un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente invitandoli a “meditare i testi delle orazioni, anche fuori della Messa”, poiché la lettura di essi “può aiutarci ad apprendere come rivolgerci a Dio, cosa chiedere, quali parole usare”.

(fonte: Zenit.org, 10 gennaio 2018).

La liturgia della Chiesa offre spazio e modo concreto di guardare, ascoltare e parlare alla persona amata, Dio. Basta celebrarla con il desiderio di incontrarlo. Oh allora la SS. Trinità apre per noi apre il suo paradiso con tutti gli angeli e i santi. “Possa la liturgia diventare per tutti noi una vera scuola di preghiera”.

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