Politica

La storia dell’imprenditore Antonino De Masi

A Montecitorio mercoledì 17 luglio

Il 20 luglio le aziende De Masi, con sede nell’area portuale di Gioia Tauro, potrebbero chiudere definitivamente

Simbolo del Movimento Cinque Stelle
Simbolo del Movimento Cinque Stelle

La storia dell’imprenditore calabrese Antonino De Masi, vittima di usura bancaria e intimidazioni mafiose, arriva a Montecitorio mercoledì 17 luglio, alle ore 10,30. In conferenza stampa del Movimento Cinque Stelle, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, i capigruppo parlamentari Nicola Morra e Riccardo Nuti, le deputate Dalila Nesci e Laura Castelli parleranno di crimini bancari partendo dalla vicenda di De Masi, accompagnato dal suo legale, Giacomo Saccomanno.
Il 20 luglio le aziende De Masi, con sede nell’area portuale di Gioia Tauro, potrebbero chiudere definitivamente. Si perderebbero 101 posti di lavoro, più centinaia dell’indotto. A fine giugno, l’imprenditore aveva annunciato la resa, non avendo ricevuto il mutuo antiusura previsto dalla legge, richiesto dal 2006 e riconosciutogli in numerose sentenze dalla giustizia amministrativa. Secondo la Cassazione, Banca di Roma, Bnl e Banca Antonveneta applicarono tassi usurari verso De Masi, non ancora risarcito da oltre un decennio. «De Masi avrebbe dovuto avere subito 10 milioni di euro dal Commissario antiracket, intanto per respirare», spiega Nesci, autrice di un’interrogazione parlamentare che racconta il caso e argomenta con reati accertati l’urgenza di istituire una commissione bicamerale contro i crimini bancari. La deputata Cinque Stelle conclude: «Porremo all’attenzione due questioni: i diritti di De Masi, simbolo di resistenza alla ‘ndrangheta e a malaffare bancario, e la vigilanza degli istituti di credito, che è forse il primo problema del sistema economico italiano».

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Salvatore Libertino
Fotoreporter, editore e proprietario della testata Tropeaedintorni.it, è giornalista pubblicista iscritto all'albo professionale dell'Ordine dei giornalisti della Calabria nell'elenco pubblicisti.