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Macrì critico con l’amministrazione

Sconcertato dal silenzio delle autorità competenti

Il messaggio: «Cari amici, non si poti!»

Giovanni Macrì, consigliere provinciale di minoranza e componente del coordinamento regionale del Pdl - foto Libertino

Da ragazzino, assieme ad altri compagnoni, invitammo un nostro concittadino sempliciotto ad aiutarci nella non facile impresa di portare delle vasche d’acqua di mare alla stazione “in ossequio alla volontà del sindaco di offrire ai turisti appena arrivati in treno la possibilità di rinfrescarsi con un bagno nelle nostre incantevoli acque cristalline”. Dopo un attimo di esitazione, la sua risposta, inaspettatamente arguta, fu: “Non si poti, simu i calata e l’acqua si ndi torna a mari!”.
Questo simpatico ricordo mi è sovvenuto quest’estate alla visione del tecnologico pedalò, “Paul”, che, pilotato dai volontari della protezione civile, aveva il tutt’altro che modesto compito di ripulire il mare di Tropea da liquami e rifiuti di ogni genere calando nelle acque una sorta di colapasta che, instancabilmente e con convinzione, in lungo ed in largo, avanti ed indietro, le attraversava a mo’ di aratro.
Cari amici: “Non si poti!”. Non può un’amministrazione, degna di questo nome, pensare di contribuire alla tutela del mare con interventi folcloristici e decisamente velleitari. Ovviamente sarebbe pura demagogia e semplice populismo addossare le colpe dello stato dell’arte all’amministrazione Repice quando sappiamo bene, ormai da anni, che le cause vanno rinvenute negli innumerevoli scarichi abusivi ancora esistenti, nelle gravissime disfunzioni e deficienze del sistema depurativo provinciale gestito in larga parte dall’ATO, nel pericoloso inquinamento dei corsi d’acqua, Mesima in testa, che affluiscono in mare, e via dicendo.
Certo è, tuttavia, che l’attuale maggioranza non ha affatto brillato nella risoluzione delle problematiche, di competenza esclusivamente locale, che, dal mese di luglio fino a pochi giorni fa, hanno riguardato il vecchio depuratore di “Rocca”. Gli inconvenienti, consistenti nei continui ed imponenti sversamenti di liquami nell’arenile del “Passo del cavaliere”, causati dai lavori di dismissione, evidentemente eseguiti in modo del tutto approssimativo, con grande imperizia e, comunque, non adeguatamente testati dall’amministrazione comunale in carica, oltre a mettere a rischio la salute delle migliaia di bagnanti che hanno usufruito ed affollano tutt’ora quel tratto di spiaggia, hanno causato gravissimi disagi alle strutture ricettive che affacciano su tale area e la utilizzano. Tra tutte il più importante e noto Hotel di Tropea che, assieme al tour operator di riferimento, grazie all’inerzia del Comune ovvero alla sua incapacità nel gestire l’emergenza, sono stati esposti alle continue rimostranze di migliaia di clienti disgustati e preoccupati per quanto si verificava sotto i loro occhi, proteste che con ogni probabilità sfoceranno in altrettanti procedimenti giudiziari per “vacanza rovinata” che, gioco forza, andranno a coinvolgere anche il Comune e le sue casse.
Del tutto superfluo sarebbe ricordare quel che significa quella struttura alberghiera, in termini economici e d’immagine, per la città di Tropea e, conseguentemente, quali sarebbero i riflessi di una sua crisi sulla già fragile economia locale. Il fiore all’occhiello della ricettività cittadina, che negli anni settanta ha subito “grazie” ad alcuni degli amministratori scellerati dell’epoca, l’incredibile e assurda contiguità con l’impianto di depurazione, a distanza di 40 anni, quando la grottesca vicenda poteva trovare un naturale lieto fine, subisce paradossalmente, grazie ad amministratori altrettanto inadeguati, gravissimi danni dalla dismissione del medesimo.
Quel che trovo decisamente sconcertante in tutto questo, considerato quanto si è di recente verificato in casi simili ma molto meno gravi, è l’apparente silenzio da parte delle autorità competenti.

Consigliere Provinciale Pdl
Componente della Direzione Regionale del Pdl

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