Non sembra avere più termine la saga dei manifesti che hanno tempestando con la loro presenza ogni angolo della cittadina tirrenica , caratterizzando questa prima metà di giugno. Fautore di questo ennesimo messaggio pubblico è l’Associazione Commercianti di Tropea (Ascot). Il manifesto si apre con una serie di domande incalzanti direttamente rivolte al primo cittadino del Comune di Tropea, il dottor Antonio Euticchio, per poi concludersi con considerazioni ricche di rimproveri e note di biasimo anche per l’avvocato Michele Accorinti, assessore al Turismo con delega al Commercio. «Dov’è il rapporto promesso con i cittadini – si legge infatti in apertura -, perché è necessario che i cittadini siano costretti a chiedere con insistenza se e che cosa il Comune stia facendo? In che modo avete sviluppato il Piano Marketing turistico pluriennale» e «provveduto allo sviluppo del turismo scolastico, culturale, artistico, sportivo e congressuale?». L’Ascot chiede, in fin dei conti, quali sono state le azioni compiute e le linee programmatiche intraprese in seno ai settori turistico, promozionale ed incentivazionale per garantire un flusso turistico destagionalizzato. «Dove sono – prosegue il manifesto – le “proposte di gemellaggio con altre città europee”? E le “nuove aree di parcheggio”?». Ma il messaggio, dopo una prima parte in cui vengono riportate alla mente le promesse che ad oggi non sono più neppure lontanamente menzionate, irrompe come un fiume in piena su ciò che è invece stato trattato di recente e di cui non si è ancora vista traccia. Come ad esempio il piano del traffico, il piano regolatore promesso entro novanta giorni dall’assunzione del mandato o quello per la raccolta differenziata previsto per febbraio, e poi ancora l’introduzione della videosorveglianza per il centro storico, il regolamento sugli spazi pubblici promesso per il 16 marzo e, infine, la riapertura della via Umberto I, già pronta ed in attesa soltanto delle ultime rifiniture. I commercianti si ritengono «offesi» per essere stati accusati di «mancanza di disciplina e rispetto delle regole». Nelle battute di coda un richiamo al titolo del manifesto, “Libertà è partecipazione”, che altro non è se non il nome della lista civica dell’attuale amministrazione, con parole che enfatizzano il palpabile stato di disagio in cui versa parte della cittadinanza. «Ogni manifestazione di dissenso, ogni articolo, ogni manifesto è stato sempre interpretato come un attacco politicamente targato alla vostra amministrazione, piuttosto che come l’espressione di quei bisogni che avevano indotto la popolazione a riporre in voi la fiducia espressa nell’urna elettorale. Questi stimoli non provocano in voi alcuna riflessione?». Infine la promessa di essere presenti ad attendere l’amministrazione per l’assemblea del 15 giugno alla biblioteca comunale, «curiosi di scoprire se e come riuscirete a giustificare un anno nella più assoluta e colpevole apatia».
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