Misantropie di Bruno CiminoNovità letterarie

Le "Misantropie" di Bruno Cimino

Il nuovo libro di Bruno Cimino è un omaggio al teatro. Si tratta difatti di una raccolta di monologhi e due azioni mimiche. I contenuti degli argomenti sviluppati sono una denuncia a tutto ciò che annienta il valore della vita; una condanna, senza possibilità di attenuanti, tanto da "obbligare" il lettore ad una seria riflessione.

di Bruna Fiorentino
foto  Salvatore Libertino

Bruno CiminoRoma – Fresco di stampa, il nuovo libro di Bruno Cimino, dal titolo impegnativo "Misantropìe", sembrava una di quelle opere letterarie destinate a rimanere dentro un cassetto senza mai vedere la luce. Invece, un bel giorno, l’autore calabrese, ha aperto quel cassetto, ha tirato fuori il dattiloscritto, lo ha consegnato ad alcuni colleghi giornalisti, tra cui la sottoscritta, e nel giro di qualche settimana, con il sostegno delle edizioni Trophaeum, è andato in tipografia per la pubblicazione.
Bene, anzi benissimo! Ci voleva un buon libro dedicato al teatro, a quello dove lo spettatore è di origine culturale controllata. Sì, è così, perché le "Misantropie" di Cimino rientrano in quelle raccolte, monologhi per l’esattezza, con un paio di azioni mimiche, che per essere rappresentate e seguite hanno bisogno di un pubblico attento, che riesca ad annullare il proprio quotidiano per seguire quei ragionamenti che richiedono un minimo di attenzione. Non perché ci si trovi davanti a monologhi che fanno venire il cerchio alla testa, anzi, sono diretti, immediati, veri. Ma se non c’è una predisposizione all’ascolto, allora ci si annoia. Prima però di vederli rappresentati in qualche teatro, e lo auguriamo sia all’autore sia a noi stessi, possiamo leggerci questo libro a nostro piacimento, ossia quando riteniamo sia il momento adatto: non sempre si ha voglia di leggere, così come non sempre si ha voglia di andare al teatro, al cinema o stare impalati davanti la televisione.
Anticipare i contenuti degli argomenti affrontati da Cimino in questo libro è un piacere, specialmente se condivisi. E come non si può essere d’accordo sul fatto che "continuiamo a vivere una vita, mentre ne immaginiamo un’altra"; come si può negare che la nostra libertà è controllata dal potere americano; come non essere d’accordo che nonostante ognuno di noi sia "un anello della catena umana", ancora siamo lontani dal riconoscere chi siamo veramente; come possiamo far finta di non sapere che "dov’è il desiderio lì è il proprio cuore", indipendentemente dagli inganni diretti o trasversali, che possiamo incontrare; come non essere d’accordo sul fatto che "abbiamo costruito un generatore di corrente inalterata che invia solo impulsi negativi". E siamo, più o meno, tutti, come ci descrive quell’Italo Infelice "così indaffarati da scambiare il giorno con la notte, l’amore con il sesso, la guerra con la pace …, artefici fabbricatori di quelle catene che ci tengono imprigionati alle abitudini, alle apatie, alle indifferenze".
Ancor prima di andare in stampa, Misantropie si é svelato come un’opera-denuncia. Ha scritto bene Pasquale Lorenzo quando ha riconsegnato la bozza all’autore, dopo averla letta: "Caro Bruno, tu hai capito cos’è il mondo umano. Lo tieni dentro il tuo stomaco e, come stavi per fare, ad un certo punto, lo stavi vomitando. Se lo avessi veramente vomitato, ora staresti meglio!"
Chissà, magari la forza di una pubblicazione può avere un potere taumaturgico, tanto da liberare il nostro autore da fardelli così devastanti e libero, anzi "purificato" da certe amarezze sociali, potrebbe dedicarsi a descrivere l’alba luminosa di un nuovo giorno.

Per acquistare "Misantropie" è sufficiente inviare un e-mail a: redazione@gazzettinotropea.com  
Il costo è di lire 20.000 (compresa la spedizione) che pagherete in contrassegno. 

 

Redazione Tropea e dintorni

 

 

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