Capo Vaticano (Foto Libertino Salvatore)La poesia di ....Tropea e di Capo Vaticano

Tropea - (B.C.) A sud della costa tirrenica, appena superato il Golfo di Lametia e le prime località turistiche del vibonese, per circa quaranta chilometri, il mare e le spiagge cambiano la loro pittoresca fisionomia.
I colori del mare sfumano dal verde al blu specchiando fondali corallini ricchi di flora e fauna; le spiagge, dai bianchi arenili, sono frammentate da piccole baie popolate da millenarie scogliere.
Da Pizzo, a S. Irene di Briatico, a Tropea la vita si manifesta come luogo ideale per trascorrere una vacanza, e scopre, ancora più a sud, a Capo Vaticano di Ricadi, le massime espressioni della natura mediterranea.
I riferimenti storici non mancano qualora si volesse richiamare l’attenzione sulla nobiltà di questi luoghi, ossia di Tropea e di Capo Vaticano.
Entrambe le località affondano le proprie radici ad epoche antichissime, ne sono testimonianza i vari reperti archeologici che continuamente vengono alla luce, nonché la presenza, specialmente a Tropea, di palazzi e ruderi, patrimonio del divenire di una civiltà presente sin dai primi insediamenti umani.
Il confine litoraneo tra Tropea e Capo Vaticano prende il nome di "Formicoli", sotto il suo mare limpido e cristallino, dormono inabissate le leggende di porto Ercole, che da troppi secoli aspettano di essere raccontate.
E’ strano e nello stesso tempo affascinante constatare come questi luoghi siano ricchi di leggende. Inutile, almeno per il momento, cercare di decifrare quando, chi e perché decise di costruire "i cimiteri della storia" lasciando alle sole tradizioni popolari il compito di raccontare le vicende delle proprie origini.
Nei riti e nei volti della gente umile è scritta quella verità rimasta sepolta e che rivendica il proprio posto nella storia.
Tra le più amate si ricorda la leggenda di re Italo, nome dal quale deriva il nome di quasi tutta l’attuale Calabria.
Ma la storia, come le leggende meritano ben altre considerazioni, certamente più profonde che purtroppo non trovano interesse nei salotti del potere, ed il rischio è che i veri riferimenti del fascino delle cose dimenticate rischiano di essere perdute, per sempre.
Noi le possiamo comunque accennare, su queste pagine, demandando ai cultori volenterosi di prendere appunti, e poi esplorare, appunto, tra i racconti della gente del luogo.
Questo è un modo certamente "genuino" per assaporare storie e tradizioni della costa di Italo, e per abbandonarci al fascino che circonda queste due famose località turistiche, quindi ricordando il vecchio saggio il quale ci indica che "c’è più poesia nel guardare la natura un solo istante che nel leggere migliaia di libri".
Per "leggere" la natura, ossia per ammirare le supreme bellezze di Tropea e di Capo Vaticano, è necessario entrare nell’alba di un giorno qualunque lasciarsi trasportare dalla luce e dai colori del paesaggio, e ascoltare i ritmi della vita che qui si manifesta nella semplicità del divenire quotidiano e nella completezza della storia, in questo caso scritta nei versi delle verdi colline, delle bianche spiagge e del mare blu.
Al tramonto i ritmi della vita adagiano i loro battiti per non disturbare la metamorfosi dei colori che dipingono un nuovo paesaggio, ispirando le poesie della notte. Sono poesie che attingono al pulsar delle stelle e alle lampare dei pescatori che di notte si avventurano in un mare d’inchiostro. Sono versi che si inerpicano tra i sentieri che dalle piccole baie di Capo Vaticano sembrano salire sino al cielo, dove sciami di lucciole volteggiano disegnando giochi segreti.
Tutto è tranquillo sotto il vigile occhio di luce del faro.
Tropea non conosce sonno senza sogni: la rupe come tempio maestoso celebra l’eterna presenza del tempo attraverso le preghiere del mare. Dalle balconate della città illuminata a festa, lo sguardo della gente scruta le spiagge e prova a seguire le piccole onde che accarezzano l’arenile, è impossibile ascoltare il respiro delle acque che scompaiono sussurrando sulla sabbia. Si sente però il profumo di salsedine e volendo possiamo ascoltare il canto delle sirene.

Redazione Tropea e dintorni

 

    www.tropeaedintorni.it