Attualità

Quando Escher venne a Tropea

Tropea alla National Gallery di Montreal

Il grande artista olandese venne a Tropea nel 1931

Quando Escher venne a Tropea

La curiosità ci ha portati a scoprire che Maurits Cornelis Escher fu un grande artista olandese, nato nel 1898 e morto nel 1972. E la cosa continuerebbe a non suscitare ulteriore interesse se non avessimo anche scoperto che questo artista, che occupa un posto di rilievo nell’arte contemporanea, durante i suoi primi anni di attività, venne a Tropea per realizzare alcune sue opere. Lo conferma una sua litografia del 1931 che rappresenta una veduta di Tropea.
Opera di Escher – Tropea oggi. Questa opera si trova ora alla National Gallery del Canada.
Non vogliamo dissertare sull’attività pittorica dell’artista olandese, ma per dovere di informazione diciamo che fu un artista grafico e i critici contemporanei stanno riscoprendo l’originalità delle sue opere strettamente collegate all’arte del XX secolo.
Escher cattura lo spazio con una percezione insolita, rappresenta la realtà e il mondo circostante con appassionata cura dei particolari, proiettando verso l’alto o verso il basso una gamma di combinazioni visive che non sembrano avere limiti. Il paesaggio italiano fu una ricca fonte di ispirazione e, perciò, si trasferì a Roma, ma dal 1923 al 1935 compì numerosi viaggi nell’Italia meridionale affascinato dai paesaggi del Sud.

L’opera si trova ora alla National Gallery del Canada

E Tropea dovette essere una delle sue tappe più importanti.
Nessuno ricorda o ha mai ricordato la sua presenza nel nostro paese. Forse venne in incognito e forse ebbe degli amici che lo accompagnarono nelle sue passeggiate, ai quali mostrò le opere che andava realizzando sostando nei punti più belli della città.
Nel 1931 Tropea era un piccolo centro sconosciuto, lontano dalle importanti vie di comunicazione, e quindi non facilmente raggiungibile. Ma il grande artista venne a Tropea e qui si fermò. Neanche lui poté sfuggire al fascino degli ampi spazi che sembrano proiettarsi all’infinito creando suggestioni profonde.
Era quello che cercava l’artista, che voleva dare della realtà una visione pluralistica stupefacente ma comprensibile.
Le rocce che scendono a picco sul mare, l’architettura delle case, i tramonti sfolgoranti di luci magiche, l’orizzonte catturato in una visione d’insieme, dovettero apparire ad Escher come frammenti dell’infinito che poteva essere percepito, e gli suggerirono rappresentazioni spaziali sconcertanti.
Difatti, nella seconda parte della sua vita, lavorando nello studio di Laren, il pensiero visivo, stimolato e arricchito dalle meravigliose immagini, catturate durante i suoi viaggi, gli permisero di dare sfogo alla fantasia per narrare la vita giocando con lo spazio e creando effetti di movimento continuo su una superficie piana che diviene tridimensionale.
Ancora una volta Tropea, piccola gemma, arricchisce lo scrigno dell’arte.

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