Attualità

Tropea: la nuova geografia giudiziaria, a chi giova?

Riceviamo e pubblichiamo

Lo scorso 13 settembre molti Tribunali e Sezioni Distaccate hanno cessato ogni attività in nome di una riforma, tra questi quello di Tropea

Tribunale di  Vibo Valentia, sezione staccata di Tropea - foto Libertino
Tribunale di Vibo Valentia, sezione staccata di Tropea – foto Libertino

Nuova geografia giudiziaria, cui prodest?
Lo scorso 13 settembre molti Tribunali e Sezioni Distaccate hanno cessato ogni attività in nome di una riforma che ad avviso del governo e, in particolare, dei ministri della giustizia, renderà il nostro sistema giudiziario migliore in termini di efficienza e di contenimento della spesa.
Mi voglio soffermare solo sul secondo dei due aspetti poiché il primo, allo stato, è talmente aleatorio e discutibile, da consigliare un rinvio a quelli che saranno i fatti.
Molto cittadini, forse la maggioranza, valutano la riforma con favore poiché subdolamente indotti a ritenere che dalla stessa lo Stato ne trarrà un grandissimo risparmio economico (80 milioni di euro, sic!) in danno dell’odiata pseudo lobby degli avvocati e con enormi vantaggi per l’utenza. Questo falso mito, a mio modo di vedere, ha consentito al governo Monti, prima, ed oggi a quello Letta, di far digerire agli Italiani quella che in realtà è una polpetta avvelenatissima, dai risvolti imprevedibili. Ed infatti, se (se!) risparmi verranno dalla razionalizzazione degli uffici giudiziari, agli stessi si contrapporranno maggiori costi che andranno a gravare certamente sull’utenza. Chi sosterrà, per esempio, i costi delle trasferte delle parti processuali, avvocati, attori, convenuti, imputati, vittime, testimoni ecc.? La risposta è scontata: il cittadino. Su di lui lo Stato, come in altre occasioni (vedi tagli ai trasferimenti locali), ne ha trasferito un abbondante porzione. Non mi intrattengo sul maggiore tempo che gli Italiani dovranno dedicare alla giustizia, né sull’adeguatezza strutturale dei Tribunali accorpanti che, per come evidente, non potranno allargarsi come fisarmoniche, né sui notevoli disagi che patiranno i lavoratori.
Concludendo, gli avvocati continueranno a fare il loro lavoro, forse con qualche disagio in più ma a fronte di maggiori introiti, i territori si impoveriranno di un importane presidio di legalità, per non parlare dell’indotto economico che ruota attorno ad un Tribunale, e i cittadini ne usciranno come sempre spremuti e tartassati sia in termini economici che di tempo libero e disagi.
Auspico, dunque, che il Parlamento si riappropri del proprio ruolo e riveda tempestivamente una riforma di dubbia utilità. Ritengo, infatti, incompatibile l’atteggiamento della Ministra Cancellieri con le risoluzioni votate all’unanimità dalle Commissioni Giustizia delle due Camere, ragion per cui non vedo cosa si attenda nel porre un problema di fiducia individuale essendo evidentemente stato travalicato il limite della delega. Diversamente si dovrà concludere per una piena condivisione della riforma da parte dell’attuale Parlamento con conseguente assunzione della piena responsabilità politica.

Commissario cittadino Pdl
Consigliere nazionale Pdl

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