Politica

Tropea non è un paese per giovani

L’eterno Gaetano Vallone senza rivali

Le vecchie glorie non vorrebbero mollare e rimangono nell’ombra

I protagonisti della politica tropeana – foto Libertino

Peppino Romano, con il metaforico aiuto della protezione civile, si ricandida a Sindaco di Tropea; Antonio Euticchio si sottopone con una sua lista al giudizio dei cittadini; Michele Accorinti è capolista dell’Udc con la benedizione (forse) di Egidio Repice e un sospiro di sollievo di Nino Valeri; La sinistra storica del compagno Pasquale D’Agostino pensa (ma è ancora incerta) di schierarsi a fianco del candidato sindaco De Luca; I componenti del neo-comitato tropeano si affidano a chi “esprime la sintesi delle istanze espresse” dal comitato e dai soggetti incontrati; I socialisti di Piergiorgio Centro si distinguono e propongono una soluzione fuori dagli schemi tradizionali; Carmine Adilardi sponsorizza la compagine Utopia tropeana. Francesco Il Grande e Alberto De Monte non demordono e, seppur con affanno, rientrano in campo con la squadra degli indimenticabili; l’ex vicesindaco Cortese sta pensando ad un club politico d’ispirazione risorgimentale; alcune associazioni femminil-femministe avanzano la richiesta di una candidata-sindachessa; le candidature di Pino Rodolico e Mimmo Tropeano rimangono in prognosi riservatissima; Pasquale Orfanò continua ad opporre il suo gran rifiuto e Alfonso Del Vecchio, deluso dalla città degli uomini si consola tra le pagine agostiniane della città di Dio. Recentemente sembra che anche Lino Daniele sia intenzionato a tralasciare temporaneamente la sua veste di intellettuale impegnato e si sia deciso ad entrare direttamente in campo con una gilda in difesa delle classi sociali subalterne chiamata “Gli ultimi contadini di Tropea” che avrà come simbolo una cipolla. Questo è lo scenario fantapolitico ma verisimile in cui si troverebbe Tropea se l’unico fin’ora ad essersi candidato pubblicamente a Sindaco della città, l’eterno Gaetano Vallone decidesse per motivi di famiglia, di salute, di età, di ritirarsi dalla corsa amministrativa per l’elezione a primo cittadino della nobile cittadina tirrenica. Se il contesto socio-politico culturale non riesce ad esprimere una candidatura capace di proiettare e di immaginare un futuro economicamente e turisticamente più moderno per Tropea, oltre le beghe cittadine, i veti paralizzanti, il panorama affascinante ma ristretto delle mura di Belisario, sarà difficile sottrarsi al richiamo angusto ma tranquillizzante del bel tempo antico, del si stava meglio quando si stava peggio, alla nostalgia odissiaca del ritorno a casa per spazzare via i Proci dalla Itaca tropeana; La campagna elettorale potrebbe consegnarci un risultato ad effetto placebo, dandoci l’impressione di essere sicuri dentro la fortezza difesa dalla legge e dall’ordine del condottiero Agilulfo dei Guildiverni tropeani, comandante di truppe silenti e obbedienti al comando supremo.  Se gli altri continueranno a pensare di essere ciascuno un sole intorno a cui dovrebbero girare tutti gli altri pianeti si preparano ad una ingloriosa opposizione, a lasciare il governo cittadino ad un uomo solo al comando che pur avendone l’età non sarà Fausto Coppi. A quel punto spereremo in una notte di Nicodemo: anche da vecchi si può cambiare (ma è molto difficile).

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