Fede e dintorni

Uno straordinario invito alla festa

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Uno straordinario invito alla festa.

Ecco una bella storia sul perché fare l”elemosina, raccontata da Bruno Ferrero nel suo libro “Cerchi nell’acqua”. E se le storie si raccontano per insegnare qualcosa, beh allora bisogna essere saggi ad imparare da questa graziosa e amara storia. – Fare l’elemosina sembra portare fastidio a molti, ma a chi la fa con amore riserva gioia profonde e sorprese senza fine, come quella di Gesù che apparve al giovane soldato Martino, indossando la metà del mantello che il giovane soldato aveva dato ad un povero. E nelle vite dei santi si leggono storie sorprendenti. – Questi giorni di festa e di abbondanza sono anche una concreta occasione per fare una sincera elemosina.

♦ Un giorno di molto tempo fa, in Inghilterra, una donnetta infagottata in un vestito lacero percorreva le stradine di un villaggio, bussando alle porte delle case e chiedendo l’elemosina. Molti le rivolgevano parole offensive, altri incitavano il cane a farla scappare. Qualcuno le versò in grembo tozzi di pane ammuffito e patate marce.
♦ Solo due vecchietti fecero entrare in casa la povera donna. «Siediti un po’ e scaldati», disse il vecchietto, mentre la moglie preparava una scodella di latte caldo e una grossa fetta di pane. Mentre la donna mangiava, i due vecchietti le regalarono qualche parola e un po’ di conforto.
♦ Il giorno dopo, in quel villaggio, si verificò un evento straordinario. Un messo reale portò in tutte le case un cartoncino che invitava tutte le famiglie al castello del re. L’invito provocò un gran trambusto nel villaggio, e nel pomeriggio tutte le famiglie, agghindate con gli abiti della festa, arrivarono al castello. Furono introdotti in una imponente sala da pranzo e ad ognuno fu assegnato un posto.
Quando tutti furono seduti, i camerieri cominciarono a servire le portate. Immediatamente si alzarono dei borbottii di disappunto e di collera. I solerti camerieri infatti rovesciavano nei piatti bucce di patata, pietre, tozzi di pane ammuffito. Solo nei piatti dei due vecchietti, seduti in un angolino, venivano deposti con garbo cibi raffinati e pietanze squisite.
Improvvisamente entrò nella sala la donnetta dai vestiti stracciati. Tutti ammutolirono. «Oggi – disse la donna – avete trovato esattamente ciò che mi avete offerto ieri».
Si tolse gli abiti malandati. Sotto indossava un vestito dorato. Era la Regina.

Ricorda!
Bisogna fare il bene ai poveri. Dice Gesù “In verità vi dico: ogni volta che lo avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. (Mt 25,31-40).

Fare l’elemosina sembra portare fastidio a molti, ma a chi la fa con amore riserva gioia profonde e sorprese senza fine, come quella di Gesù che apparve al giovane soldato Martino, indossando la metà del mantello che il giovane soldato aveva dato ad un povero. E nelle vite dei santi si leggono storie sorprendenti. – Questi giorni di festa e di abbondanza sono anche una concreta occasione per fare una sincera elemosina.

Condividi l'articolo