Rubriche

Pagine finite nella muffa

“La storia tropeana”

Viaggio nella polverosa biblioteca comunale

Pagine di storia tropeana dimenticate

Un pomeriggio come tanti altri a Tropea, se non fosse che alla biblioteca Comunale “Albino Lorenzo” si sta tenendo la presentazione di un libro di poesie. I libri, per fortuna, c’è chi ancora li legge. A dire il vero non sono molte le persone presenti, circa una quarantina, perlomeno sono molto interessate, del resto il volume merita tale interesse. I libri sono la traccia materiale che ci rimane di ciò che meno d’ogni altra può esser definita tale, ovvero la nostra cultura. Senza di essi tutto ciò che è stato non potrebbe essere tramandato ai posteri, ogni pensiero, azione, ogni fatto ed ogni storia di illustre personaggio finirebbero irrimediabilmente nel dimenticatoio. L’evento legato al libro di poesie sta volgendo al termine, si è giunti ai ringraziamenti e, fuori dai locali della biblioteca, si discute del più e del meno. Assenti della serata i politici, ma la cosa non dispiace a nessuno. Unica eccezione è rappresentata da Francesco Stefanelli, consigliere della traballante giunta firmata Euticchio, ma anch’egli non presente in veste ufficiale. Come biasimarli? Si sa che la “Cultura”, di questi tempi, non porta molta acqua al proprio mulino. Si vede all’orizzonte un altro consigliere che, indaffarato in questi giorni per la crisi di palazzo Sant’Anna, annusa l’aria sull’uscio della biblioteca, getta uno sguardo all’interno e, dopo aver tirato le somme sui presenti, gira i tacchi e se ne torna da dov’era venuto. D’altro canto risulta difficile credere che la sua voglia d’esser presente sia stata respinta dal tanfo di muffa che permea ogni angolo del luogo simbolo della cultura tropeana. Se qualcuno degli amministratori avesse sentito quel cattivo odore avrebbe sicuramente già agito per riportare ad uno stato decoroso quel luogo. Meglio credere che abbiano il raffreddore cronico. La serata volge dunque al termine quando un giovane, forse l’unico under trenta presente, esclusi l’autrice del libro e l’editore, ci invita a seguirlo in una piccola stanza della biblioteca. La stanza è ordinata, non pulita ma sicuramente frequentata di recente; alle pareti sono accostate librerie in lamiera ricolme di testi, al centro una scrivania con due grandi e vecchi volumi. L’odore presente in quello stanzino è penetrante, quasi insopportabile. Il giovane, culturalmente assai preparato, è un esempio di certo al di fuori della norma – ad avercene di gente come lui nella nostra cittadina! – , ci invita a riportare l’attenzione ai due grandi volumi. Dopo aver sollevato la copertina del primo dei due libri, in evidente cattivo stato e ricoperta da polvere e sporcizia, riusciamo a leggere un paio di righe scritte a mano: «Deliberazioni del Consiglio, dal 8 aprile 1946». Con stupore, e stentando a crederci, intuiamo che si tratta di documenti ufficiali riguardanti la cittadina risalenti ad oltre sessant’anni fa. Con un pizzico di costernazione e sbigottimento non possiamo fare altro che rivolgere lo sguardo al nostro interlocutore, che, stringendo le spalle e con un sorriso di circostanza si lascia sfuggire qualche considerazione. «Prendili pure – ci dice sottovoce con ironia -, e magari portale a casa: come vedi la porta è aperta e non c’è nessuno a controllare». Questo volume, ad un rapido sguardo, pare contenere il registro dei verbali del primo Consiglio comunale guidato da Lydia Toraldo Serra, forse l’unico sindaco donna in Calabria a quei tempi, ed ogni sezione è controfirmata proprio da lei. La prima pagina contiene il resoconto della prima riunione consiliare con l’elenco degli eletti e i rispettivi voti riportati. L’altro volume appartiene al periodo fascista. Sono insomma tra gli ultimi atti della nostra città prima dell’abdicazione di Vittorio Emanuele e della consultazione popolare che da lì a qualche settimana avrebbe costretto il figlio Umberto a lasciare la penisola, seguiti dai primi atti repubblicani registrati dai nostri concittadini di allora, documenti su Tropea che potrebbero dare molto alla ricerca del periodo fascista e postfascista. Questi libri sono quindi una miniera di informazioni, e sono lì, basta prenderli e portarli a casa…

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Francesco Barritta
Docente ordinario di Lingua e letteratura italiana e Storia presso il Nautico di Pizzo (VV), è giornalista iscritto all'albo professionale dell'Ordine dei giornalisti della Calabria, elenco pubblicisti. Ha diretto varie testate giornalistiche, tra cui Tropeaedintorni.it