Zungri - Case-grotte (foto Salvatore Libertino)Le case-grotte
dei monaci medioevali a Zungri

di Pasquale Mazzitelli
foto Salvatore Libertino

Zungri sorge sull’altopiano del Monte Poro: un terrazzamento di tufo pliocenico,limitato da profonde e ridenti vallate, amene di acque torrentizie. Durante il Medioevo ricadeva nella giurisdizione politica del "Kastellion" di Mesiano. Tuttavia il toponimo è chiaramente di formazione neogreca e sta a significare "roccia", che si adatta alle caratteristiche morfologiche del luoghi nei quali, intorno all’anno mille, molti insediamenti monastici influenzarono la vita di "chorioi" (villaggi), nuclei di intenso e produttivo lavoro rurale. La vita ascetica in quel periodo era intensamente praticata se ad Asfalanteo ritroviamo, in profonde meditazioni, Santo Elia (dal Bios dello Speleota, linea 1175). "Asfalantea" corrisponde alla moderna località "Fossi", dove le Grotte degli Sbariati (o sbandati), si affacciano sui medi terrazzamenti degradanti sul torrente "Malopera". Sono 39 quelle già evidenziate e costituiscono un complesso unico, nella fattispecie, rinvenuto in Calabria. Zungri - Case-grotte (foto Salvatore Libertino)La vegetazione più varia e la crosta dei soleggiati declivi tufacei sono state la protezione cromatica di una documentazione storica che il tempo non ha cancellato. Né il tempo, né l’uomo, che, quasi per sacro rispetto, pur utilizzando le case-grotte per custodire foraggi e attrezzi di lavoro, ne ha conservato le strutture. Al visitatore non superficiale, ma amante di una lettura attenta e meditata di ciò che resiste ai secoli, esse parlano di mondi lontani fatti di semplicità, ma anche di religiosità, di vita e di lavoro, oltre che di spirito comunitario molto avanzato. Inserite nella meravigliosa cornice della caratteristica macchia mediterranea, le case-grotte- che fanno pensare al primo nucleo abitativo intorno al quale si svilupperà Zungri- costituiscono il quadro di una struttura urbanistica completa: stradelle, gradinate e un sistema di approvvigionamento idrico. Tali elementi artistico-architettonici e di vita reale concorrono a definire la tipologia delle "case". Tranne due, strutturati in due ambienti, gli habitat sono mono-ambiente a pianta sub circolare o rettangolare. Zungri - Interno case-grotte (foto Salvatore Libertino)Molti hanno la volta a cupola con foro tronco-conico al centro, per l’areazione. Il tutto a testimonianza di antica laboriosità, ma soprattutto di perfetta conoscenza delle arti geometriche e dei principi di staticità, se ancora oggi la maggior parte delle "case" conservano intatte le loro nicchie, i loro sistemi per il passaggio dell’aria, le loro rudimentali strutture interne. Stando alle fonti bibliografiche di alcuni studiosi e ricercatori francesi e tedeschi, l’insediamento rupestre di Zungri risale al periodo che va dal X al XII secolo. In località Papaglionti si incontrano resti di muraglie fittili e di colonne in pietra di epoca romana. Il nome della frazione Papaglionti (secondo alcuni deriva da Paleontos) è di origine greco-bizantina: una corruzione di Papas Leontius, personaggio ecclesiastico ritenuto possessore originario di un casale dal quale ebbe inizio l’omonimo villaggio durante il primo medioevo. Di Zungri, delle stratificazioni storico-culturali che caratterizzano i 23 kmq. Di territorio, molti si sono occupati: dal Corso al Fiore, da Giustiniani a Sacco, da crispo a Lenormant. Hanno scritto dell’alternarsi di epoche e vicende che appagano l’esigenza del ricercatore, dello storico e anche di quanti, nel libero mondo della leggenda, hanno voluto utilizzare elementi che ancora oggi si impongono con il loro mistero e sfidano alla analisi i più illuminati. L’impegno dell’Amministrazione Comunale mirato al recupero del patrimonio storico-archeologico, non è da considerarsi solo come proposta di conservazione urbanistica e ambientale, ma come supporto a una idea e all’esigenza di far vivere le tensioni ideali di una realtà arcaica i cui valori autentici sopravvivono e ai quali dobbiamo rifarci per alimentare l’antica fiaccola della fede nella religiosità dei rapporti umani, della convivenza pacifica, della solidarietà, della democratica partecipazione alla crescita della nostra comunità. Zungri - Interno case-grotte (foto Salvatore Libertino)Il solo recupero edilizio e urbanistico significherebbe immiserire nel consumismo e nel "commercialismo" la storia di una piccola realtà contadina, legandola al freddo calcolo di un ritorno squisitamente economico con ripercussioni pur necessarie sul piano della fruizione turistica, ma capace di distruggere quella realtà bucolica che si vuol far vivere, che si vuole temprare per farla vincere sulla fredda logica di interessi produttivi e commerciali. Dobbiamo recuperare, anche e soprattutto, il nostro passato, la nostra storia. Solo cosi’ possiamo conoscere a fondo il presente come sintesi e come risultato di antiche virtù e di eterni valori. A essi potremo ispirare la nostra azione per contribuire a costruire il futuro.

 

 

 

Redazione Tropea e dintorni

 

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