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“Affare” porto, interviene Macrì

La lettera del consigliere provinciale Pdl

Ironico: «Il bue chiama cornuto l’asino»

Il consigliere provinciale del Popolo della Libertà Giovanni Macrì

Sono piacevolmente stupito ed esprimo sincero apprezzamento per il fatto che il Sindaco Repice abbia riconosciuto fondata la puntuale ricostruzione sulla vicenda porto operata dal gruppo “Uniti per la Rinascita” la scorsa settimana con pubblico manifesto. L’autocritica, spinta sino al punto d’ammettere, sia pure implicitamente, le inesattezze dette, non è, infatti, cosa da tutti.
Tanto è dato desumere dalla recente dichiarazione che Repice ha consegnato alla stampa. Un intervento in cui nessuno dei temi trattati dall’opposizione è stato messo in discussione! Sono stati affrontati, invece, tutt’altri aspetti che, per l’ennesima volta, evidenziano quanto sia confusa e contraddittoria l’azione dell’attuale maggioranza nonché mistificatrice e dissimulatoria della realtà la sua azione. Non si comprende, infatti, come la posizione estremamente negativa rispetto ai guadagni dei privati si concili con la tentata vendita a favore di privati, a mò di Fontana di Trevi del mitico Totò, dell’antico Monastero delle Clarisse (la proprietà dell’immobile è, infatti, reclamata dall’ASP), con il project financing per la realizzazione di un parcheggio multipiano, con quello, ancora abbozzato, per la costruzione delle scuole e del palazzo degli uffici e con tutte le altre iniziative che prevedono pesanti coinvolgimenti sempre da parte dei privati.
Infine, non si capisce perché “il cacciatore di poltrone”, così è stato ribattezzato il dott. Repice da un giornale torinese, che pare percepisca dal pubblico oltre 20.000,00 euro mensili cui vanno a sommarsi ulteriori € 1.500,00 per indennità di sindaco “in video conferenza”, si scandalizzi del fatto che il presidente di una SpA che produce utili, pigli un’indennità più o meno in linea con il trattamento economico dei rappresentanti della pubblica amministrazione nei consorzi e nelle società partecipate.
Oggettivamente parliamo di cifre astronomiche, tuttavia, tralasciando considerazioni di principio che metterebbero in discussione l’entità di tante prebende, quando, cosa rara, allo stipendio da capogiro corrisponde un’ottima gestione, tanto da generare profitti – quello di Tropea è una dei pochi porti col bilancio in attivo – diventa quasi un piacere pagarlo. Effettivamente, poi, l’importo della liquidazione per il fine mandato e per i risultati conseguiti, complessivi € 400.000,00 lordi, sembra un po’ troppo eccessivo e, pertanto, sarebbe auspicabile che l’assemblea dei soci ritornasse sui propri passi.
Per concludere, ritengo che la società Porto Tropea S.p.a. produca notevoli profitti per i privati; al tempo stesso sono convinto che la medesima abbia determinato nel corso degli anni importanti benefici economici e, soprattutto, di immagine per la Città di Tropea che oggi può fregiarsi di avere uno dei migliori porti turistici dell’Italia, uno dei pochi servizi, forse l’unico, che negli ultimi anni ha dato lustro alla città.

Consigliere Provinciale Pdl
Componente della Direzione Regionale del Pdl

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