Fede e dintorni

AIUTARE GLI ALTRI A PORTARE LA CROCE

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Aiutare gli altri a portare la croce.

– Nella Via Crucis la quinta stazione è dedicata al Cireneo che aiuta Gesù portando la sua croce. Negli ambienti dell’ospedale tanti “poveri cristi” chiedono che li si aiuti a portare la loro croce.
– Gli ammalati sono dei poveri che non scelgono il peso delle loro sofferenze, ma lo ricevono dalle circostanze della vita.
– Come aiutare oggi Gesù a portare la Croce? Lo dice egli stesso: “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. (Matteo 25,35-36).
– Nelle nostre vite anche se siamo tutti portatori di croci, tutti possiamo essere come Simone di Cirene, che passando dal ritorno dalla campagna dopo un duro giorno di lavoro nei campi, incontra la salvezza in Cristo Gesù. – Come succede che negli ospedali: c’è sempre qualcuno che intercetta un grido di aiuto e si dispone ad aiutare senza fare domande, semplicemente stando accanto a chi soffre.
– Ecco le riflessioni di un infermiere, Gabriele, che ascolta le chiamate dei malati e corre in loro aiuto.

Le chiamate di Gabriele, l’infermiere.
♦ V stazione Gesù è aiutato da Simone di Cirene.
Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. (Lc 23, 26)

A volte mi chiedo perché ho scelto di fare l’infermiere. Insomma, non è cosa da poco trattare con le persone malate, accostarmi a tante sofferenze, farmi vicino anche all’intimità di un paziente, di cui posso essere figlio o nipote.
E poi, scherzo del destino…, tra qualche settimana sposerò una operatrice sanitaria, la mia splendida Annarita.

Poi però mi ricordo dei miei inizi, di quella chiamata particolare che ricevetti quando feci un’esperienza con un gruppo di giovani disabili, che mi ha cambiato la vita.
Da allora ho capito che la mia esistenza poteva avere un senso solo nel servizio a chi soffre.

Questa notte Alberto, un signore anziano, mi ha chiamato almeno tre volte. Alcune notti sono proprio pesanti…
Con gli altri infermieri cerchiamo di sostenerci, di sorridere un po’, con simpatia.
Nel cucinino del reparto c’è sempre la gioia di un caffè condiviso, o di qualche specialità portata da quelli del sud.

Poi però ripiombo nelle stanze dei malati, ascolto le loro richieste, incrocio sguardi che cercano un volto amico. E sento che il mio posto è lì.
  È vero, è un lavoro che mi serve per vivere, ma chiedo a Dio che non mi faccia mai cadere nell’abitudine. Anche quando mi sento “costretto”, come il Cireneo, ad aiutare qualcuno a portare la croce della malattia, io chiedo al Signore che lo faccia sempre con gioia.
  Stanotte sono stato per il signor Alberto non solo un infermiere che cambia la flebo, ma un amico che lo ha fatto sorridere un po’.

♦♦ Accogli, o Dio, la nostra preghiera e fa’ che seguendo con perseveranza l’esempio del tuo Figlio, raccogliamo frutti di giustizia e di pace. Egli è Dio e vive e regna nei secoli dei secoli.
+ Paolo Ricciardi vescovo ausiliare di Roma
(fonte: L’Osservatore Romano,2 marzo 2021).

Come aiutare oggi Gesù a portare la Croce? Lo dice egli stesso: “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. (Matteo 25,35-36). – Nelle nostre vite anche se siamo tutti portatori di croci, tutti possiamo essere come Simone di Cirene, che aiutando Gesù a portare la croce, ha trovato la sua salvezza.

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