Fede e dintorni

Don Alessandro Pronzato, il prete scomodo

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Don Alessandro Pronzato, il prete scomodo.

Martedì 25 settembre 2018 è morto don Alessandro Pronzato, il prete scomodo, scrittore di molti libri, tutti tesi a suscitare una sana inquietudine ad un cattolicesimo piuttosto addormentato. I suoi funerali, presieduti dal card. Severino Poletto alle presenza di una delegazione di sacerdoti della diocesi di Casale Monferrato, nel cui presbiterio è stato incardinato per mezzo secolo, sono stati celebrati venerdì 28 settembre, nella parrocchia di Gesù Risorto a Lugano (Svizzera).
– Scrittore tra i più letti al mondo, con i suoi scritti, tante volte pungenti e pieni di sano umorismo, hanno portato notevoli benefici a coloro che volevano fare un passo avanti nella via della spiritualità cristiana.
– Tra i suoi lettori ci sono stati semplic fedeli, sacerdoti, vescovi ed anche papi. Non solo, ma anche Fidel Castro, a cui Papa Francesco aveva fatto dono di due libri, tradotti in spagnolo, di don Alessandro Pronzato.

♦ Nato a Rivalba di Valmacca (Al) nel 1932, Alessandro Pronzato compì gli studi liceali e teologici presso il seminario di Casale Monferrato e fu ordinato sacerdote il 29 giugno 1956 da mons. Giuseppe Angrisani.
Tra impegni pastorali e di docenza, Pronzato negli anni ’60 fu vivace collaboratore del settimanale diocesano “La Vita Casalese”. Con la sigla ‘dap’ don Pronzato teneva un diario settimanale sul Concilio Vaticano II sul giornale”.
“Per problemi di salute nel 1964 dovette recarsi a Pineta di Sortenna (Sondalo) in sanatorio.
Ristabilito, trascorse il resto della vita in montagna, trasferendosi in Svizzera e incoraggiato dal suo vescovo e successivamente da Paolo VI, intraprese il servizio della penna dimostrandosi fecondo e facondo scrittore su temi religiosi”.
Si è dedicato anche all’insegnamento nelle scuole di Stato e al giornalismo. Ha prestato il suo servizio nella Chiesa, oltre che con la penna, con la predicazione e le conferenze. In particolare, ha svolto attività pastorale nel campo degli anziani. Ha collaborato a diverse riviste e tenuto rubriche radiofoniche.

Nel 1986 scelse la diocesi di Lugano quale territorio di sua residenza. Nel 2006 venne nominato Cappellano di Sua Santità con il titolo di monsignore da Papa Benedetto XVI.
Autore di centoventi opere tradotte in varie lingue, Pronzato ha intrattenuto una bella corrispondenza con Papa Francesco che ha confidato di essere un suo lettore. Nel 2015, in occasione del viaggio apostolico a Cuba, tra i regali che Francesco fece a Fidel Castro ci furono anche due libri di don Pronzato: “La nostra bocca si aprì al sorriso. Umorismo e fede” e “Vangeli scomodi”.

Con Paolo VI
Papa Paolo VI volle incoraggiarlo per rincuorarlo dopo le amare critiche di coloro che lo ritenevano un po’ troppo spregiudicato nelle espressioni: «Vada avanti, non badi ai parrucconi, continui a scrivere come sta facendo. È così che bisogna scrivere oggi».
Tra i suoi lettori vanno annoverati anche Giovanni Paolo II e Benedetto XVI: e insieme a loro donne e uomini che, dal 1965, si sono lasciati «provocare» e «inquietare» dalle parole dello scrittore.

Con Papa Francesco
♥ «Ad Alessandro Pronzato, suscitatore di inquietudini. Con tanta riconoscenza». Questa è la dedica che Papa Francesco volle inviargli, due mesi dopo l’elezione: c’è tutta la vita e la missione di questo prete piemontese, scrittore tra i più letti al mondo, morto all’età di ottantasei anni. Una dedica che il Papa volle scrivere su una copia del libro Un prete si confessa e don Pronzato accolse, non senza sorpresa, quasi come un sigillo sui suoi centotrentacinque libri.
♥ Fu come un invito a continuare a scrivere: davvero è andato avanti fino all’ultimo, anche quando la malattia lo ha duramente colpito. Ma non ne faceva un vanto: «Sono innamorato della parola, scrivo e predico, non prendo altri impegni e cerco gli occhi delle persone».
♥ Due suoi libri sono finiti persino sul comodino di Fidel Castro. Papa Francesco chiese personalmente a don Pronzato le copie in spagnolo di due libri per donarli al leader cubano in occasione del suo viaggio nell’isola caraibica: Vangeli scomodi — il volume più letto, con oltre trenta edizioni e ristampe e una ventina di traduzioni — e La nostra bocca si aprì al sorriso.
Richiesta precisa e ben motivata, da intenditore: già a Buenos Aires il cardinale Bergoglio faceva riferimento ai pensieri di don Pronzato, soprattutto per le sue omelie.

(fonte: passim dal web).

Martedì 25 settembre 2018 è morto don Alessandro Pronzato, il prete scomodo, scrittore di molti libri, tutti tesi a suscitare una sana inquietudine ad un cattolicesimo piuttosto addormentato. Scrittore tra i più letti al mondo, con i suoi scritti, tante volte pungenti e pieni di sano umorismo, hanno portato notevoli benefici a coloro che volevano fare un passo avanti nella via della spiritualità cristiana. Tra i suoi lettori ci sono stati semplici fedeli, sacerdoti, vescovi ed anche papi; non solo, ma anche a Fidel Castro, a cui Papa Francesco aveva fatto dono di due libri, tradotti in spagnolo, di don Alessandro Pronzato.

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